Ahi, ch'io son morto, ahi che infernal Vesuvio
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XII
Ahi, ch’io son morto, ahi che infernal Vesuvio
M’arde il petto in seguir la costui traccia!
Che fai scarso Sileno Omai t’avaccia
Di sbottar, di sgorgar di vino un fluvio.
5Col tuo soave assonnator profluvio
Ogni mia pena micidial discaccia;
Sdegno, sete, ed amor sommerso giaccia
Dentro a questo di Bacco almo diluvio,
Così, poich’ebbe tracannato a iosa
10Cento gran giare e cento, tombolando
Di quà di là, senza trovar mai posa,
Sdraiato al fine, e di se tutto in bando,
Ei s’addormì, coll’ampia abbominosa
Bocca terribilmente rimugghiando.