Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870)/Rassegna bibliografica/Supplemento nono alle notizie bibliografiche dei lavori pubblicati in Germania sulla Storia d'Italia

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Alfred von Reumont

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Supplemento nono alle notizie bibliografiche dei lavori pubblicati in Germania sulla Storia d’Italia
Rassegna bibliografica - Documenti dei re italiani e borgognoni dal 888 al 947 Rassegna bibliografica
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SUPPLEMENTO NONO

alle

NOTIZIE BIBLIOGRAFICHE

nei lavori pubblicati in germania

SULLA STORIA D’ITALIA

compilate

DA ALFREDO REUMONT




Bonna sul Reno, Settembre 1870.




(Vedi Archivio Storico Italiano, Serie III, vol. V, parte II)



ABEGG, vedi JAHRBUCH.


ABEL, Sigurd, Papst Hadrian I und die weltliche Herrschaft des romischen Stuhls (P. Adriano I e il dominio temporale della Santa Sede).

Nelle Forschungen zur teutschen Geschichte, voi. I. Gottinga, 1862. In questa dissertazione si difende l’autenticità delle donazioni Caroline, ma si espone eziandio l’antagonismo tra il pontefice e Carlo poi imperatore, riguardo al significato dell’autorità pontificia nei dominii dati e confermati alla Chiesa.


ALLMEHS, H., Die altchristliche Basilica als Vorbild des protestantischeni Kirchenhaus (L’antica basilica cristiana modello dell’architettura ecclesiastica tra i protestanti). Oldemburg, 1869, 8vo.


ANSCHÜTZ, vedi Bluhme.


ANTHIENY, Joh., Der papstliche Nuntius Carl Carafa. Ein Beitrag zur Geschichte des dreissigjahrigen Krieges (Carlo Carafa nunzio pontificio. Saggio per servire alla storia della guerra di trent’anni ) Berlino, 1869, in 4to.

La «Relazione dello Stato dell’imperio e della Germania fatta dopo il ritorno dalla sua nunziatura appresso l’imperatore, 1628», [p. 198 modifica]pubblicata da J. G. Müller nell’Archiv für die Kunde östreich. Geschichtsquellen, vol. XXIII, pag. 101-449 (Vedi Ranke, Röm. Päpste, nelle note del III vol. al num. 1121. Di Carlo Carafa sono: Commentaria de Germania sacra restaurata, prima ediz. Antverp. 1640. Esso rimase nunzio presso Ferdinando II dal 1621 al 28.


ASCHBACH, Joseph, Die Anicier und die römische Dichterin Proba (Gli Anicj e Proba poetessa romana). Vienna, 1870, 8vo.


Dai Sitzungsberichte dell’I. Accademia delle scienze di Vienna, classe filos. stor., vol. LXIV, 1870. - La presente dissertazione sulla famiglia più ragguardevole delle epoche posteriori dell’Impero, più che non alla storia medievale, spetta a quella del mondo antico: pure essa ha da citarsi nel presente luogo, inquantochè gli Anicj, dei quali incontriamo le prime traccie nel quarto secolo anteriore all’era cristiana e nella città di Praeneste, spariscono solo in mezzo alle tremende rovine di Roma nell’ultimo periodo del dominio gotico. E nemmen’allora spariscono interamente, giacché la famiglia di San Gregorio Magno era d’origine Anicia, mentre ne continuarono le tradizioni, a dir il vero incertissime, nella storia di parecchie delle maggiori case di Roma medievale. La genealogia degli Anicj, inserita dal Reinesio nel Syntagma Inscript. ant., essendo inesattissima, e molti essendo gli studi fatti intorno ad essi, nello scorso secolo particolarmente dal Corsini nei Prefetti di Roma, nel nostro dal Borghesi, De Rossi ed altri, è naturalissimo il desiderio di un nuovo lavoro che abbracci i risultati sinora ottenuti. L’Aschbach raccolse ed ordinò diligentemente le molte notizie, cercando anche di distinguere i vari rami dell’estesissima famiglia, ma non le coordinò in un albero, giudicandolo senza dubbio non ancora da eseguirsi con sufficiente esattezza. Le date intorno agli ultimi degli Anicj, a San Gregorio ec, sono incomplete. Aggiungonsi alcuni ragguagli intorno a Proba, autrice di un Centone virgiliano, e una raccolta d’iscrizioni aniciano dei secoli IV e V.


BAADER, Joseph, Die Schlacht bei Pavia nach dem Bericht eines Augenzeugen (La battaglia di Pavia secondo il racconto di un testimone oculare).

Sull’Anzeiger für Kunde der teutschen Vorzeit, 1868, num. 11. Lettera indirizzata da Milano ai duchi Guglielmo e Lodovico di Baviera da Gasparo Wintzerer, cavaliere, nobile bavarese, capitano di Lanzichinecchi sotto Giorgio Frundsberg e Marco Sittico di Hohenems.


BARTSCH, vedi JAHRBUCH.


BAXMANN, Rudolf, Die Politik der Päpste von Gregor I bis Gregor VII (La politica dei pontefici da Gregorio I sino a Gregorio VII). Elberfeld, 1868, 69, 2 vol. 8vo.

[p. 199 modifica]All’introduzione, che procede dalle origini della religione cristiana in Roma, ma specialmente dai tempi di Costantino sino ai Longobardi, fa seguito il libro I, contenente Gregorio Magno e il settimo secolo, sin al 715. Il libro II espone la politica pontificia nell’epoca degli imperatori iconoclasti e in quella dei Carolingi, dall’anno 715 all’858, ossia da Gregorio II a Benedetto III. Il volume II comprende in due libri i tempi susseguenti sino a Gregorio VII. Lavoro molto diligente e nell’insieme imparziale, quantunque nel senso protestante. L’autore, docente di teologia nella Università di Bonna, morì ivi giovine nel 1869 appena compiuta la presente opera.


BERNHARDI, Wilhelm, Matteo di Giovenazzo. Eine Falschung des XVI Jahrhunderts (M. di G. contraffazione del XVI secolo) Berlino, 1868, 4to.

