Bollettino delle leggi e disposizioni della Repubblica Romana/Bollettino N. 16

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Bollettino N. 16

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REPUBBLICA ROMANA


BOLLETTINO DELLE LEGGI


N. 16.

EDIZIONE OFFICIALE


187 Decreto del Triumvirato per cui l'esercizio del diritto di grazia è delegato provvisoriamente al Potere Esecutivo - pag. 275.

188 Idem per cui tutti i permessi di assenza accordati ai membri dell'Assemblea sono revocati - pag. 276.

189 Idem di nomina del Ministero - pag. 277.

190 Idem di nomina della commissione che deve disporre delle abitazioni nel locale del S. Uffizio - pag. 278.

191 Idem per cui il locale del s. Uffizio è destinato ad abitazioni con tenui fitti - pag. 279.

192 Ordine del giorno della Commissione di guerra in cui dichiara i principii del suo operare - pag. 281.

193 Proclama del Triumvirato in cui dichiara le norme generali che intende seguire - pag. 282.

194 Decreto del Triumvirato per la emissione di boni della Repubblica per la somma di scudi 251,595. - pag. 286.

193 Idem per cui si scioglie lo stato maggiore generale della Guardia nazionale - pag. 288.



Roma 1849.- Tipografia Governativa.


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IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

Il Potere Esecutivo della Repubblica

Notifica:

Che l’Assemblea Costituente, nella tornata del giorno 31 scaduto, ha promulgato il seguente Decreto, ed Ordina

che sia eseguito nella sua forma e tenore.

L’Assemblea Costituente

Decreta:

Articolo unico. L’esercizio del diritto di grazia è delegato provvisoriamente al Potere Esecutivo della Repubblica.

Dato dalla residenza del Potere Esecutivo della Repubblica Romana 1 aprile 1849.

I Triumviri

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IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

Il Potere Esecutivo della Repubblica

Notifica:

Che l’Assemblea Costituente, nella tornata del giorno 31 scaduto, ha promulgato il seguente Decreto, ed Ordina:

Che sia eseguito nella sua forma, e tenore.

L’Assemblea Costituente

Decreta

Art. 1. Tutti i permessi di assenza accordati ai Membri dell’Assemblea sono revocati.

Art. 2. Sono eccettuati tutti gli officiali civili e militari assenti per servizio della Repubblica.

Dato dalla residenza del Potere Esecutivo della Repubblica Romana 1 aprile 1849.

I Triumviri

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IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

Assumendo il Trimvirato la somma tutta delle facoltà Governative

Decreta:


1. Sono nominati Ministri da lui dipendenti.

Per l’Estero, il cittadino Rusconi

Per l’Interno, il cittadino Berti Pichat.

Per l’Istruzione Pubblica, il cittadino Sturbinetti.

Per le Finanze, il cittadino Manzoni.

Per Grazia e Giustizia, il cittadino Lazzarini.

Pel Commercio, Lavori pubblici ec., il cittadino Montecchi.

2. Il Ministero della Guerra e Marina, temporaneamente rimane affidato alla Commissione di Guerra, istituita dalla Romana Assemblea.

Dato dalla residenza del Triumvirato li 2 aprile 1849.

I Triumviri

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REPUBBLICA ROMANA


IN NOME DI DIO E DEL POPOLO


IL TRIUMVIRATO

Visto il Decreto dell’Assemblea del giorno 3 corrente;

Ordina:

1. La Commissione che deve disporre abitazioni a tenui fitti nel locale del S. Uffizio in beneficio del popolo meno agiato, è composta dei Cittadini

Rappr. del Popolo.


Cittadini     Pasquali Ingegnere
Bonelli Architetto.

I nominati siederanno in Commissione sin da domani nel locale suddetto, per dare immediato adempimento al proprio mandato.

Roma data dalla residenza del Triumvirato il 5 Aprile 1849.

