Poesie varie (Pascoli)/1872-1880/Nelle nozze della principessa Anna Maria Torlonia col principe Giulio Borghese

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1872-1880 - Nelle nozze della principessa Anna Maria Torlonia col principe Giulio Borghese
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NELLE NOZZE1

della principessa Anna Maria Torlonia
col principe Giulio Borghese



canzone


Al chiaror de le tede nuzïali
     danzar con piè superbo
     qui non veggo la gloria
     che ghirlanda si fa degli altrui mali:
     5nè quella pur che nella strage esulta,
     e dal vulgo bel nome ha di vittoria,
     scorgo agitare il brando,
     dell’averno evocando
     ombre oscure di principi e d’eroi
     10che allettino a mal far chi vien dappoi.

O Prence, mercè tua, che non provvedi
     tali esempi al tuo sangue;
     sì che placida sempre
     s’agiterà la culla ai nuovi eredi;
     15nè sederà l’Erinne all’origliero
     formando ai figli inesorate tempre.

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     Essi l’orecchio e il core
     schiuderanno al dolore,
     nè pungeranno con patrizie scede
     20il poverello che per Dio lor chiede.

Godete, o sposi. Là dove di campi
     florida striscia s’apre
     e purissimo cielo,
     già, son anni, correan lividi lampi,
     25ed il raggio del Sole ottenebrava
     della mefitic’aura il crasso velo;
     e il vïator che ratto
     toccò la riva, a un tratto
     impallidia per macerante febre,
     30ed era addotto in breve al dì funebre.

Ma la cara consorte e il fanciulletto,
     cui grave il dubbio preme
     l’alma fedele, ognora
     esploravan da tacito poggetto
     35giù per l’aspra discesa ogni sentiero:
     e spesso un lieto canto in sull’aurora
     fingea pietoso inganno
     al sollecito affanno:
     nel putre flutto egli ingorgava intanto
     40senza rito benigno e senza pianto.

Indarno all’acque irresolute aperto
     faticoso meandro
     fu già d’idonee strade
     per cenno imperïal. — Ben facil merto

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     45a chi le altrui sudate opere abbraccia
     del proprio nome e il non suo dritto invade. —
     Ma contro i freni insorta
     si stendea l’onda morta
     silenzïosa pel conteso piano,
     50nuovi danni apportando al gregge umano.

Alessandro or le pigre acque disgombra
     dal difficile lago,
     ed inerme e privato
     dopo tant’anni il gran concetto adombra.
     55Mentre gli uomini insieme urtansi in guerra
     siccome li balestra oscuro fato,
     e di seggi e corone
     per fredda ambizïone
     si succia ognora al povero le vene
     60sotto l’onesto vel di comun bene.

Anima è rara, che del giovin core
     i fremiti inquïeti
     sappia a gentil fiammella
     scaldar di gloria e di fraterno amore.
     65Se virtù nuda di fastosi fregi
     apprenda al cor l’insolita favella,
     mille svela diletti
     di sospirosi affetti;
     tal che in due grate lacrime risiede
     70qual più ne giova desïar mercede.

Coppia gentil, cui di suo dolce spirto
     amor soave informa,

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     io so ben che non falla
     messe in gran copia d’afrodisio mirto,
     75nè suoni o feste o luce a’ tuoi sponsali.
     Come intanto nebbiosa ombra s’avvalla
     e fa spiraglio il sole
     in tra l’ardue carole
     delle raminghe nubi, io tale un riso
     80veggio passarvi sul commosso viso.

Forse l’amor che ambo vi tragge in mezzo
     alla polve del mondo
     medita vostra mente?
     Forse quel vol che voi franca dal lezzo
     85di quest’età corrotta? I fiori forse
     che sparge ai vostri piè tutta la gente?
     O l’insueta calma
     che inspirate nell’alma
     di chi non prova al mondo altro che noia,
     90ed or vostra mercè s’apre alla gioia?

24 ottobre 1872.

Note

  1. [p. 231 modifica]ode stampata nel 1872 in Rimini nella tip. Malvolti. Il principe Alessandro, padre di Anna Maria, ebbe tra gli altri suoi meriti, quello di prosciugare il lago del Fucino che co’ suoi miasmi faceva tante vittime.