Poesie varie (Pascoli)/1882-1895/A un amico di mio padre

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A UN AMICO DI MIO PADRE1



Amici suoi che foste, avete udita
mai la sua voce? “ O tomba oscura e forte,
in cui m’affanna i sonni della morte,
4ineluttabil incubo, la vita!

Ah! vivo io, vivo. O prole mia sfuggita
a questa forse invidiata sorte,
come risuona sempre a queste porte
8la tua querela timida, infinita!...

L’uno va nudo e solo ramingando;
qui sosta e piange. Un altro derelitto
11odo in segreto disperar lontano.

E le mie bimbe gemono pensando
al muto grido che per loro io gitto,
14alle mie braccia per lor tese, invano „.

1893.
Il figlio che ha udito quella voce.

Note

  1. [p. 233 modifica]è Gaspare Finali.