Portale:Testi/Sezioni

Da Wikisource.
Gestione delle sezioni del Portale testi

Categoria: Gestione del portale testiPortale testi   Gestione delle sezioni del portale 


Questa pagina permette di visualizzare e modificare ciò che si vuole che appaia nei riquadri di cui è composto il Portale Testi.

  • Per modificare il contenuto delle singole sezioni clicca sul link [modifica] nell'intestazione di ciascuna di esse
N.B. I cambiamenti apportati alle sezioni di questa pagina saranno visibili immediatamente sul portale!

Come funziona[modifica]

La pagina Portale:testi costituisce l'impalcatura tabellare entro cui sono richiamate tramite trasclusione selettiva le sezioni elencate qui sotto. La struttura del portale è la seguente

Intestazione del portale
Colonna di sinistra
colonna di destra
  • Le varie sezioni citate nella tabella qui sopra sopra sono contenute in pagine apposite, e a loro volta richiamate tramite trasclusione selettiva.
  • Queste varie sezioni si alternano casualmente entro i loro riquadri, tramite il Template:NumeroCasuale.
  • Questa pagina (Portale:Testi/Sezioni per intendersi) contiene l'involucro dei singoli riquadri che appaiono nel portale. Ogni sezione contiene
    • Il riquadro-cornice da far entrare nella tabella
    • Nella sezioni della colonna di sinistra il richiamo alle sezioni contenute in altre pagine, da alternare casualmente.

Domande?[modifica]

Se hai domande, dubbi, proposte o necessiti di chiarimenti lascia un messaggio nella pagina di discussione o chiedi lumi a qualche amministratore.

Intro[modifica]

Benvenuti nel Portale dei testi di Wikisource: da qui si può partire per muoversi tra i testi e leggere periodicamente approfondimenti su alcuni di essi: buona navigazione!


Testo in evidenza[modifica]

i testi richiamati in questa sezione sono raccolti in questa pagina.

modTesto in evidenza
Dei delitti e delle pene è un saggio scritto dall'illuminista milanese Cesare Beccaria tra il 1763 ed il 1764.

In questo breve trattato l'autore si pone con spirito illuminista delle domande circa le pene allora in uso. Nel 1766 il libro viene incluso nell'indice dei libri proibiti a causa della sua distinzione tra reato e peccato.

Alcuni studiosi ritengono, con buone ragioni, che l'opera sia stata scritta da Pietro Verri e pubblicata anonima a Livorno per paura di attirare sull'autore i fulmini del governo austriaco. Beccaria accettò di prestare il suo nome al libro di Verri, il quale poi, di fronte al successo dell'opera, si pentì della scelta. Ma a quel punto lo stesso Beccaria si trovò in una situazione imbarazzante e decise di mantenere la "firma" all'opera. Se si legge con attenzione La storia della colonna infame di Alessandro Manzoni , si troveranno tra le righe, velate indicazioni sulle "cautele" di Verri.



Incipit[modifica]

i testi richiamati in questa sezione sono raccolti in questa pagina.

mod Chi ben comincia...

Ci sono libri che iniziano così:


Durante la guerra federale degli Stati Uniti, nella città di Baltimora, quindi nel bel mezzo del Maryland, si costituì un nuovo ed influentissimo club. È noto con quanta energia sviluppossi l'istituto militare presso questo popolo d'armatori, di mercanti e di meccanici. Molti negozianti spiccarono un salto al di là del loro banco per improvvisarsi capitani, colonnelli, generali, senza compiere gli studî nelle scuole d'applicazione di West-Point; in breve essi uguagliarono «nell'arte della guerra» i colleghi del vecchio continente, ed al pari di loro riportarono qualche vittoria in virtù dello spreco di palle da cannone, di milioni e d'uomini.