Stampando i Diurnali di Matteo Spinelli nel vol. VII degli Scriptores, il Muratori non accennò ai dubbj fattigli nascere e dall’idioma e dal contenuto di tale scritto. Ne fa però menzione nelle lettere a Gian Berardino Tafuri, inserite nell' Arch. Stor. Ital., N. S., IX, 2. «Non so intendere come sia scritto in volgare - però vo sospettando, che possa taToperetta essere stata volgarizzata» (pag. 13). «Non (so) io capire, come uno scrittore contemporaneo, quale si suppone esso Spinelli, possa aver fallato in assegnare il tempo di cose accadute ai giorni suoi» (pag. 16). E a Uberto Benvoglienti, il quale, mentre credeva i Diurnali scritti veramente in volgare, quantunque forse originalmente in latino, e poi riformati nella lingua molto tempo dopo: «Io non mi ostinerei a credere originale il volgare degli Annali dello Spinelli, ma nè pure ad altri riescirebbe facile il mostrare il contrario». (Lettere inedite di L. A. Muratori, Firenze, 1854, pag. 356). Ferdinando Galiani, credendo all’autenticità dei Diurnali, ma osservando che il dialetto pugliese moderno era diverso dal napoletano, aiutavasi coll’ammettere, veramente strano, che il dialetto pugliese del dugento fosse passato a Napoli, ma venuto fuor d’uso nelle stesse Puglie! Mentre in Italia gli sbagli storico-cronologici dello Spinelli attribuivansi parte all’avere scritto esso qualche tempo dopo accadute le cose narrate, parte all’incuria ed ignoranza dei copisti, uno straniero, il duca di Luynes, tentò di raddrizzare la narrazione, argomentando che Matteo avesse notati i singoli avvenimenti secondo che accadevano, indicando il mese e il giorno e finalmente l’ora, ma omettendo spessissimo l’anno, e che poi tali note fossero state raccozzate e copiate coll’aggiungere i millesimi, ma ad arbitrio e molte volte falsamente. Con questa supposizione il dotto Francese (Commentaire historique et chronologique sur les ephémérides intitulés Diurnali ec, Parigi, 1839) si mise a disporre in altro modo i paragrafi dei Diurnali onde farli corrispondere alla cronologia nota ed accettata. Sistema adottato ancora dall’editore dei medesimi nei Monumenta Germaniae histor., (vol. XIX pag. 464-493) H. Pabst, il quale però spesso differisce dal critico francese. Metodo [p. 200 modifica]arbitrario, il quale riposa sopra fondamento fallace, giacchè di necessità suppone il primo copista essersi sottoposto a grandissima fatica, nel ridurre nell’ordine, o per meglio dire nel disordine, quale l’abbiamo in tutti i codici (dei quali non ve n’è di più antico del cinquecento), le note lasciato dal cronista del dugento. Metodo col quale poi nemmeno sanansi parecchi dei gravi sbagli dei Diurnali. Onde all’ultimo editore italiano dei medesimi, Camillo Minieri Riccio (Cronaca di M. Sp. da G. ridotta alla sua vera dizione ed alla primitiva cronologia, Napoli, 1865) non riescì difficile il confutare il critico francese, il quale, secondochè egli osserva con verità, volendo correggere la (creduta) erronea cronologia dello Spinelli, questa e gli avvenimenti confonde in modo, da rendere la cronaca tutta diversa da quella la scrisse l’autore. Non così gli venne fatto di dimostrare l’esattezza storica della narrazione, la quale egli trovasi costretto a raddrizzare in vari luoghi coll’aiuto di congetture, a dir vero, meno arbitrarie di quelle dello scrittore francese, ma che non si accordano in nessun modo coi codici.

L’edizione del Minieri Riccio non era nota al Bernhardi professor berlinese allorchè egli pubblicò la sopraccitata dissertazione che s’ingegna di dimostrare, che col sistema del Luynes adottato dal Pabst non si corregge ma al contrario si getta in confusione la cronaca; che il testo della medesima, di cui non abbiamo codice anteriore agli ultimi decenni del cinquecento, non può aver avuto altra forma nè disposizione dell’attuale, quale risulta dal lavoro fattovi dal Papebroch; che l’inesattezza nelle indicazioni di date e di fatti è tale da render inammissibile la supposizione d’uno scrittore contemporaneo e, secondo che asserisce, spesso testimone oculare; che i Diurnali sono una contraffazione del cinquecento, eseguita prima che fossero pubblicali il Tamsilla, Saba Malaspina, Niccolò da Curbio ec. coll’aiuto di qualche indagine archiviale, ma particolarmente colla scorta della cronaca di Giovanni Villani, il quale per quel periodo copiò il Malespini, e delle opere del Platina, di Biondo Flavio, di Pandolfo Collenuccio, del Fazello e d’altri; che Angelo di Costanzo è stato il primo a fare nel 1572 menzione dei Diurnali, ignoti al Fazello dodici anni prima, noti ott’anni in poi a Scipione Ammirato che li ebbe dai Gesualdi; che i Diurnali sono probabilmente fattura del Costanzo, il quale li avrebbe composti tra il 1532-68, maggiormente coll’intento di magnificare varie famiglie del regno, facendole partecipare agli avvenimenti memorandi dell’epoca sveva, e di procurare alla sua patria l’onore di possedere il primo scrittore di storia in volgare. Non entra nell’assunto delle presenti notizie di esporre minutamente le ragioni del Bernhardi, ciò che non potrebbe farsi senza ripetere la sua critica dei fatti a uno a uno, confrontandola coi testi e cogli scrittori da lui combattuti. Mi basta accennare alla disamina di due punti principali, alla storia cioè degli anni 1261-02 (Bernhardi, pag. 23 segg. M. Riccio, pag. 41 scgg.), difficile assai a raddrizzarsi, e alla data tanto combattuta della morte di Federigo II (Bernh. pag. 33 seg. M. Riccio pag. 27 segg.). Le diverse conclusioni alle quali arrivano [p. 201 modifica]il critico tedesco e l’italiano, dimostrano che non sarebbe superfluo nuovo esame, confrontando l’uno coll’altro. In ogni modo è peccato, il diligente lavoro dello storico napoletano, esimio conoscitore di quest’ultimo periodo degli Svevi e dei primordii Angiovini, essere rimasto ignoto allo scrittore berlinese.

Il Pabst, in un articolo inserito nelle Göttinger Gelehrte Anzeigen, 1868, num. 24, adottando la critica del Bernhardi, dichiarasi contro l’autenticìtà dei Diurnali.


BIRCK, Max, Marsiglio von Padua und Alvaro Pelayo über Papst und Kaiser, Kirche und Staat (M. di P. e A. P. sopra Papa o Imperatore, Chiesa e Stato). Mulheim sul Heno, 1868, 4to.

Programma scolastico. Esposizione succinta e chiara delle teorie ecclesiastico-politiche dei due protagonisti dei sistemi tra loro guerreggianti del XIV secolo.

Al medesimo argomento spetta la memoria di Emilio Friedberg: Die mittelalterlichen Lehren über das Verhältniss von Staat und Kirche. Augustinus Triumphus. Marsilius von Padua (Le dottrine del medio evo intorno alle relazioni tra Chiesa e Stato). Nel giornale pel gius canonico (Zeitschrift für Kirchenrecht), pubbl. da Dove e Friedberg, vol. VIII. Tubinga, 1809 (Intorno al Friedberg e al di lui libro: De finium Inter Eccl. et civitatem etc; vedi Bibliografia, pag. 76).

Vedi Höfler.


BLANC, vedi JAHRBUCH.


BLUHME, Friedrich, Die Gens Langobardorum und ihre Herkunft (La G. L. e la provenienza della medesima). Bonna, 1868.

Vedi Arch. Stor. Ital., III serie, vol. IX, II. 145 segg., dove si ragiona anche del vol. IV della sezione Leges nella raccolta dei Monumenta German. histor. del Pertz contenente le leggi longobardiche. Il Bluhme ha reso conto della ragione dell’edizione da lui procurata, nella Historische Zeitschrift. vol. XXI, pag. 410-421 . Esso di poi ha procurato l’edizione minore delle leggi col titolo: Edictus regum Langobardorum etv. Annover, 4869. Vedi Arch. Stor. Ital., III serie, vol. XI, p. I, pag. 208.

Al medesimo argomento spetta: Summa legis Langobardorum etc. ed. A. Anschütz. Halle, 4870. Vedi Arch. Stor. Ital., III serie, vol. XI. p. I. pag. 209.


     »      Das Pactum de Leburiis und die beneventanischen Tertiatoren. (Il Pactum de Leburiis e i terziatori beneventani).

