Stratagemmi/32

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Leonida

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Polieno - Stratagemmi (II secolo)
Traduzione dal greco di Lelio Carani (1821)
Leonida
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Leonida


Facendo Leonida la giornata a Termopila, attese l’inimico in un luogo stretto e serrato, e con ciò la immensa moltitudine dei barbari contro lui diretta non poté far alcuna cosa che tornasse lor bene. Leonida volendo attaccar la battaglia e veggendo come certi nuvoli oscuri si raunavano insieme, rivolto a capitani si gli disse. Egli non deve parer maraviglia se le saette, ed i tuoni si destano; perciocchè egli è necessario, che così intervenga per lo movimento e la impressione dell'astro maggiore. Perché apparendo di molti segni nell’aria, antivedendo i soldati di Leonida quel che doveva avvenire, con allegrezza di animo si misero tosto in punto di combattere. Per lo contrario i nemici tutti spaventati mancarono d’animo a mettersi al pericolo; il che fu la cagione, perché eglino furono vinti in battaglia. Leonida in una spedizione in paese nemico divise le sue truppe, giunta la notte, in molti drappelli, e comandò loro che, dato il segno, gli uni dovessero [p. 33 modifica]accingersi a tagliare gli alberi, e gli altri ad incendiare il villaggio. I nemici vedendo dalla città l'esterminio che per ogni dove facevasi in quei dintorni, credettero di gran lunga ad essi superiore l' esercito di Leonida, e non osando cimentarlo, vidersi loro malgrado condur via il grosso bottino fatto sulle proprie terre.