I Triumviri



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IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

Il Potere Esecutivo della Repubblica

Notifica:

Che l’Assemblea Costituente, nella Tornata del giorno 3 Aprile corrente, ha promulgato il seguente Decreto, ed

Ordina:

Che sia eseguito nella sua forma e tenore.

Considerando che dovere e tutela di una bene ordinata Repubblica è il provvedere al progressivo miglioramento delle classi più disagiate;

Considerando che tra i primi miglioramenti è quello di emancipare molte famiglie dai danni di abitazioni troppo ristrette e insalubri;

Considerando che nel mentre la Repubblica studierà modo di destinare locali, tanto in Roma, che nelle Province, ad uso delle famiglie indigenti, è opera intanto di moralità Repubblicana cancellare le vestigia dell’iniquità, consacrando a beneficenza quanto la passata tirannide destinava a tormento;

L’ASSEMBLEA COSTITUENTE

PROPONENTI I TRIUMVIRI

Decreta:

1. L’edificio, che già serviva al Santo Ufficio, resta fin d’ora destinato ad abitazione di famiglie o individui che vi saranno alloggiati contro tenui pigioni mensili, e posticipate.

[p. 280 modifica]2. È instituita una Commissione, compostadi tre Rappresentanti del Popolo, e due Ingegneri civili, per provvedere sollecitamente alla esecuzione del presente Decreto.

a) Ricevendo le istanze delle famiglie o degl’individui di Roma, che chiedessero alloggio nel suddetto locale, e assecondando di preferenza le domande di chi saprà comprovare maggiori bisogni;

b) Facendo eseguire nel locale quei lavori d’innovazione, che troverà necessarii per renderlo adatto alla nuova destinazione.

c) Fissando mano mano a coloro, a cui sa ranno assecondate le istanze, i locali di abitazione, determinando la pigione che dovranno pagare gli alloggiati, e mettendoli in fatti nel possesso del respettivo alloggio.

d) Formulando un regolamento per l’interna disciplina del locale, per la regolare gestione amministrativa, e per la conservazione del medesimo.

3. Non potranno aver luogo in nessun tempo, nè modo i subaffitti delle accennate abitazioni.

4. La Commissione, a incominciare dal giorno 9 corrente, siederà nel locale sudetto per dare immediato adempimento al proprio mandato.

Dato dalla residenza del Potere Esecutivo della Repubblica Romana, li 4 Aprile 1849.

I Triumviri


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REPUBBLICA ROMANA


MINISTERO DI GRAZIA E GIUSTIZIA

Ordine del Giorno 4 Aprile.

Soldati!

La Commissione di Guerra si crede in dovere, nell’assumere temporaneamente il Ministero, di esternare i principii che stabilisce per base al suo operare. Essa crede di far eco ai sentimenti di ogni buon Cittadino coll’abolire nell’Armata i privilegii e le disparità: tutti figli dell’istessa madre, tutti armati per l’istessa causa, non vi dev’essere più favoritismo: il merito è il solo che stabilisce il grado. La divisione è la ruina della Nazione e dell’esercito. Uno dev’essere il centro da cui partano tutti gli ordini, cieca l’obbedienza; quindi la Commissione fa appello ai buoni, onde reprimere l’insubordinazione e l’indisciplina de’ tristi. Il Soldato della Repubblica bisogna che sia saldo e compatto nelle sue file per essere terribile all’inimico. Egli serve un principio, un’idea; quindi, bandite le servitù individuali nel superiore, bisogna che rispetti la legge.

L’Armata della Repubblica è sparsa; la Com missione va immediatamente a riconcentrarla. Nel suo mezzo sventolerà il Vessillo Repubblicano: l’Armata si stringerà intorno ad esso. Se il nemico ci attacca, l’unione ci renderà forti; noi membri della Commissione saremo fra le vostre file. Il Vessillo sarà difeso da noi tutti, o Cittadini, sino all’ultima goccia del nostro [p. 282 modifica]sangue. Tutti i cittadini dello Stato lo vedranno sventolare da lungi; esso sarà il punto di riunione dei buoni. Ogni Città, ogni Villaggio si difenderà da sè; i prodi difensori, se oppressi dalla forza brutale, si rifuggiranno fra le braccia de’ loro fratelli. L’Armata ingrossata farà lo sforzo decisivo, e cederà dopo aver perduto l’ultimo suo Soldato.

