Scritti vari (Ardigò)/Giudizi e pensieri/Giudizi

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Giudizi e pensieri Giudizi e pensieri - Pensieri
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GIUDIZI


1.


Padova, 26 novembre 1892.

Al prof. Gaetano Trezza è da attribuirsi una parte grandissima nell’opera del risveglio alla vita del pensiero moderno della nuova Italia. E ciò perchè, interpretando egli colla sublimità del sentimento che inspira ad un anima privilegiata il vero scoperto dalla scienza, facilmente ha potuto entusiasmare di esso la gioventù insofferente del pregiudizio.

(L’Adige, Verona, 28 novembre 1892).


2.


Leone XIII. Umanista forbito, se pure di valore non più che modesto; vita operosa, se pure senza gesta di insolito splendore; esempio bello di contegno misurato; molto nobilmente sedette da tanti anni a capo della Chiesa. Se l’aureola della posizione di Vicario di Cristo di quell’uomo dal rigido costume e dalle ingenue divozioncelle lo rende adorabile ai fedeli fervorosi, ne ha guadagnato il rispetto anche dei non credenti la dignità non mai [p. 262 modifica]smentita nel disimpegno del difficile e gelosissimo ufficio affidatogli.

Con lui nell’assetto della Chiesa, tanto accortamente lungo i secoli stabilito, non si azzardarono iniziative inconsulte e turbatrici; chè anche le solenni sue encicliche, preconizzanti riforme religiose, morali, scientifiche, politiche, sociali, o non ebbero una portata veramente innovatrice, o, avendola in qualche modo, echeggiarono in fine ogni volta quali accademiche esercitazioni retoriche, senza un apprezzabile effetto. E se, del fare cauto, il merito ha da essere attribuito soprattutto alle tanto avvedute tradizionalità regolatrici della Curia romana, è da farne parte anche a lui, che non si può dire, che non vi si adattasse.

E così con lui la Chiesa, questo prodotto imponentissimo di tanti secoli di operosità maravigliosa, si mantenne ancora ben salda, malgrado il contrasto formidabile della modernità: pure essendo evidente, che è finita l’era delle nuove conquiste, ed è già da tempo incominciata quella della pura difesa, combattuta sì ancora poderosamente, ma perdendo terreno sempre; e di fuori, di fronte al prevalere della scienza e del potere civile; e di dentro, coll’infiltrarsi nello stesso clero, specialmente in qualche parte del mondo cattolico, insidiose tendenze ammodernatrici, e col rilassarsi in basso per ogni dove delle credenze e delle osservanze.

(Veneto, Padova, 21 luglio 1903).


3.


— Buono con tutti, inflessibilmente retto, ideale alto e nobilissimo, pensiero e parola olimpicamente splendida; ecco i tratti della grande figura di Giovanni Bovio.

(Rassegna mensile del pensiero moderno, Napoli, aprile 1905. Numero per l’anniversario della morte di Giovanni Bovio. Sotto il ritratto in principio dello stesso numero).
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4.


Giuseppe Mazzini? Tutta l’anima per l’ideale santo della indipendenza e della libertà della sua grande patria, e l’opera febbrilmente attiva della vita intera per essa, e malgrado gli ostacoli più minacciosi e le disillusioni più amare e i sagrifici più sanguinosi, e senza mai nè temere, nè disperare e vederlo infine quasi raggiunto, è questa la sua gloria.

(Numero unico, Mazzini, giugno 1905, Milano).


5.


«Sublime figura quella dell’apostolo dell’avvenire, quale fu veramente Giordano Bruno! Le età che gli succedettero e lo seguirono nella nobile apostasia, compensarono poi colla apoteosi il supplizio selvaggio, onde fu immolato dalla sua, dimostrando così, ancora una volta, che la civiltà è la soluzione giusta e benefica di un dramma tragico.

(Giordano Bruno, numero unico, pubblicato a cura della Parola, Catanzaro, 17 aprile 1914).