Memoria inserita nella Historische Zeitschift, vol. XXIV, pag. 125, segg. Argomento alla medesima porgono i trattati tra i principi Longobardi e i duchi greci di Napoli riguardo alle contrade situate tra Capuae le vicinanze dell’attuale capitale, conosciute anticamente col nome di Laboriae, Laburinus campus, nell’epoca della cadente [p. 202 modifica]latinità Liburiae, Leburiae ec., finalmente Terra di Lavoro. Tali trattati, cioè quello di Arichi del 772, di Sicardo dell’836, di Landolfo od Atenolfo con Giovanni console del 933, sono stati riprodotti dal Pellegrini, Muratori, Pratilli, Canciani, ed ultimamente dallo istesso Bluhme nello Leges Langobardorum (ediz. min., pai:. 130-194). Dopo di avere esposto, come il fondamento dei trattati fosse il comune possesso, con uguali diritti, della Liburia, coll’eccezione dei beni demaniali dei principi capuani, del possesso territoriale libero ventenne di Longobardi e di Napoletani liberi, e di un terzo dell’antico possesso passato per compra regolare in mano di Longobardi e di Napoletani liberi; dopo di avere poi notalo, come tutto il rimanente dei terreni, o abitati o rimasti privi d’abitanti, fosse diviso tra le due nazioni (dividimus per medium), la Memoria esamina quale fosse la sorte degli antichi abitanti ancora superstiti. Essi erano i servi e i terziatori. Nei primi, l’autore ravvisa gli antichi coloni, dai Longobardi col rimanente dei non liberi confusi. Nei secondi, detti ancora censiles homines, esso riconosce gli antichi possessori, ora somiglianti agli Aldi longobardi, con libertà limitata, nella prima metà del decimo secolo non più nominati, sicchè abbiamo da credere che essi o comprarono la libertà intera ovvero finirono col lasciare il patrio suolo.


BLÜMMER, F., Renata von Ferrara. Lebensbild aus der Zeit der Reformation (R. di F. Ritratto dell’epoca della riforma) Francoforte, 1869, 8vo.

Vedi Renata. - La storia dell’uomo, il quale diresse la coscienza e negli anni suoi più maturi la vita della figlia di Lodovico XII, è stata nuovamente composta sulla fede di molti documenti nuovi e coll’aiuto di lunghi studi degli scritti suoi, da F. W. Kampschulte, professore a Bonna: Johann Calvin, seine Kirche und sein Staat in Genf,, vol. I, Lipsia, 1869.


BÖHMER, Eduard, vedi JAHRBUCH.


 »       J. F., Acta Imperii selecta, parte II, 1. 2. Innsbruck, 1867-68.

Vedi Not. bibl, suppl. VIII.

La vita di Gio. Federigo Böhmer ( intorno a cui vedi L. Ranke nella Historische Zeithschrift, vol. XX, e Arch. Stor., N. S,, vol. XVIII) è stata ampiamente descritta coll’aggiunta di scelto carteggio e degli scritti suoi minori da J. Janssen (editore dell’opera importante: Frankfurts Reichscorrespondenz): Johann Friedrich Böhmers Leben, Briefe und kleinere Schriften. Friburgo, 1868, 3 vol. 8vo. Opera di segnalato interesse per conoscere lo sviluppo e la direzione degli studi storici in Germania, in cui il Böhmer ebbe parte principalissima. Se n’ha anche un compendio: J. Fr. Böhmers Leben und Anschauungen. Friburgo, 1869.

» Fontes rerum Germanicarum. Geschichtsquellen Teutschlands. vol. IV, Stuttgarda, 1868, 8vo.

[p. 203 modifica]Vedi Bibliografia pag. 179. Il presente ultimo volume della pregevole raccolta dopo la morte del benemerito editore venne pubblicato da A. Huber, il quale nel presente momento sta preparando per la stampa le Regesta di Carlo IV imperatore dal Böhmer non condotte a perfezione. Spettano alla Storia d’Italia: Excerpta, ex libro Nicolai minoritae de controversia puperitatis Christi; Minoritae florentini gesta imperatorum 1106-1278, ora per la prima volta stampati nella parte principale ma di già note al Raumer; Annales florentini 1288-1431, di non molta importanza; Croniche di Viterbo 1080-1254, porzione di cronaca Viterbese, la quale giunge 1450 ma raccoglie in sè scritture molto più antiche, di maggior interesse per gli anni 1243-47.


BRIEGER, Theodor, Gasparo Contorini und das Regensburger Concordienwerk des Jahrer 1541. Aus den Quellen dargestellt (Gaspero Contarini e le conferenze di Ratisbona del 1541 onde ottenere la concordia tra le parti religiose. Tratto dalle fonti). Gota, 1860, 8vo.

Opuscolo diligente il quale tratta di quelle celebri conferenze avute luogo nella dieta di Ratisbona tra il Contarini, assistito dal Morone, da Tommaso di Modena ed altri, e vari capi del protestantismo, Melantone, Bucero ec, all’uopo d’intendersi sulle differenze dommaticlie intorno alla giustificazione ed altre questioni; conferenze dalle quali Lutero tennesi lontano, mentre Calvino, presente a Ratisbona, ne giudicò con quell’acrimonia, che risulta dalla narrazione del Kampschulte nella di lui vita (Johann Calvin, ec. vol. I, pag. 334) Il Ranke nel primo volume dei pontefici romani e nella Storia di Germania nell’epoca della riforma espose lucidamente lo tendenze di quella parte tra i Cattolici, di cui era tra i capi il Contarini. L’opuscolo del Brieger ne corrobora generalmente le conclusioni, mentre espone i particolari coll’appoggio di documenti. Quand’anche fosse stato possibile il pieno accordo nelle questioni dommatiche, non lo sarebbe stato riguardo alle istituzioni della Chiesa cattolica dai protestanti impugnate.


BKUNN, vedi Grimm.


BUDINGER, M., Skizzen zur Geschichte papstlicher Machtentwiclung (Note intorno allo sviluppo della potestà pontificia).

Nella Historische Zeitschrift, vol. XII.


BURCKHARDT, Jacob, und W. LÜBKE, Geschichte der neuren Baukunst (Storia dell’architettura moderna). Parte I e II. Stuttgarda, 1867-08, 8vo con molte illustrazioni incise in legno.

Forma il vol. IV della Storia dell’Architettura di Fr. Kugler, interrotta per morte dell’autore (vedi Bibliografia pag. 365). Il primo libro (332 pagine) contiene l’Architettura italiana dell’epoca del rinascimento, descritta dal Burckhardt non secondo l’ordine storico[p. 204 modifica]biografico, ma classata sisteinalicamonte secondo le materie. Così il lavoro pregevolissimo e oltre modo ricco di falli e di giudiziose osservazioni, che lo rendono interessante anche per la storia della civiltà in genere, vien diviso in due sezioni. Architettura e Decorazione. La sezione prima si compone coi seguenti capitoli: 1. Carattere monumentale dell’architettura italiana. 2. Signori, dilettanti ed architetli. 3 Primordii del rinascimento e arte gotica. 4. Studio dell’antichità e di Vitruvio. 5. I teorici da L. B. Alberti al Serlio. 6 e 7. Le l’orme del rinascimento nei secoli XV e XVI. 8. Il modello. 9 Chiese. 10. Conventi e confraternite, 11. Palazzi. 12. Spedali, fortificazioni, ponti. 13. Piazze e strade, 14. Ville. 15. Giardini. La seconda sezione è ripartila nei capitoli seguenti: 1. Indole della decorazione del rinascimento. 2. Scultura decorativa in pietra. 3. Decorazione in bronzo. 4. Lavori di legno. 5. Pavimenti, calligrafia. 6. Facciate dipinte. 7. Pitture e stucchi nell’interno delle fabbriche. 8. Orificeria, maioliche ed altro. 9. Decorazioni per occasioni di feste.

Il II libro contiene la storia dell’architettura del rinascimento in Francia, composta dal Lübke. Le incisioni in legno (160 per la parte italiana) sono giudiziosamente scelte e ben eseguite.

Vedi Arch. Stor. Ital., III serie, vol. XI, p. 1, pag. 191, seg.


