Versi del conte Giacomo Leopardi/Sonetto II

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Sonetti in persona di ser Pecora fiorentino beccaio
Sonetto II

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SONETTO II


Su, scaviglia la corda. Oh ve’, gavazza
     E tripudia e ballonzola e saltella:
     Non de’ saper che ’l bue qui si macella:
     Via, per saggio, lo tanfana e lo spazza;
5Via gli fruga la schiena e gli spelazza:
     E’ dà nel foco giù da la padella.
     Le corna gli ’mpastoia e gli ’ncappella;
     Ammanna la ferriera, e to’ la mazza.
Su, Cionno, ravvilúppati ’l grembiale,
     10Gli avvalla il capo, cansa la cozzata,
     E giuca de la vita e de le braccia.
Ve’, s’arrosta e s’accoscia: orsù, non vale:
     Gli appicca, Meo, sul collo una bacchiata,
     Fa che risalti in piede, e gli t’abbraccia,
               15E ’l tira, e gli ricaccia
     Le corna abbasso, e senza discrezione
     Gli accomanda la testa a l’anellone.