Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/497

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484 pensieri (1205-1206)

pio, l’uomo stabilí prima un segno per esprimere colui che la faceva e che era materiale e visibile come il re, cioè quegli che comanda, di quello che arrivasse a fissare e determinare con un segno l’idea metafisica di ciò che questi faceva. Perché questa idea, benché seconda nell’ordine, fu la prima idea ch’egli concepisse chiaramente, in modo da poterla determinare e circoscrivere con un segno. Cosí che ella è anteriore come idea chiara, benché posteriore come idea semplicemente. E quello che bisogna cercare in riguardo alle lingue è l’ordine e la successione, non delle idee assolutamente, ma delle idee chiare che l’uomo ha concepite, giacché queste sole egli ha potuto e può significare. Vedi Sulzer, p. 53. Ma bisogna perdonare ai grammatici se finora non sono stati ideologi; bensí non bisogna che il filologo illuminato dalla filosofia si lasci imporre dalla loro opinione in quelle cose che ripugnano all’analisi e alla scienza dell’umano intelletto (22 giugno 1821).


*    Alla p. 1201. Ho già detto altrove di una donna sterile che bastonava una cavalla pregna dicendo:  (1206) Tu gravida e io no? Io credo che un padre storpio difficilmente possa vedere con compiacenza i suoi figli sani e non provare un certo stimolo a odiarli o una difficoltà ad amarli, che facilmente si convertirà in odio e riceverà poi scioccamente il nome di antipatia, quasi fosse una passione innata e senza causa morale. Del che si potrebbero portare infinite prove di fatto, come dell’odio delle madri brutte verso le figlie belle e delle persecuzioni che bene spesso fanno per tal cagione a giovani innocentissime, senza che né queste né esse medesime vedano bene il perché. Cosí de’ padri di poco ingegno o in qualunque modo sfortunati, verso i figli di molto ingegno o in qualunque modo avvantaggiati su di loro. Cosí (e questa è cosa generalissima) de’ vecchi verso i giovani (siano anche