Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli/Nota dell'editore

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Nota dell'editore.

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Trattato dell'imbrigliare, atteggiare e ferrare cavalli Narratione ai lettori


[p. i modifica]

AL

MOLTO ILLUSTRE


MIO SIGNOR

OSSERVANDISSIMO

IL SIGNOR

GIO. BATTISTA OLEVANO.

NE la grandezza, benche sublime, de’ suoi maggiori: nè lo splendore, quantunque illustre della famiglia Olevana; mà il grido honorato delle Heroiche virtù di V.S. Illustre, che in questa Città, con singolar mio diletto, mi percuote del continuo l’orecchio, m’hanno spinto à dedicarle questo utile, & dilettevol libro. Et il glorioso suono della fama, e virtù sua, fa ch’io mi rallegri con la nostra commune Patria d’un tanto figliuolo, e con V.S. Illustre festeggi d’una tanta Madre, che come solita à produr’homini d’eccellente virtù hà voluto porre nella persona di lei ogni suo sforzo maggiore. E chi non rimarrebbe confuso, padron mio, havendo prima veduto V.S. Illustre ne gli Anni suoi più fioriti, ne’ gesti cavalereschi, e ne’ giochi, e feste, che sogliono i giovani, & innamorati cavalieri rappresentare, per dar giocondo [p. ii modifica]spettacolo alle da loro riverite Dame, talmente immerso, che senza lui non li potevano conchiudere, e conchiuse senza lui effettuare, e’l rimanente del tempo, tutto speso in giocar d’armi, e maneggiar Cavalli: e poi nella virilità, farsi scorgere tanto ricco di belle lettere, ch’è stato bastante à ritornar’in vita, in casa propria, la già del tutto estinta Academia Affidata, e poi dar campo alla già famosa Adunanza INTENTA tanto nelle vicine provincie celebrata? Questi, Sig. mio, sono miracoli d’ingegno, e di valore, e però non è maraviglia se io invaghito di così chiara Tromba, col mezo delle fatiche altrui, e della divotione mia procuro di consacrarmele servitore, supplicandola hora humilmente à gradire la mia servitù. (qualunque si sia) & insieme questo picciol segno, che vengo ad offrirle, che sarà come una gocciola d’acqua nel mare del suo valore, offerto per tributo della mia affettuosa divotione. Sortiscano sempre glorioso fine i suoi alti dissegni, come io le bramo, & priego dal Cielo, & con ogni riverente affetto senza più le bacio le mani.

Di Venetia il dì 30. Aprile 1603.


Di V. S. molto Illustre
Divotissimo Servitore

Vincenzo Somasco