Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/290

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Anno 290

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Anno di Cristo CCXC. Indizione VIII.
CAIO papa 8.
DIOCLEZIANO imperadore 7.
MASSIMIANO imperadore 5.
Consoli

CAIO AURELIO VALERIO DIOCLEZIANO AUGUSTO per la quarta volta, e MARCO AURELIO MASSIMIANO AUGUSTO per la terza.

Fu in quest’anno prefetto di Roma Turranio Graziano. Erano tuttavia in continuo moto i due Augusti Diocleziano e Massimiano, così esigendo le turbolenze di que’ tempi. Le leggi citate dal Relando e dal Tillemont2740 ci fan vedere Diocleziano nell’anno presente, ora a Sirmio nella Pannonia, ora a Bisanzio nella Tracia; ed una ancora si trova data in Emesa, città della Mesopotamia, ancorchè difficil sia l’accordar insieme viaggi cotanto disparati, fatti in poco tempo. Ma quando sussista, come si fece a credere il padre Pagi2741, che il panegirico di Eumene (creduto Mamertino da altri) fosse recitato nel presente anno, certamente di là apprendiamo2742 che Diocleziano dalla Soria era venuto nella Pannonia, da dove poi il vedremo calare in Italia. Fa menzione il medesimo panegirista de’ Saraceni vinti e fatti schiavi dallo stesso Diocleziano; ma ignoto ci è se fosse in questa o pure nella precedente andata di esso Augusto in Oriente. Non è già improbabile che circa questi tempi cominciassero altre nuove rivoluzioni nell’imperio romano, delle quali ci hanno conservata memoria Aurelio Vittore2743 ed Eutropio2744. Già la Bretagna restava come smembrata da Roma per la occupazione fattane da Carausio, benchè fosse succeduto quell’apparente accordo, di cui s’è parlato di sopra. Sollevossi anche nell’Africa un Giuliano, il quale, se dobbiam credere al Goltzio2745, in cui mano fortunatamente caddero le medaglie di quasi tutti i tiranni (voglia Dio che tutte legittime), portava il nome di Quinto Trebonio Giuliano, ed2746 assunse il titolo d’Imperadore Augusto. Nella stessa Africa ancora erano in armi, non so se barbari o pure ribelli, i popoli quinquegenziani, dei quali non troviamo altrove memoria, col restar solamente sospetto che tal nome prendessero cinque popoli confederati insieme. E non andava l’Egitto esente da somiglianti turbolenze. Quivi Lucio Epidio Achilleo (così è nominato nelle medaglie) aveva preso il titolo di Augusto; e sembra che stendesse il dominio, se non in tutta, almeno in buona parte di quella provincia. Da esse medaglie apparisce ch’egli tenne per cinque anni quel dominio; ma non sappiamo quando questi avessero il principio. Aggiungasi che i Persiani, i quali presso alcuni scrittori si veggono tuttavia appellati Parti, non mai quieti, qualor se la vedeano bella, pizzicavano le contrade romane dell’Oriente; impegni tutti di gran considerazione per i due regnanti imperadori.