BUSSLER, R., Die Alba-Madonna. Ein achter Raffael in Berlin, Kunstgeschichtliche Notiz (La madonna di Casa d’Alba. Quattro autentico di Raffaello a Berlino. Notizia storico-artistica). Berlino, 1868, 12mo.

Intorno a un quadro comprato a Napoli (Gaeta) dal conte Lottum, già ministro di Prussia presso quella corte, e ora posseduto dai di lui eredi, quadro il quale pretendesi essere l’originale di Raffaello, vanto generalmente attribuito a quello esistente nella Galleria Imperiale di Pietroburgo.


BUSSON, Arnold, Die Doppdwahl des Jahres 1257 und das römische Königthum Alfons’X von Castilien (L’elezione duplice dell’anno 1359 e Alfonso di Castilia qual re dei Romani). Münster, 1866, 8vo.

La parte principale del presente lavoro si è quella che spetta alle trattative del re di Castiglia coi Ghibellini italiani, cominciando da quelle con Pisa del 1256, e colla Santa Sede, continuate sin dopo l’elezione di Rodolfo d’Absburgo. Vedi O. Lorenz nella Historische Zeitschrift, vol. XVII, pag. 184 segg.


 » Die florentinische Chronik der Malespini und deren Benutzung durch Dante. (L’Istoria florentina dei Malespini o l’uso fattone da Dante). Innsbruck. 1869, 8vo.

Lavoro diligente, il quale nei capitoli I a IV tratta dei codici e delle edizioni, degli scrittori, del tempo in cui venne composta la cronaca, e delle fonti di cui sono-i servili gli autori, per discorrere poi nei cap. V e VI dell’uso che ne fecero Gio. Villani e fautore della Divina Commedia. L’autore s’ingegna di provare, che [p. 205 modifica]dano, avendo avuto sotto gli occhi la cronaca di Martino Polono, la quale è stata d’autorità infinitamonte più grande che buona nella storiografia del medio evo, non può aver dato principio alla sua istoria se non dopo il 1278, e forse non prima del 1293; che ne stava ancora occupato nel 1299; che la continuazione di Giachetto venne composta probabilmente dal 1302 al 1309, anno della morte di Carlo II re di Napoli. La rivista delle fonti tratta della cronaca latina, seguendo l’esame fattone dal Pollini, e maggiormente di Martino Polono (Mart. di Troppau) anzidetto, di cui incontriamo moltissime tracce, viemaggiormente in ciò che spetta alla storia universale, principiando dal cap. 50. Si è accennato ancora agli Annales florentini stampati nel vol. XIX dei Monumenta German. Inst. Per ciò che spetta al Villani e all’Alighieri, è rimasta ignota all’autore la bella memoria di Salvatore Betti inserita nel Giorn. Arcad. del 1842. Anche il Nannucci di già aveva avvertito (nel Manuale della Letteratura del I.° secolo) alla somiglianza che passa tra vari luoghi della Comm. e la Cronaca.

L’autore delle presenti notizie, trattando della dissertazione del Busson (nel Theologisches Literaturblatt di Bonna, 1870, num. 8) non aveva mancato di avvertire, parergli strana la corrispondenza tra siffatti passi della Div. Commedia, e una cronaca nemmeno condotta a termine, secondo il Busson, allorquando era di già principiato il poema. Ora il D. Paolo Scheffer-Boichorst, in una recensione del sopraccitato opuscolo (nelle Göttinger gelehrte Anzeigen 1870 num. 20) s’ingegna di provare che la cronaca dei Malespini non è genuina ma fattura d’epoca posteriore. Opinione la quale incontra molti aderenti, e di cui forse un’altra volta si discorrerà nell’Archivio Storico Italiano.


CARRIÈRE, vedi JAHRBUCH.


CAVALCASELLE, vedi Crowe.


CONZE, vedi Zahn.


CROWE, J. A., und G. B. CAVALCASELLE, Geschichte der italienischen Malerei. Teutsche Original Ausgabe von Dr. Max Jordan (Storia della pittura italiana. Ediz. origin. tedesca). Vol. I, II, III. Lipsia, 1869-70, 8vo, con 31 incisioni in legno.

Versione con varie aggiunte, note e correzioni della New History of painting in Italy, il cui primo volume venne pubblicato a Londra nel 1864. L’opera in ogni modo era meritevole di una traduzione, quantunque in varie occasioni si possa non dividerne le opinioni. Il primo volume giunge dai primordii ai seguaci di Giotto: il vol. II comprende i Fiorentini dall’Orcagna a Fra Angelico, i Sanesi antichi sino a Taddeo Bartoli ed agli imitatori di lui, e le prime scuole dell’Umbria, di Romagna e di Lombardia. Il vol. III, è dedicato alla [p. 206 modifica]scuola fiorentina del Quattrocento dall’Ucelli al Ghirlandaio e Cosimo Boselli, e all’arte umbro-fiorentina, Piero della Francesca, Melozzo, Palmezzano, Giovanni Santi. In appendice al II vol. trovasi ristampato il Memoriale di Francesco Albertini del 1510.

DANTE. Alla letteratura dantesca spettano i seguenti opuscoli e memorie:

Delff, H. Dante A. und die Göttlische Comödie. Lipsia, 1869, 8vo.

Grieben, H., Dante in Holland. Colonia, 1867, 4lo.

Hultgren, Rede über Dantes Karakter. Programma ginnasiale. Lipsia, 1860, 4to.

Mussafia, A., Ueber Dante A., Nella Ostreich. Wochenschrift, 1865.

Nosti, G. E., Sopra D. A. e sul concetto della D. C. Dresda, 1866, 8vo.

Paur, Th., Francesca da Rimini und ihre Verwandtschaft. Nel Neues Lausitz. Magazin, vol. XLIV. Görlitz, 1867.

Raab, Fr., Ein Maitag. Poema pel Centenario. Trieste, 1865.

Schanz, Julius, Zur Dantefeier. Dresda, 1865, 8vo.

Schneider, C. F., Ueber den Reim in D. Div. Comm. Bonna, 1869, 8vo.

Thaulow, G., Rede zur Feier des boojahr. Geburtstages D. A. Discorso pronunciato nell’Università di Kiel nell’Holstein, 1865.

Della traduzione della D. C. di Philalethes si è pubblicata una ristampa in sesto minore dell’ediz. 1863-66. Lipsia, 1869. Escono alla luce nel presente momento due nuove versioni, di W. Krigar con introduzione di Carlo Witte e coi disegni di G. Dorè, Berl. 1870, e di F. Notter (i due primi canti, Stuttg. 1869). Nuova versione dell’Inferno di R. Baron pubblicossi a Oppeln in Silesia 1870.

Il 5 canto dell’Inferno venne tradotto ed illustrato nell’opuscolo: Dantes Hölle der Verliebten. Teutsch gereimt mit einigen Bemerkungen und einer Belegstelle aus dem Roman du Lancelot von Dr . R. Minzloff. Annover, 1870, 8vo.

Per ciò che spetta all’asserzione riprodotta da vari giornali di Milano, Napoli, ec, doversi cioè al re Giovanni di Sassonia un’edizione del testo della Div. Comm. «a cui prese parte grandissima il Witte», pare quasi superlluo l’osservare che vi corre stranissimo equivoco, l’edizione berlinese del 1862 portando, siccome è noto a ogni dantofilo, il nome di Carlo Witte cui essa è dovuta, il re Giovaimi altro non avendo pubblicato fuorché la versione orora [p. 207 modifica]registrata, col commento ricco di profonda erudizione e di prove di sommo acume nell’interpretazione del poema.