La Commissione di Guerra

Giusti
Pisacane
Cerroti
Moubeuge
Carducci.

(193)

REPUBBLICA ROMANA


DIO E POPOLO

Cittadini:

Da cinque giorni noi siamo rivestiti d’un sacro mandato dall’Assemblea. Abbiamo maturamente interrogato le condizioni del paese, quelle della Patria comune, l’Italia, i desideri dei buoni, e la nostra coscienza; ed è tempo che il Popolo oda una voce da noi; è tempo che per noi si dica con quali norme generali noi intendiamo soddisfare al mandato.

Provvedere alla salute della Repubblica: tutelarla dai pericoli interni ed esterni; [p. 283 modifica]rappresentarla degnamente nella Guerra dell’Indipendenza: questo è il mandato affidatoci.

E questo mandato significa per noi non solamente venerazione a una forma, a un nome; ma al principio rappresentato da quel nome, da quella forma governativa; e quel principio è per noi un principio d’amore, di maggiore incivili. mento, di progresso fraterno con tutti e per tutti, di miglioramento morale, intellettuale, economico per l’universalità dei cittadini. La bandiera Repubblicana innalzata in Roma dai Rappresentanti del Popolo non rappresenta il trionfo d’una frazione di cittadini sopra un’altra; rappresenta un trionfo comune, una vittoria, riportata da molti, consentita dalla immensa maggiorità, del principio del bene su quello del male, del diritto comune sull’arbitrio dei pochi, della santa Eguaglianza che Dio decretava a tutte l’anime sul Privilegio e sul Dispotismo. Noi non possiamo essere repubblicani senza essere e dimostrarci migliori dei Poteri rovesciati per sempre.

Libertà e Virtù, Repubblica e Fratellanza devono essere inseparabilmente congiunte. E noi dobbiamo darne esempio all’Europa. La Repubblica in Roma è un programma Italiano: una speranza, un’avvenire pei ventisei milioni d’uomini fratelli nostri. Si tratta di provare all’Italia e all’Europa che il nostro grido Dio e Popolo non è una menzogna — che l’opera nostra è in sommo grado religiosa, educatrice, morale — che false sono le accuse d’intolleranza, d’anarchia, di sommovimento avventate alla santa bandiera e che noi procediamo, mercè il principio [p. 284 modifica]repubblicano, concordi come un famiglia di buoni, sotto il guardo di Dio e dietro alle ispirazioni dei migliori per Genio e Virtù, alla conquista dell’ordine vero, Legge e Forza associate.

Così intendiamo il nostro mandato. Così speriamo che tutti i cittadini lo intenderanno a poco a poco con noi. Noi non siamo Governo d’un partito; ma Governo della Nazione. La Nazione è Repubblicana. La Nazione abbraccia quanti oggi professano sinceri la fede repubblicana: compiange ed educa quanti non ne intendono la santità; schiaccia nella sua onnipotenza di sovranità quanti tentassero violarla con ribellione aperta o meno segrete provocatrici di risse civili.

Nè intolleranza, nè debolezza. La Repubblica è conciliatrice ed energica. Il Governo della Repubblica è forte; quindi non teme; ha missione di preservare intatti i diritti e libero il compimento dei doveri d’ognuno; quindi non s’inebria d’una vana e colpevole securità. La Nazione ha vinto: vinto per sempre. Il suo Governo deve avere la calma generosa e serena, e non gli abusi della vittoria. Inesorabile quanto al principio, tollerante e imparziale cogli individui: abborrente dal transigere e dal diffidare: nè codardo nè provocatore: tale dev’essere un Governo per esser degno dell’istituzione Repubblicana.

