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(1090-1091) pensieri 397

delle cose. Chi dispera di trovare il sistema o i sistemi veri della natura, e però si contenta di considerare le cose staccatamente (se pur v’ha nessun pensatore che, non dico si contenga, ma si possa contenere in questo modo), sarà compatibile ed anche lodevole. Ma oltre ch’egli, ponendo per base la disperazione di conoscere il vero sistema, ha posto per base la disperazione di conoscere la somma della natura e il piú rilevante delle cose, si ponga mente al pensiero seguente, che farà vedere un altro capitalissimo inconveniente del rinunziare alla ricerca del sistema naturale e vero delle cose (26 maggio 1821).


*    Non si conoscono mai perfettamente le ragioni, né tutte le ragioni di nessuna verità, anzi nessuna verità si conosce mai perfettamente, se non si conoscono perfettamente tutti i rapporti che ha essa verità colle altre. E siccome tutte le verità e tutte le cose esistenti sono legate fra loro assai piú strettamente ed intimamente ed essenzialmente di quello che creda o possa credere  (1091) e concepire il comune degli stessi filosofi; cosí possiamo dire che non si può conoscere perfettamente nessuna verità, per piccola, isolata, particolare che paia, se non si conoscono perfettamente tutti i suoi rapporti con tutte le verità sussistenti. Che è come dire, che nessuna (ancorché menoma, ancorché evidentissima e chiarissima e facilissima) verità è stata mai né sarà mai perfettamente ed interamente e da ogni parte conosciuta (26 maggio 1821).


*    Cosí, senza la condizione detta qui sopra, non si conoscono mai, né tutte le premesse che conducono a una conseguenza, cioè alla cognizione di una tal verità, né tutta la relazione e connessione o tutte le relazioni e connessioni che hanno le premesse, anche conosciute, colla detta conseguenza (26 maggio 1821).