Della versione inglese di H. W. Longfellow celebre poeta americano, si è eseguita una ristampa. Lipsia, 1867, 3 vol. 16mo.

Delle illustrazioni della D. G. dis. a cont. di B. Genelli si è fatta un’edizione con testo di E. Förster. Lipsia, 1868; di quelle di B. Emler possedute dal re di Sassonia abbiamo copie fotografiche con testo di C. Witte. Dresda, 1860.

A Dresda, dove di già esisteva la copiosa Biblioteca dantesca posseduta dal Re (vedi Bibliografia pag. 43), si è cominciata a formare nuova raccolta per la Società Dantesca, di cui si ha il catalogo di J. Petzholdt nell’Jahrbuch der teutschen Dante-Gesellschaft, vol. II, pag. 411-425.

Vedi Busson, Jahrbuch, Krasczewski, Piper, Scartazzini, Witte.


DELFF, vedi DANTE.


DER FELDZUG IN ITALIEN 1859 (La campagna del 1859 in Italia). Con cinque piante. Lipsia, 1867, 8vo.


DIELITZ, vedi Zahn.


DÜMMLER, E., Zur Würdigung des Benzo (Intorno al valore da attribuirsi a Benzone).

Nelle Forschungen zur teutschen Geschichte, Vol. IX, Gott, 1869. Intorno a Benzone vescovo d’Alba e al suo panegirico di Arrigo IV, vedi all’art. Will, Bibliografia, pag. 298. Del medesimo argomento tratta:

Hegert, Ant., Quae fides sit adhibenda narrationi Benzonis de discordia ecclesiastica annorum 1081-1084.

 »       Brief des Erzbischofs Walter von Ravenna an Erzbischof Conrad von Salzburg (Lettera di Gualtieri arcivescovo di Ravenna a Corrado arcivescovo di Salisburgo).

Ivi vol. VIII, 1868. Questa lettera, il cui originale esiste fra le pergamene di S. Pietro di Salisburgo, tratta della doppia elezione pontificia, che fece nascere lo scisma d’Innocenzo II e di Anacleto II.


F. C., Aquilejas Patriarchengräber (I sepolcri dei patriarchi d’Aquileja). Vienna, 1867, 8vo.


FEUERLEIN, ved. Gerbel.


FICKER, Julius, Forschungen zur Reichs- und Rechtsgeschichte Italiens (Studj sulla storia della costituzione e del diritto in Italia). Vol. I, II; Innsbruck, 1868, 69. 8vo.

[p. 208 modifica]Scopo principale di quest’opera importantissima, la quale avrà il suo compimento nel terzo volume, si è quello di mostrare, quali fossero le forme della vita politica e legale, nei secoli in cui rimase potente in Italia l’autorità imperiale; quale fosse poi l’azione del diritto romano e delle istituzioni vigenti in Italia sulla costituzione dell’impero, e in genere e particolarmente nelle relazioni della medesima colla penisola. Azione, secondo il nostro autore, più grande di quella esercitata dal dominio tedesco in Italia, dimodochè l’esame delle forme politiche e legali ivi vigenti contribuisce a chiarire ugualmente e la storia di Germania e quella delle parti meridionali dell’Impero. L’opera vien divisa nelle seguenti sezioni e capitoli. A. Giudizj e bando. 1. Documenti giudiciali e forme dei medesimi. 2. Procedura nell’Italia longobarda. 3. Procedura nella Romagna. 4. Bando regio antico (bannum dom. regis). 5. Bando imperiale (bannum imperii). 6. Bando municipale. 7. Bando temporale 8. Bando perpetuo. 9. Bando siculo. 10. Residenti nei tribunali. 11. Potestà dei Conti (Comitatus). 12. Potestà dei Marchesi (Marchio, Marchia). B. Presidenti alla curia del re o imperatore (Hofgericht). 13. Giurisdizione imperiale. 14. 11 re e i di lui delegati. 15. Il conte palatino. 16. Il cancelliere per l’Italia. 17. La regina. 18. Il vicario imperiale (Dom. Imperatoris in Italia vicarius ad iustitiam faciendam). 19. Il giustiziere maggiore per la Sicilia (Magister iustitiarius magnae curiae imperialis). C. Presidenti alla curia dell’impero (Reichsgericht) . 20. Messi regi per i singoli casi. 21. Nunzi e Delegati. 22. Messi regi slabili. 23. Giudici d’appello stabili. 24. Conti palatini moderni. 23. Messi senza soggiorno fisso (Missi discurrentes). 26. Legati generali (Legatus per Italiam). 27. Ufficiali provinciali nel XII secolo per la Lombardia, il Piemonte, Romagna, Toscana, Ducato di Spoleto, Marca d’Ancona, e condizioni generali della potestà ed amministrazione imperiali. 28. La Chiesa romana e i territorj suoi, fondamento e vicende dei medesimi nei tempi anteriori ad Arrigo VI; ricupere dopo la morte di quest’imperatore. 29. L’impero e le ricupere dei territori della Chiesa da Filippo di Svevia e Ottone IV sino a Rodolfo d’Absburgo. 30. Vicari dei Legati generali nella prima metà del XIII secolo. 31. Vicari o capitani generali degli ultimi tempi di Federigo II.

Intorno al primo vol. vedi S. Andreis nell’Arch. Stor., Ital. Terza Serie, vol. XI, p. 1, pag. 200 segg.

Spetta in parte ai medesimo argomento il libro di O. Franklin: Das Reichshofgericht im Mittelalter. (La curia dell’impero nel medio evo) Weimar, 1867, 68: 2 vol. 8vo.


FICKER, Julius, Zur Geschichte des Lombardenbundes (Intorno alla storia della Lega Lombarda). Vienna, 1869, 8vo.

Dai Sitzungsberichte della classe filosofico-storica dell’I. Accad. delle scienze viennese, vol. LX, 1868. La presente dissertazione tratta di tre documenti stampati dal Muratori Antiq. Ital. IV, 295-306, poi da altri, dal Pertz nei Monum. Germ. hist., IV, 167-174 tra i [p. 209 modifica]Pacta Piacentina, finalmente da C. Vignati nella Storia diplom. della Lega Lomb. con ordine inverso di quello degli editori antecedenti (Vedi Arch. Stor. Ital., Terza Serie, vol. V, i, 171 segg., VI, i, 96 segg.). Il Ficker conclude che il secondo documento muratoriano, la Petitio Societatis, cioè le domande della Lega, non spetta alle trallative di Piacenza del 1183 sibbene a quelle di Pavia del 1175, e che non contiene le richieste della Lega ma l’arbitrato di Cremona, mentre il primo dei documenti, intitolato dal Perlz Responsum ex parte imperatoris, appartiene bensì al 1183, ma invece di esporre le proposte imperiali, pubblica quelle messe innanzi dalla Lega. La dissertazione (di 55 pag.) espone con molta chiarezza le varie fasi dello trattative In il Barbarossa e le città. Riguardo ni risuiati finali della pace di Costanza, così conclude esso, l’autorità imperiale di molto venne scemala ove si misurino le anteriori pretensioni di Federigo, non mollo però ove si badi alle condizioni coll’andar de’ tempi stabilite. Giacché quei diritti che allora legalmente concedevansi alle città, le quali di già avevanli esercitati, erano stati quelli dei feudatarj ecclesiastici e secolari dell’impero, non già della corona stessa. Mentre però tali diritti dai Conti e dai vescovi passarono nei municipi, non può negarsi esserne rimasto indebolito grandemente il principio feudale.


FISCHER, Hermann, Friedrichs I Barbarossa vierter Römerzug (La quarta spedizione di Federigo Barbarossa). Wernigerode, 1869, 4to.

Programma ginnasiale.


