Vita del glorioso martire s. Secondo (1823)/Della solenne traslazione delle sacre reliquie di san Secondo

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Della solenne traslazione delle sacre reliquie di san Secondo

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Vita del glorioso martire s. Secondo cittadino d'Asti Estratto

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DELLA SOLENNE TRASLAZIONE
DELLE SACRE RELIQUIE
DI SAN SECONDO.


Nell’anno 1597, essendo Vescovo d’Asti Monsignore Gio. Stefano Ajazza dubitandosi, che per l’umido cagionato dal sotterraneo scurolo avrebbe corso rischio il Corpo di S. Secondo di patire, si stabilì di levarlo dallo scurolo suddetto, e riporlo sotto l’altar maggiore. Ordinossi adunque, mercè la liberalità del Serenissimo Duca Carlo Emanuele il Grande, una ricca cassa d’argento, e ottenuto dal Pontefice Clemente VIII un breve in data dei 22 marzo 1597, col quale veniva accordata facoltà di fare una solenne traslazione del Corpo di S. Secondo con indulgenza plenaria a tutti i Fedeli dell’uno e dell’altro sesso, che pentiti, confessati, e comunicati avessero il primo giorno di giugno visitato la chiesa del Santo, e fossero intervenuti alla processione in tal [p. 39 modifica]giorno stabilita dal Vescovo, si fece poscia un generale invito a tutti i Vicari foranei, e Parrochi della Diocesi, come pure a tutti i Sindaci delle Città, e Luoghi ad intervenire con torchia alla suddetta processione come in fatti seguì. Partitosi da Torino sua Altezza Reale il Duca Carlo Emanuele in compagnia della Serenissima sua Consorte Catterina d’Austria, e giunti alle porte della Città furono incontrati da Monsignore Ajazza, dal sig. Conte Masino Cavaliere del supremo ordine, e Governatore allora d’Asti, e dal signor Domenico Belli Consigliere di Stato, accompagnati questi da molti Cavalieri, e Gentiluomini con tutta la cavalleria, ch’allora trovavasi in Asti, sotto il comando del sig. Don Sanchis Commissario generale. Fecesi la solenne entrata circa le ventiquattrore; andando S. A. il Duca a cavallo, e la Duchessa in carozza, accompagnata da cinquanta e più altre carozze, presero indi albergo nel già preparatogli palazzo del prefato sig. Belli. Quella stessa [p. 40 modifica]sera portossi Monsignore alla Chiesa del Santo accompagnato da molti Canonici unitamente al sig. Canonico Belli Vicario Vescovile, ed ivi giunto primieramente fece la benedizione della cassa d’argento, indi s’inviarono verso la grotta, ove giaceva il Corpo, dove, fatte alcune preci, e cantati diversi inni, fu presa la cassa di piombo, in cui giaceva il Corpo di S. Secondo, e trasportata nella sagrestia; chiamarono indi il sig. Medico Matteo Sartoris, che levò dalla cassa di piombo il sagro Corpo, e lo ripose in quella d’argento. L’atto fu rogato dal nobile Annibale De-Rubeis segretario, e cancelliere della mensa vescovile; sigillata quindi la cassa coll’impronto dell’armi vescovili, fu riposta in sicuro luogo fino all’indomani. Alla mattina il giorno primo di luglio sul far del giorno cominciarono a comparir gl’invitati, particolarmente i Parrochi co’ loro popoli, e Confraternite con croce inalberata cantando inni a gloria del Santo. [p. 41 modifica]

Venuta l’ora della messa pontificale, Monsignore accompagnato dai Canonici della Cattedrale, e da alcuni Feudatarj della sua Chiesa s’inviò alla Collegiata, ed ivi appena vestito delle pontificali paramenta arrivarono lo loro Altezze Serenissime per assistere alla solenne funzione. Al dopo pranzo circa le ore diecinove vestito di nuovo il Vescovo di ricco piviale, seguito da Sua Altezza il Duca con alcuni Cavalieri si portò alla sagrestia, ove esisteva la cassa, ed ivi prese le sante Reliquie le portarono sopra l’altar maggiore, ove apertasi la suddetta cassa da Monsignore ne prese la testa, e la diede a baciare alle loro Altezze, indi nuovamente la ripose al suo luogo, e immantinente si diè principio alla processione. Dopo il Capitolo della Cattedrale seguivano quattro, che portavano la cassa, e v’era in seguito S. A. S. Catterina d’Austria sua consorte con torchie portate dai Paggi accompagnati dal Corpo di Città, e Vassalli della Chiesa d’Asti, e nel levare la cassa volle il piissimo [p. 42 modifica]Duca dare un contrassegno di sua divozione verso il Santo, prendendo un’asta del baldacchino, al cui esempio furono prese le altre, cioè una dal Marchese d’Este, l’altra da Sigismondo suo fratello, e la quarta dal Conte Silla Roero grande Scudiere di S. A., da’ quali fu portato il baldacchino fino alla porta della Chiesa, indi da S. A. fu consegnata al sig. Conte Giulio Cesare Massetti di Frinco allora Sindaco della Città, e gli altri le consegnarono a’ Decurioni, cantandosi per istrada il seguente

