Aiace (Sofocle - Romagnoli)/Terzo stasimo

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Terzo stasimo

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Sofocle - Aiace (445 a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
Terzo stasimo
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TERZO CANTO INTORNO ALL’ARA



coro
Strofe
Fremo di gaudio, pel giubilo mi spicco a voi per l’ètra.
Oh Pane, a questa spiaggia,
oh Pane, oh Pane, lànciati giú da l’aerea pietra
del Cillène cosperso di neve.
O re, fra i Numi artefice di balli1, le spontanee
danze di Nisa e Cnosso or meco intreccia lieve,
ché di danze ora son cupido.
E su l’Icario pelago giungi, di Delo re,
nel tuo fulgore móstrati,
e resta, ognor benevolo, con me.

Antistrofe
Ares2 il morbo terribile or gli sviò dagli occhi.
Evviva, evviva! E candida,
o Giove, ora la luce alma del sol trabocchi
su le navi che solcano i flutti,
poi che Aiace, dimentico d’ogni pena, dei Superi
adesso gli adorabili decreti osserva tutti.

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Lungo tempo tutto pèrmuta;
e nulla io piú negare saprei, se Aiace vidi,
contro ogni speme, il cruccio
obliare, e il furor contro gli Atrídi.


Note

  1. [p. 245 modifica]Artefice di balli: è noto che Pane era immaginato circondato da Ninfe e amante dei canti e delle danze.
  2. [p. 245 modifica]Ares era considerato autore di tutti quanti i mali, non solo di quelli della guerra.