FÖRSTER, Ernst, Geschichte der italienischen Kunst (Storia dell’arte italiana). Vol. I, II. Lipsia, 1869-70, 8vo.

L’opera avrà 5 volumi.


 » Denkmale italienischer Malerei vom Verfall der Antike bis zum XVI Jahrhundert (Monumenti della pittura italiana dalla decadenza dell’arte antica sino al XVI secolo). Lipsia, 1869-70, 4to.

La presente raccolta d’incisioni (in corso di pubblicazione) eseguite maggiormente sui disegni tratti dagli originali dal Förster pel defunto re Massimiliano di Baviera, servirà in qualche modo d’atlante alla storia precitata.


 » Raphael, Lipsia, 1868, vol. II, 8vo.

Vedi Not. Bibliog. Suppl. VIII. Col presente volume rimane compiuta l’opera.


 » Theodor, Eine Papstwahl vor hundert Jahren. Eine Erinnerung aus dem J. 1769. (Un’elezione pontificia cent’anni fa. Ricordo dell’anno 1769). Berlino, 1869, 8vo.

Storia dell’elezione di P. Clemente XIV.


FRANKLIN, vedi Fisker.

[p. 210 modifica]

FRIEDBERG, vedi Birck.


FRIEDLÄNDER, Julius, Eine Schaumünze der Lucrezia Borgia von Filippino Lippi (Medaglia di L. B. incisa da F. L.). con incisione.

Nei Berliner Blätter für Münz- Siegel- und Wappenkunde, vol. III, (1866). La medaglia di cui si tratta, quanto bella rara, fu data incisa dal Litta, secondo che pare da un esemplare di poca perfezione, nella genealogia degli Estensi. L’ipotesi che possa essere di Filip- pino è molto incerta. Il Grimm (Kunst u. Kunstler II, 8i segg.) in qualche modo propende pel Buonarroti senza voler affermarlo.


 » Domenico Sestini.

Memoria biografica contenuta nel medesimo giornale, vol. IV, (1867).


 » N., Das Ende der Kampfe Kaiser Friedrichs II in Ober Italien (La fine della guerra di Federigo II imperatore nell’Italia superiore). Elbinga, 1857, 4to.


GELZER, Heinrich, Der catholische Süden und Pius IX nach der Revolution von 1848. Briefe aus Frankreich und Italien (Il mezzogiorno cattolico e Pio IX. dopo la rivoluzione del 1845. Lettere scritte in Francia e Italia). 2.a ediz., Zurigo, 1869, 8vo.


GERBEL, C. R. von, Die Quintessenz von Machiavellis Regierungskunst. Untersuchungen über die Bedeutung und Anwendbarkeit der Regeln des «Principe» (La quintessenza dell’arte di governo del Machiavelli. Considerazioni sul significato e sull’applicazione dei precetti del Principe). Dresda, 1866, 8vo.

Al medesimo argomento spetta la memoria di E. Feuerlein: Zur Machiavelli-Frage (Della questione riguardo al Machiavelli). Nella Historisce Zeitschrift, vol. XIX, 1-23 (1868).


GILBERT, W., Lucrezia Borgia Herzogin von Ferrara. Nath seltenen und zum Theil unbekannten Quellen bearbeitet. Ueberesetzt von Dr. Friedr. Stegner

(Lucrezia Borgia duchessa di Ferrara, Storia tratta da fonti rare e in parte sconosciute. Trad. dal D. F. St.). Lipsia, 1869, 8vo con ritratto e facsimile.

Vedi Theolog. Literaturblatt di Bonna, 1870 num. 12. L’autore ha disposto di molti materiali, ma senza critica e con scarsa pratica della storia di quel tempo.


GONZENBACH, Laura, Sicilianische Marchen aus dem Volksmund gesammelt (Erudizioni siciliane raccolte dalla bocca del popolo). Lipsia, 1870, 2 Vol., 8vo.

Collezione delle tradizioni maggiormente dei contorni dell’Etna, con note storico-letterarie di R. Köhler, e introduzione di O. Hartwig, sullo sviluppo della nazionalità e della lingua italiana in [p. 211 modifica]Sicilia. Le tradizioni, siccome è naturale in un paese a vicenda occupato da esteri conquistatori, orientali ed occidentali, sempre aperto poi all’azione dell’elemento italiano per le comunicazioni non mai interrotte in pace e in guerra coll’italo continente, tengono del carattere dell’oriente e dell’occidente, e spesso non sono se non trasformazioni localizzate e dei racconti arabi e di altri di regioni più remote. Tale affinità trovasi accennata nelle pregevoli annotazioni. L’autrice, ora madame La Racine, è di famiglia alemanna ma nata in Sicilia.

GÖSCHEL, vedi JAHRBUCH.


GREGOROVIUS, Ferdinand, Geschichte der Stadt Rom in Mittelalter (Storia della città di Roma nel medio evo). Vol. VI, Stuttgarda, 1867, 8vo.

Il presente volume contiene la storia della città durante il soggiorno dei pontefici in Francia e lo scisma d’Occidente, sin al ritorno di P. Martino V a Roma.

Del vol. I e II trattò G. Rosa nell’Arch. Stor. Ital. N. S., vol. XV; dei voi. III e IV, ib. Serie III, vol. VIII; dei vol. V e VI, ib., vol. iX.

» Intorno al Codice aragonese di Fr. Trinchera., Napoli 1866-70, nell’Allgemeine Zeitung 1870, num. 146, 147.


GRIEBEN, vedi DANTE, JAHRBUCH.


GRIMM, Hermann, Ueber Kunstler und Kunstwerke (Intorno ad artisti ed opere d’arte) 2 vol. Berlino, 1865-67, 8vo con tavole.

Nella presente raccolta di saggi e memorie troviamo intorno all’arte italiana i seguenti articoli: Vol. I, Andrea del Verrocchio, Lionardo, Michelangelo. Casa di Michelangelo a Roma, nel Foro Traiano, poi abitata da Daniele di Volterra. Documenti inediti di Raffaello e di Michelangelo. Bassorilievo attribuito a Michelangelo. Dell’arca di S. Domenico a Bologna, di Nicola Pisano e di opere d’arte nell’Italia meridionale dell’epoca di Federigo II imperatore. Dell’edizione procurata da Cesare Guasti delle rime di M. A. Buonarroti (Vedi Risposta del Guasti inserita nel giornale romano Buonarroti, pubb. da G. Gasparoni.) Di Alessandro Leopardi e della statua equestre di Bart. Colleoni a Venezia. Dei sepolcri Medicei nella sagrestia nuova di S. Lorenzo. Intorno alle notizie sopra Raffaello Sanzio raccolte da G. Campori Leonardo a Milano.

Vol. II, Raff. Sanzio in relazione coll’antichità. Nuove notizie intorno a Raffaello e Michelangelo; la Galatea della Farnesina; Raffaello e Alberto Dürer; Chiamata di Raffaello a Roma; Raffaello e Pinturicchio; Case possedute da Raffaello ec. Chiamata di Giotto a Avignone. Medaglia con ritratto di Lucrezia Borgia attribuita a Filippino Lippi (Vedi Friedländer).

[p. 212 modifica]Nel Vol. II, leggesi inoltre una memoria di H. Brunn (professore d’archeologia a Monaco) sulle pitture di Raffaello nella stanza della Segnatura.

Della vita di Michelangelo Buonarroti del Grimm Vedi Bibliografia, pag. 349 e Suppl. VII), si è pubblicala la terza edizione, Annover, 1868, in tre volumi, 8vo (Di M. A. scrittore tratta A. Coquerel fils, Michelange penseur et poëte. Libres ètudes. Paris, 1869).