INNO

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Passò la processione avanti la Chiesa di S. Catterina; indi entrò nella Cattedrale, ed ivi riposarono sull’altar maggiore le sante Reliquie, e si recitò il seguente mottetto: Lætemur Cives Astenses, exultate Deo, jubilemus omnes in Translatione B. Secundi Martyris, nemini secundi, et Tutelaris nostri, ut ipse pro Carolo Emanuele Duce nostro, et Catherina, ac Serenissima Prole, pro nobisque intercedat ad Dominum Deum nostrum. Recitato il mottetto s’ordinò di nuovo la processione alla volta della Collegiata, dove giunti, recitate nuove preci, si diè la benedizione colle sacre Reliquie, e poi si collocò la cassa sotto l’altar maggiore, assicurandola con doppia chiave, restando una di esse appresso il Vescovo, l’altra presso il Capitolo della Collegiata, avendo riposto nella suddetta urna una lastra [p. 46 modifica]di metallo intagliata con vaghi fregi con le seguenti parole:

CORPVS GLORIOSI MARTYRIS
S. SECVNDI ASTEN. TVTELARIS
TRANSLATVM
AVCT. CLEM. PAPAE VIII.
KAL. IVNII ANNO D. 1597.
IO. STEPH. AGATIA EPISCO. ASTEN.
PRAESENTIBVS CAROLO EMANVELE
ET CATHARINA AVSTRIACA
SABAVDIAE DVCIBVS.

Prima di dar fine alla presente Vita stimo opportuno di dare una breve notizia dei due Corpi, che esistevano nello scurolo nelle due casse latterali a quella di S. Secondo; giacchè il sig. Canonico Gallizia nelle vite dei Santi, che fiorirono ne’ dominj della R. Casa di Savoja, ed in fine della Vita di S. Secondo, dice che sarebbe a desiderarsi d’intendere di chi sieno le Reliquie conservate nelle due casse di marmo, che stavano nello scurolo, in vista delle parole scolpite in una lapide colà pure esistente, in cui si legge: Hic requiescunt Corpora Sanctorum.

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Per testimonianza del P. Malabaila nel suo opuscolo intitolato: Esortazione a’ Cittadini d’Asti del 1644, del Bossola, e dell’Ughelli nell’Italia sacra, si sa che sono state collocate quelle due casse unitamente con quella di S. Secondo nella grotta sotterranea, e furono sempre tenute per Reliquie dei Santi Compagni di S. Secondo. Nel 1695 alli 21 di maggio visitando il Vescovo Milliavacca la Collegiata volle pur visitare lo scurolo sotterraneo in un col sito, ove giacea anticamente il Corpo di S. Secondo, e vide colà pure altri due Corpi di Martiri, come aveano pur fatto Monsignor Roero, e Monsignor Tomati di felice ricordanza.

Nell’anno poi 1699 dal Capitolo della Collegiata si è fatta istanza al suddetto Vescovo Milliavacca, acciò permettesse la traslazione dei due Corpi santi, ne delegò a tale effetto il Provicario Generale D. Carlo Malabaila, il P. Priore della Consolata Borda per farne la ricognizione, i quali in compagnia de’ Canonici D. [p. 48 modifica]Bernardino Icardo Cantore, D. Felice Gattinara, e D. Secondo Gioanni Groppa con due Chierici con torchia accesa si portarono nello scurolo, ove aprirono una ferrata, nella quale eravi in mezzo le seguenti cifre X X; aperta questa si vide il deposito, che restava coperto con una lapide di marmo, e in essa scolpite le seguenti parole Hic requiescat in pace E. M. Enga, et Gayvi Ă R. V., e nella terza linea duas germanas, e sotto di essa lapide videro due urne di pietra una separata dall’altra, ognuna delle quali capiva un corpo umano: furono queste aperte, e dopo aver visitate, e riconosciute le sante Reliquie furono nuovamente nelle lor casse riposte; e serrata la crate di ferro mandarono ad accendersi una lampada in segno di venerazione, come del tutto ne consta per testimoniali concessi dal Vescovo Milliavacca, rogati al Consegretaro Caramagna in data dei 16 febbrajo di dett’anno.