Storia della rivoluzione piemontese del 1821 (Santarosa)/Sentenza 10 maggio 1822 (Senato di Genova)

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Sentenza 10 maggio 1822
(Senato di Genova)

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Sentenza 10 maggio 1822
(Senato di Genova)
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Documento R, pag. 94.

SENTENZA

IL SENATO DI S. M. IN GENOVA SEDENTE

Nella causa del R. Fisco

CONTRO


SIMONDI Michele del fu Gioachino, nativo di Sanfrè provincia d’Alba.
SARAUD Giuseppe del fu Benedetto, nativo di Contes provincia di Nizza marittima.
ROBIOGLIO Pietro di Gio., nativo di Croce Morso provincia di Biella.
ROLLA Leone di Defendente, di Torino.
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Stati già tutti quattro, cioè il SIMONDI foriere maggiore, il ROBIOGLIO foriere nella 3ª compagnia, il FARAUD ed il ROBIOLA forieri della 4ª compagnia del 4° battaglione dell’ora soppressa legione reale leggera.

CONTUMACI ED INQUISITI IN COMUNE

Di delitto di lesa maestà in primo grado, per essere stati con premeditato consiglio i principali autori della ribellione e della sommossa popolare e promotori de’ tumulti seguiti in questa città nel dì 23 marzo 1821 e giorni successivi, e diretti a procurare, promuovere e sostenere lo sconvolgimento del legittimo governo di S. S. R. M., non ostante la di Lei dichiarazione del 16, pubblicata nel 21 dello stesso mese. — Avendo nella mattina del 23 detto marzo fatto insorgere nel quartiere delle Grazie e prender le armi a tre compagnie della suddetta legione reale leggera, ed usciti alla testa di esse, ad onta degli ordini contrari del signor luogotenente colonnello cavaliere Morra e delle opposizioni dell’aiutante Dho, averle condotte gridando: Viva la Costituzione, e traendo seco tumultuosamente molti del popolo, in prima al palazzo detto Ducale, ove hanno sovvertita altra compagnia di detta legione ivi posta di guardia, non ostante l’opposizione del sotto-tenente Petrini che la comandava, e poscia ad assalire, seguitati dalla crescente folla, il palazzo di S. E. il signor governatore, il quale fu strascinato tra i rivoltosi, da questi percosso, malmenato e minacciato di morte.

Ed in particolare

I SARAUD, ROLLA e ROBIOGLIO per avere, previa conferenza col SIMONDI, eccitati in una sera precedentemente prossima al detto giorno 23 marzo, i bass’ufficiali, mentre erano radunati a cena nel quartiere delle [p. 273 modifica]Grazie, a seguitare il partito della costituzione di Spagna, lusingandoli, che con ciò avrebbero ottenuto promozioni e vantaggi, ed essendo il ROLLA salito sopra la tavola per maggiormente persuaderli con discorsi relativi.

Il SARAUD per avere, nell’atto che uscivano dal quartiere, respinto con urti l’aiutante maggiore Dho, perchè voleva opporvisi, e per aver egualmente respinto il sottotenente Petrini sulla piazza del palazzo Ducale, mentre voleva soffermarli.

I SARAUD e ROLLA per avere pochi passi distante dal suddetto quartiere ucciso con due colpi di schioppo il capitano Arnaud nel punto in cui tentava di ricondurre al dovere le sediziose tre compagnie.

Il SIMONDI per avere colla sciabola sguainata afferrato per le vesti S. E. il signor governatore mentre discendeva per le scale del suo palazzo a fine di sedare il tumulto, e strascinandolo fin sulla piazza di Banchi, averlo consegnato nelle mani dei ribelli, e per aver inoltre disarmato e separato dal detto signor governatore il signor cavaliere Rey, che si adoprava per difenderlo, ed averlo obbligato a risalire nel palazzo per acclamarvi dalle finestre la Costituzione, e per avere altresì percosso e tentato di ferire colla sciabola il maggiore Giustiniani.

Unite le classi ed udita la relazione degli atti, ha pronunciato e pronuncia doversi condannare, siccome condanna li suddetti contumaci Michele SIMONDI, Giuseppe FARAUD, Pietro ROBIOGLIO e Leone ROLLA nella confisca de’ loro beni, nella pena di morte per mezzo della forca da eseguirsi, stante la loro contumacia, in effigie; e solidariamente nelle spese, dichiarando li medesimi esposti alla pubblica vendetta come nemici della patria e dello Stato, e incorsi in tutte le pene e pregiudizi [p. 274 modifica]imposti dal regio regolamento contro i banditi di primo catalogo, nel quale manda li suddetti inscriversi.

Genova, li 10 maggio 1822.

Per detto Ecc. R. Senato
Finolo Seg. Crim.