GRIMM, Das Reiterstandbild des Theodorich zu Aachen und das Gedicht des Walafried Strabus daruuf (La statua equestre di Teodorico in Aquisgrana e il poema di Walafrido Strabo relativo alla medesima). Berlino, 1869, 8vo.

Del medesimo argomento tratta la dissertazione di C. P. Bock, Bonna, 1844; Vedi Arch. Stor. Ital., Append., vol. II, pag. 567 573, e Bibliografia, pag. 327. Laddove il Bock ammette l’identità della statua aquense, descritta da Walafrido regnante Lodovico Pio, con quella della reggia di Ravenna di cui traila l’Agnello, il Grimm tenta di sciogliere i dubbi provocati dalla poca concordanza tra le due descrizioni, e dall’esistenza a Pavia d’una statua del re dei Goti, creduta essere quella che Carlomagno levò da Ravenna onde collocarla in Aquisgrana, e la quale non avrebbe oltrepassala l’antica capitale longobarda.

Forse la statua d’Aquisgrana proveniva da Roma, dove Teodorico ancora ebbe siffatto onore ai tempi suoi non raro. Il pregevole lavoro del Grimm meriterebbe un esame più maturo e minuto di quello che è possibile farne nel presente luogo.


     «      Hermann, Raffaels eigene Bildnisse. Beitrag zur Geschichte der modernen Kunstforschung. (I ritratti di Raffaello dipinti da lui medesimo. Saggio per servire alla storia e critica dell’arte moderna).

Memoria inserita nei Preussische Jahrbücher, vol. XXIV. Berlino, 1869. L’autore s’ingegna di provare che il quadro già di casa Altoviti, ora nella galleria di Monaco, rappresenta non Bindo Altoviti, come fu creduto anticamente e generalmente ai dì nostri dopo lo scritto di M. Missirini del 1821, ma Raffaello, secondo fu proposto da Gio. Bottari nel 1739, e per lo più ammesso dai posteriori. A tale conclusione l’aut. trovasi condotto e dalla costruzione grammaticale (molto dubbia) delle parole del Vasari, e dal paragone fra il predetto ritratto, quello della Scuola d’Atene, l’altro inciso da Giulio Bonasone e l’incisione in legno delle antiche edizioni del Vasari e finalmente dall’occorrere, nell’indice dell’edizione del 1550, il nome di Bindo tra quelli dei possessori di cose d’arte, non già di coloro di cui esistono ritratti. In ogni modo gli antichi dubbi intorno a siffatta questione sono tornati in campo, e la memoria del Grimm è da raccomandarsi caldamente agli studiosi della storia dell’arte.


» Vedi ZAHN.
[p. 213 modifica]
GROTEFEND, Hermann, Der Werth der Gesta Friderici imperatoris des Bischhof Otto von Freising für die Geschichte der Reichs unter Friedrich I. (Dell’utilità delle G. Fr. I di Ottone vescovo frisingense per la storia dell’Impero, regnante Federigo I). Gottinga, 1870, 8vo.


HAGEN, August, Acht Jahre aus dem Leben Michael Angelo Buonarrotis. Nach Berichten von Georg Vasari (Ott’anni della vita di M. S. B. secondo le narrazioni di G. V.). Berlino, 1869, 12mo.

Narrazione storico-romantica, sul fare delle altre molli anni fa composte dall’autore, intorno a Lorenzo Ghiberti, Leonardo da Vinci e S. Caterina da Siena (Vedi Bibliografia, pag. 101). Il periodo in questo volumetto descritto è quello che abbraccia gli ultimi anni di Clemente VII e i primi di Paolo III. Vedi Allgemeine Zeittung, 1869, N.° 210.


HARTWIG, Otto, Codex iuris municipalis Siciliae. Die mittelalterlichcn Stadtrechte Siciliens mit historischen Einleitungen (Gli statuti municipali della Sicilia con introduzioni storiche). Parte I. Statuti di Messina. Cassel, 1867, 8vo.


   »    Beiträge zur Geschichte Siciliens in Mittelalter (Studj sulla storia della Sicilia nel medio evo).

Memoria inserita nella Historische Zeitschrift, Vol. XX., pag. 1-12. A proposito dei lavori d’Isidoro La Lumia sopra il regno di Guglielmo il Buono e sui quattro Vicarj.

Vedi Gonzenbach.


HASE, vedi Hefele.


HEFELE, C. J., Conciliengeschichte (Storia dei Concili) Vol. I-VII, Part. I, Friburgo, 1855-1869.

Il VI volume di quest’opera importantissima giunge al Concilio di Pisa 1408; la parte I del VII a quello di Costanza. L’autore, già prof, dell’Università di Tubinga, è adesso vescovo di Rottenburg.

Della storia ecclesiastica dell’Alzog: Handbuch der Universal Kirchengeschichte si è pubblicata l’edizione ottava in 2 volumi; Magonza , 1866-67. Del medesimo si ha un Compendio: Grundriss der Kirchengeschichte, ib. 1868. Le lezioni di J. A. Möhler sulla storia della Chiesa sono state pubblicate da P. B. Gams in 3 volumi; Ratisbona, 1867-68.

Il compendio della storia ecclesiastica di C. Hase (protest.) è giunto alla ottava edizione; Lipsia, 1808.

Della grande opera di G. Phillips: Kirchenrecht (Il gius canonico) , è uscita la I parte del VII vol., Ratisbona 1869; la quale tratta dell'autorità vescovile. È giunto alla seconda edizione il Manuale del gius canonico di F. Schulte, Prof. a Praga: Lehrbuch des katholischen Kirchenrechts, Giessen, 1868. Si sta preparando nuova edizione di quello di F. Walter.

[p. 214 modifica]
HEGEL, Carl, Die Ordnungen der Gerechtigheit in der florentinischen Republik (Gli Ordinamenta iustitiae nella Repubblica Fiorentina). Erlanga, 1867, 4to.

Vedi P. Capei nell'Arch. Stor. Ital., III Serie, vol. VII, p. 1, pag. 132 segg. Si confronti l’edizione degli Ordinomenta iustitiae di F. Bonaini, Arch. Stor. Ital., N S., vol. I, p. 1, pag. 1 segg.


HEIDELBEBGER, Alwin, Der dritte Römerzug Kaiser Heinrichs II. 1021-22 (La terza spedizione romana di Arrigo II imp.). Nordhausen. 1869, 4to.
Programma ginnasiale.


HELLER. A., Heinrich V in seinem Verhaltniss zu seinem Vater Heinrich IV und in seinen Bezichungen zu P. Pasqualis II bis auf die Zeit seiner Kaiserkrönung (Arrigo V nella sua posizione in faccia al suo padre Arrigo IV, e nelle sue relazioni con P. Pasquale II sin all’incoronazione) Melk. 1869, 4to.
Programma ginnasiale.


HENRICH, vedi Höfler.


HERQUET, K., Charlotta von Lusignan und Caterina Cornaro Königinnen von Cypern (C. di L. e C. C. regine di Cipro), Ratisbona, 4869, 8vo.

Compendio d’una parte della Storia di Cipro sotto la casa di Lusignan, di L. de Maslatrik.


HEYD. W., Die Italiener am Schwarzen Meer (Gli Italiani nel Mar nero).

Lettere indirizzate al prof. Filippo Bruun d’Odessa, autore di una dissertazione sugli Italiani in Crimea (Notices historiques et topographiques concernant les colonies italiennes en Gazarie, nelle Memorie dell’Accademia delle scienze di Pietroburgo, VII serie, volume X, 1866). Vedi Bullettino della medesima Accad., XIII volume. La dissertazione del Bruun spettava al lavoro dell’Heyd sul medesimo argomento, inserito nella Zeitschrift für Staatswissenschaft di Tubinga, 1861-64, e rifatto per l’edizione italiana delle Colonie commerciali degli Italiani in Oriente, procurata dal prof. G. Müller, Venezia, 1866-68.


