Pensieri e discorsi/L'Eroe italico/X

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X.


Come si fa? Certo, si soffre. In noi sono due anime. Due anime erano in voi, o generosi socialisti, che andaste a combattere coi palicari di Creta, e poi a fianco degli euzoni dell’Oeta! Chi vi chiamava, o socialisti generosi, quella volta, chi v’invitava a cotesta che era una battaglia con voi stessi, prima che con Edhem pascià; era l’Ombra di Garibaldi. E chiediamo dunque all’Ombra stessa, come fece egli a solvere quel nodo, a dirimere quella battaglia interna, a essere, con tanta semplice coerenza, socialista e patriota e anche credente (oh! credeva all’anima delle farfalle e dei fiori, e supponeva che due uccellini fossero le tombe canore e alate delle sue bambine), chiediamo al nostro eroe che c’insegni e [p. 215 modifica]c’ispiri. Noi vogliamo poter amare ciò che tu amasti, Mazzini e il re Vittorio, il popolo e i popoli, la guerra e la pace, il dolore de’ miseri e la gloria dei forti.

Ed egli ci direbbe:

“Siate liberi! La vostra mente non si chiuda a quel tanto di vero che si trova unito a ciò che pur credete il torto. Il vostro cuore non si serri a quella tanta umana simpatia, che si trova anche in ciò che vi sembra a principio ripugnare del tutto. Non ponete i parocchi al vostro intelletto; non ponete lo zaino al vostro sentimento. Se non si scusa, che con le necessità della difesa, il prendere dei giovani, e vestirli d’una veste uniforme, e assoggettarli a una disciplina di ferro, e armarli di ferro micidiale; qual necessità giustifica questo reclutare d’anime, questo uniformare e abolire volontà, questo inutilizzare intelligenze? Se le evoluzioni in piazza d’armi, di cento e cento, al rauco grido d’un solo, hanno del meccanico e perciò quasi dell’indegno d’uomini; come chiameremo degne e umane le tattiche dei partiti? Altro è avere idee, altro, essere d’un partito. Essere di un partito vuol dire aver rinunziato ad averne, dell’idee; e significa credere che l’intelletto umano si sia a un tratto isterilito in modo, da non produrne più, dell’idee! Significa, per esempio, aver giurato che il lume a olio è il più chiaro dei lumi, a odiare perciò, con tutto il vigore del nostro fermo carattere, il partito del gas e della lampada elettrica. Ogni riforma utile deve trovar sempre occhi aperti a ricevere la dimostrazione di quell’utilità e cuori pronti a consentirla e attuarla! Non mettete le bende a quelli occhi! non mettete le catene a quei cuori!„

[p. 216 modifica] E continuerebbe, l’Ombra del magnanimo, con più grave accento: “Voi mi amate tutti, non è vero? E amerete in me l’Italia che amai. E non c’è ancora tra voi giovani (perchè io non credo a clericali giovani!) il partito di disfarla. E anche voi, che vi scaldate al sole dell’avvenire, volete come io volevo, che i popoli si colleghino e l’umanità si unisca, ma non volete certo che il popolo, che io redensi, abbia il triste privilegio di sparire, mentre quelli contro i quali già dovemmo combattere, rimangano.

Or bene: l’Italia è il popolo più minacciato di questo mondo, ed è nel tempo stesso di questo mondo il popolo forse più povero. Come farà a reggersi per vivere? Dal Gianicolo io vedo ancora deserto l’agro di Roma; da Caprera io vedo tuttora deserta la mia Sardegna: per tutto ov’io trasvolo, odo singhiozzi di miseria e d’angoscia. E nel tempo stesso da Caprera e dal Gianicolo e dall’Alpi e dal Mare, invoco, invoco io per voi, più navi e più batterie.

Ebbene, o giovani italiani, questo dissidio tra due necessità m’è morte nella morte. Come si fa? E io dico che, se farete a tempo, voi, giovani, potrete comporre questo dissidio e consolare la mia tomba, presso cui rimbombano i cannoni non sufficienti della Maddalena. Voi sì, o giovani, potrete risolvere questo problema che sembra insolubile; aver più forte armata e più forte esercito, e spender meno, sì da avere di che seccar le paludi e dissodare i deserti. Chè ciò potrà avvenire sol quando saranno sparite le diffidenze che nascono dall’esser l’Italia un campo, sin ora quasi incruento, di battaglia, in cui le grandi masse dei partiti stanno bensì con l’arma al piede, ma si [p. 217 modifica]tengono pronte a combattere della somma delle cose, della vita o della morte. Ora, sarà fatale, non nego, che una nazione sorta dalla cospirazione di idealità politiche varie e diverse non si sia ancora acquetata alla forma di governo che è risultata; sarà fatale; ma allora è anche fatale, che ella non possa, come può la Svizzera che tuttavia parla quattro lingue, armarsi e difendersi con poca spesa. Ed è giusto che tra quelli che non vogliono “la nazione armata„, si annoverino anche quelli che più dicono di volerla.

Ebbene, o giovani, contro questa fatalità ci è un rimedio. Finchè i partiti non cessino di essere, contro la ragione e la scienza, assoluti e antitetici, non entrate in partiti. Conservate alla patria e all’umanità illuminato il vostro giudizio e spassionato il vostro cuore. Non date l’anima vostra a tenere ad altri. Siate liberi!„