Ma dove gli Americani lasciaronsi addietro di molto gli Europei fu nella scienza della balistica. Non vuolsi già dire che le loro armi raggiungessero un grado maggiore di perfezione, ma esse offrirono inusate dimensioni, ed ebbero perciò lunghezza di tiro fino allora sconosciuta. In fatto di tiri radenti, ficcanti o di lancio, di fuochi di sbieco, d'infilata o di rovescio, gli inglesi, i francesi, i prussiani non hanno più nulla da imparare; ma i loro cannoni, i loro obici ed i loro mortai non sono che pistole da tasca in confronto dei formidabili attrezzi di guerra dell'artiglieria americana.

Ciò non deve arrecar sorpresa veruna. I Yankees, primi meccanici del mondo, sono ingegneri, come gl'italiani sono musicisti ed i tedeschi metafisici dalla nascita. E però non v'ha nulla di più naturale del vederli apportare nella scienza della balistica l'audace loro ingegno. Di quei giganteschi cannoni, meno utili assai delle macchine da cucire, ma sorprendenti del pari ed ancor più ammirati, conosconsi in questo genere le maraviglie di Parrot, di Dahlgreen, di Rodman. Agli Armstrong, ai Palliser ed ai Treuille di Beaulten più non rimase che inchinarsi davanti ai loro rivali d'oltre mare.


come prosegue?

Immagine in evidenza[modifica]

i testi richiamati in questa sezione sono raccolti in questa pagina.

modImmagine in evidenza

 
Avea già 'l foco appresa
la città tutta, e già le fiamme e i vampi
ne ferian da vicino, allor che 'l vecchio
cosí dicea: "Caro mio padre, adunque, -
soggiuns'io - com'è d'uopo, in su le spalle
a me ti reca, e mi t'adatta al collo
acconciamente: ch'io robusto e forte
sono a tal peso: e sia poscia che vuole:


Fuga di Enea da Troia, di Federico Barocci (1598), Museo di Villa Borghese a Roma



ch'un sol periglio, una salute sola
fia d'ambedue. Seguami Iulo al pari;
Creúsa dopo ...


Eneide, Libro II, vv. 1150-1160...

Traduzione[modifica]

i testi richiamati in questa sezione sono raccolti in questa pagina.


modTesti a fronte

La favola di Fedro del Lupo e dell'Agnello è un saggio di triste denuncia della prepotenza dei violenti sui deboli innocenti.

Ad rivum eundem Lupus et Agnus venerant
Siti compulsi; superior stabat Lupus
Longeque inferior agnus. Tunc fauce improba
Latro incitatus iurgii causam intulit.
«Cur» inquit «turbulentam fecisti mihi
Aquam bibenti?» Laniger contra timens:
«Qui possum, quaeso, facere, quod quereris, lupe?
A te decurrit ad meos haustus liquor».
Repulsus ille veritatis viribus:
«Ante hos sex menses male» ait «dixisti mihi».
Respondit agnus: «Equidem natus non eram».
«Pater hercle tuus» ille inquit «male dixit mihi».
Atque ita correptum lacerat iniusta nece.
Haec propter illos scripta est homines fabula,
Qui fictis causis innocentes opprimunt.

A un rio medesimo, da la sete spinti,
L'Agnello e 'l Lupo eran venuti. Il Lupo
Al fonte più vicin; da lunge assai,
Bevea l'Agnello; allor che ingorda fame
Punse il ladron a ricercar tal rissa.
Perchè l'acqua, a lui dice, osi turbarmi?
L'Agnel tremante: intorbidar poss'io
L'onda, che dal tuo labbro al mio trascorre?
Quegli vinto dal ver: ma tu soggiugne,
Fin da sei mesi con acerbi motti
M'oltraggiasti: io non era allora nato,
L'Agnel risponde: affè, riprende il Lupo,
Che villania il padre tuo mi disse.
Così l'addenta, e ne fa ingiusto scempio.
La favoletta per coloro è scritta,
Che con falsi pretesti i buoni opprimono.

Indice dei testi[modifica]


Ricorrenze[modifica]


Collabora[modifica]

Aiutaci!
Hai riscontrato problemi o difficoltà nell'utilizzo del portale? Segnalale pure: clicca qui!

Vuoi aiutarci a migliorare il Portale Testi? Vuoi suggerire un testo da porre in evidenza? Fai un salto nel retrobottega!