Poesie (De Amicis)/Il 15 ottobre 1877

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Poesie

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Il 20 settembre 1870 - Sotto le mura di Roma Quadri e statue
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IL 15 OTTOBRE 1877

(a mia madre).

I.

Ti risaluto, o benedetto giorno!
Qui tutti, tutti a nostra madre intorno,
                    Nipotini e fratelli;
Stiamole intorno inginocchiati e stretti,
Copriamola di baci e di mazzetti,
                    Baciamole i capelli,
                    Gli occhi, le mani, i panni....
                    O come è bella ancora!
                    È bella che innamora
                    A sessantaquattr’anni!

La sua pupilla splende, e il suo visino
È fresco come un fiore;
In parola d’onore,
È la più bella mamma di Torino.

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II.

Ma in quell’anima dolce, umile, amante,
Sotto la pace del gentil sembiante.
                    Chi non le è figlio ignora
Che indomato coraggio ella nasconda!
La vedemmo tre volte moribonda,
                    E sorrideva ancora!
                    Già dal mio cor fuggiva,
                    Come dal suo, la vita;
                    Ma Dio non l’ha rapita,
                    È viva, è viva, è viva!

Splende ancora fra noi la bella fronte
E il riso ingenuo e schietto,
Il riso benedetto
De la più bella mamma del Piemonte!

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III.

Stanca ed inferma eppur sorge all’aurora.
Canta, rimesta, va, viene, lavora,
                    Sparge dolci parole,
Sempre piena d’amor, sempre giuliva;
Tutto sa, tutto fa, tutto ravviva
                    E scalda, come il sole:
                    E poi mi viene al fianco
                    Tacitamente, e posa
                    La sua mano amorosa
                    Sopra il mio capo stanco....

Oh lieta casa! Oh nido fortunato
Su cui tu stendi l’ali....
No, tu non hai rivali,
Sei la più bella mamma dello Stato

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IV.


Madre, ho trent’anni, e già speranze e alteri
Proponimenti e sogni lusinghieri,
                    Tutto mi fugge, o cara;
Tutto dinanzi a me crolla e s’oscura;
Soltanto la tua candida figura
                    S’innalza e si rischiara.
                    Come ogni orgoglio mio
                    Al tuo cospetto muore!
                    Che povero scrittore
                    Dinanzi a te son io!

Ma tu guardi il mio cor, non la mia mente,
Madre, nei libri miei;
E pel mio cor tu sei
La mamma più gentil del continente.

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V.

Sorridi, o santa madre mia; — fa core,
Lotta, resisti ancor, vinci il dolore;
                    Vivi, scevra d’affanni,
Fino all’età più tarda al nostro fianco,
Fin che tuo figlio, già incurvato e bianco,
Canti i tuoi novant’anni;
                    In fin che la tua vita
                    Mancando dolcemente,
                    Col viso sorridente
                    Tu rimanga sopita....

Ma che, madre, tu piangi e non rispondi?
Poeta spensierato,
Che feci! Ho contristato
La più bella vecchietta dei due mondi.