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318 pensieri (986-987)



*    Come non si dà mai l’atto né il possesso del diletto, cosí neanche dell’utilità, giacché utile non è se non quello che conduce alla felicità, la quale non è riposta in altro che nel piacere, con qualunque nome ei venga chiamato (25 aprile 1821).


*    Dal confronto delle poesie di Ossian, vere naturali e indigene dell’Inghilterra, colle poesie orientali si può dedurre (ironico) quanto sia naturale all’Inghilterra la sua presente poesia (come quella di lord Byron) derivata in gran parte dall’Oriente, come dice il riputatissimo giornale dell’Edinburgh Review in proposito del Lalla Roca di Tommaso Moore (Londra 1817) intitolato Romanzo orientale (Spettatore di Milano, 1 giugno 1818, Parte straniera, quaderno 101, p. 233, e puoi vederlo). Infatti le poesie d’Ossian, sebbene sublimi e calde, hanno però quella sublimità malinconica e quel carattere triste e grave, e nel tempo stesso, semplice e bello, e quegli spiriti marziali ed eroici che derivano naturalmente dal clima settentrionale. Non già quella sublimità eccessiva, quelle esagerazioni, quelle spaccamontate delle pazze fantasie orientali; né quel sapore aromatico; né quello splendore abbagliante, come dice il citato giornale; né quel fasto, né quella voluttà; né quei profumi (sono espressioni dello stesso); né quel colore vivo e sfacciato ed ardente; né quella estrema raffinatezza e squisitezza strabocchevole in ogni genere e parte di letteratura e poesia; né quella mollezza, quella effeminatezza, quel languore, quella delicatezza (per noi) eccessiva e nauseosa e vile e sibaritica che deriva dai climi meridionali. Ed è veramente maraviglioso, come il paese de’ piú settentrionali d’Europa stimi naturale e propria e  (987) adattata alla sua indole la poesia de’ paesi piú meridionali e ardenti del mondo. Un paese poi come l’Inghilterra, cosí pieno di filosofia e cognizioni dell’uomo e de’ caratteri nazionali e fisici ec. ec. Meno male se