HIRSCH, Ferdinand, Desiderius von Montecassino als Papst Victor III (Desiderio di Monte Cassino qual Papa Vittore III).

Dissertazione diligentissima (di pag. 112) inserita nelle Forschungen zur teutschen Geschichte; vol. VII. Gottinga, 1867. Aggiungesi un esame critico degli Annales Cassinenses.

   «    Amatus von Montecassino und seine Geschi:hle der Normannem (Amato di Monte Cassino e la sua Storia dei Normanni).

Ivi vol. VIII (pag. 202-325), 1868. Esame critico della cronaca stampata in antica versione francese dal Champollion-Figeac: [p. 215 modifica]L’Ystoire de li Normant, Par. 1835, Vedi anche Bibliografia, pag. 300 all’art. Wilmans.

HÖFLER, Constantin, Die Zeit der Luxemburgischen Kaiser Carl IV, Wenzel, Sigmund (L’epoca degli Imperatori della casa di Lussemburgo Carlo IV, Venceslao, Sigismondo). Vienna, 1867, 8vo.

Forma la quinta parte di una storia popolare austriaca: Östreichische Geschichte fur das Volk.

Aus Avignon ( D'Avignone). Praga, 1868, 4to.

Ristampato dalle Memorie della R. Società boema delle scienze, Serie VI, vol. I. Tratta delle relazioni tra la Chiesa e l’Impero, regnando Giovanni XXII e Clemente VI pontefici, Lodovico Bavaro e Carlo IV re e imperatori; argomento inesausto, intorno al quale troviamo nel presente luogo, oltre a documenti sinora sconosciuti, molte giudiziose osservazioni. La dipendenza cui Carlo IV assoggettò l’Impero colpisce viepiù allorchè si consideri quella nella quale i papi avignonesi trovavansi riguardo alla Francia. Per la storia d’Italia è di maggior interesse l’esame del progetto di P. Giovanni XXII di sciogliere il legame tra Italia e Germania, progetto cui Lodovico il Bavaro accennò quattr’anni dopo la morte del papa, e che non rimase ignoto ai cronisti e storici del tempo.

L’Höfler trasse da un Cod. Magliabech. (XXXVIII, 87) una bolla di Giovanni XXII (senza data), bolla che principia «Quia in futurorum» e nella quale leggiamo: «Provinciam Italiam ab eodem imperio et regno Alemannie totaliter eximentes ipsam a subiectione communitate et iurisdictione eorundem regni et imperii separamus, dividimus, per partes scindimus ac de potestatis nostre plenitudine liberamus». L’autenticità però di tale bolla sembra che soggiaccia a gravi dubbi. Non mancano d’importanza né anche i documenti spettanti alla lunga controversia dei fraticelli ossiano spirituali della religione francescana, e alla politica di P. Clemente VI, con cui il papato francese toccò al suo apogeo.

Le Memorie della Società per la storia dei Tedeschi in Boemia contengono varj lavori dell’Höfler sui sovrani della schiatta Lussemburghese e sopra altre materie della storia boema, storia al pari della politica e della lingua divenuta campo di battaglia tra Tedeschi e Czechi.

HÖFLER, Constantin, Wenzels von Luxemburg Wahl zum römischen Könige 1376. Eine historische Untersuchung (L’elezione di Vinceslao di Lussemburgo in re de’ Romani. Esame storico). Vienna, 1869, 8vo.

Dai Sitzungsberichte dell'Accad. imp. Viennese, classe fil. stor., vol. LX, 1869. Vedi Arch. Stor. Ital., III, Serie, vol. XII, p. I. pag. 161.

Del medesimo argomento trattano le seguenti dissertazioni inaugurali: [p. 216 modifica]Henrich, Ferd., De Wenceslao regis Romanorum electione. Bonna 1868, 8vo.

Voiss, Franc, De Wenceslao rege Romanorum. Bonna, 1869, 8vo. Della deposizione di Venceslao (1400) trattò F. Loher: Das Rechtsverfahren bei König Wenzels Absetzung (Il processo legale nella deposizione di re Vinceslao) nel Manchener historisches Jahrbuch, Monaco, 1865, pag. I-130.

HOFFMANN, C. Chr., Kurze Abhandlung über die Münzen, Medaillen und Orden der souveränen Fürsten von Monaco (Breve trattato delle monete, medaglie e decorazioni dei principi sovrani di Monaco). Homburg, 1870, 8vo.

IIOPF, Cari, Die beiden Foscari. Witlniieil ni’-lit Dichtung (l due Foscari. Yeritù, non |ioc»«ia). Memoria inserita ncW’IIislorisches Tasrhenhw.h di F. r- RauMEu, 1808 (Serie IV, anno IX). L’antore appoggiasi sui documenti pubblicati nel 1832 da F. Beuian nelle sue Memorie sui Foscari, e sulla narrazione contenuta nella Storia Veneta del Romanin; ma egli ha ricavato mollo utile dal diligente esame delle carte dei Misti del Consiglio dei Dieci.» Walter VI vcn Brienne llcrsog von Athen und Graf von Lecce (Uiiallieri VI di Brienne duca d’Atene e eonte di Lecce). Memoria contenuta nell’Annuario storico di F. de Raumer, volume XXV, 1854. Vedi l’opera francese: Les Brienne de Lecce et d’Alhènes, 1200-1336, par le Comte Fernund de Sassenay, Parigi 1809. H ìTIiO, H. G., Gescìiiclìte der christlichen Molerei in ihrem Enlivicldungsganq dargestellt ( storia della pittura cristiana esposta nei suo sviluppo). Slulg., 1868, 69, fase. 1 e 2, 8vo. ■ HUBcR. Vedi JAHRBUCH. IIUBLKR, B., Die Constanzer lìefnr mation vnd das Concordai ron mS{t.a riforma di Costanza e il concordato del t41$it j. Lipsia, 1867, Svo. La presente opera espone le circostanze nelle quali ebbe luogo l’elezione di P. Martino V e la redazione, fatta dal comitato di riforma, dei sette decreti sinodali del marzo 1418, rimanendo sospeso il negoziato comune col nuovo pontefice, mentre vennero conclusi i tre concordati constanziensi per la Germania, l’Inghilterra e la Francia, l’ultimo dei ouali, con alcune modificazioni, venne adottato dalla Spagna e dall’Italia. Il testo dei concordati trovasi aggiunto alla narrazione storica, corredalo di note e d’indici. Vedi Hefei E. BUFFER, Hermann, Òslreiiìi und Preussen gegenaher der franzósischeti Revolution bis sum Abschluss des Friedens von Campofonnio ( Austria e [p. 217 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/221 [p. 218 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/222 [p. 219 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/223 [p. 220 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/224 [p. 221 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/225 [p. 222 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/226 [p. 223 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/227 [p. 224 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/228 [p. 225 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/229 [p. 226 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/230 [p. 227 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/231 [p. 228 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/232 [p. 229 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/233 [p. 230 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/234 [p. 231 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/235 [p. 232 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/236 [p. 233 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/237 [p. 234 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/238 [p. 235 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/239 [p. 236 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/240 [p. 237 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/241 [p. 238 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/242 [p. 239 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/243 [p. 240 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/244 [p. 241 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/245 [p. 242 modifica]Pagina:Archivio storico italiano, serie 3, volume 12 (1870).djvu/246