Economia negli impieghi; moralità nella scelta degli impiegati: capacità, accertata dovunque si può per concorso, messa a capo d’ogni ufficio, nella sfera amministrativa.

Ordine e severità di verificazione e censura [p. 285 modifica]nella sfera finanziera; limitazione di spese, guerra a ogni prodigalità, attribuzione d’ogni danaro del paese all’utile del paese, esigenza inviolabile d’ogni sagrificio ovunque la necessità del paese la impongano.

Non guerra di classi, non ostilità alle ricchezze acquistate, non violazioni improvvide o ingiuste di proprietà; ma tendenza continua al miglioramento materiale dei meno favoriti dalla fortuna, e volontà ferma di ristabilire il credito dello Stato, e freno a qualunque egoismo colpevole di monopolio, d’artificio, o di resistenza passiva dissolvente o procacciante alterarlo.

Poche e caute leggi; ma vigilanza decisa sul l’esecuzione.

Forza e disciplina d’esercito regolare sacro alla difesa del paese, sacro alla guerra della Nazione per l’Indipendenza, e per la libertà dell’Italia.

Son queste le basi generali del nostro programma: programma che riceverà da noi sviluppo più o meno rapido a seconda dei casi, ma che, intenzionalmente, noi non violeremo giammai.

Recenti nel potere, circondati d’abusi spettanti al governo caduto, arrestati a ogni passo dagli effetti dell’inerzia o delle incertezze altrui, noi abbiamo bisogno di tolleranza da tutti; bisogno sovra ogni cosa che nessuno ci giudichi fuorchè sull’opere nostre. Amici a quanti vogliono il bene della patria comune, puri di core se non polenti di mente, collocati nelle circostanze più gravi che sieno mai toccate ad un Popolo e al suo Governo, noi abbiamo bisogno del concorso attivo di tutti, del lavoro [p. 286 modifica]concorde, pacifico, fraterno di tutti. E speriamo d’averlo. Il paese non deve nè può retrocedere; non deve nè vuole cadere nell’anarchia. Ci secondino i buoni; Dio, che ha decretato Roma risorta e l’Italia Nazione, ci seconderà.

Roma 5 Aprile 1849.

I Triumviri

(194)

REPUBBLICA ROMANA


IN NOME DI DIO E DEL POPOLO

Visto il Decreto dell’Assemblea costistuente delli 26 Marzo p. p. nei cui considerandi è detto:

» Considerato che il frutto stabilito sulle categorie emesse dai Boni del Tesoro è di scudi 3,60 il cento per anno;

» Considerato che l’ammontare dei frutti decorsi e da decorrere sui Boni, fino alla loro completa Ammortizzazione, supposta un mese dopo la scadenza di ciascuna serie, ascende a scudi 405.450;

» Considerato che colla conversione delle quattro diverse categorie in una sola categoria uniforme, non si pagherebbero i frutti sulle [p. 287 modifica]categorie estinte, se non se fino all’epoche stabilite per la conversione;

» Considerato che da quelle epoche in appresso fino alle stabilite scadenze dei Boni vi è un risparmio sui frutti di Scudi 251,595;

» Considerato che per questa ed anche per maggior somma, la quale è esuberantemente garantita dalle ipoteche già iscritte per le quattro categorie fruttifere che si estinguono, può emettersi altrettanta quantità di Boni».

Visto l’articolo 4 del citato Decreto così concapito:

» Per la somma che si risparmia sui frutti che sarebbero decorsi, sino alla scadenza di antiche serie, sarà estesa la nuova categoria»

IL TRIUMVIRATO

Decreta:


1. Si emettono - nnovi boni della Repubblica Romana per la somma di scudi 251,595.

2. Porteranno la firma di Giacomo Manzoni Ministro delle Finanze, di Nocchi direttore del Debito Pubblico e Canale per il segretario del Debito Pubblico.

3. La presente ordinanza è in parziale esecuzione del Decreto 26 Marzo 1849.

Dato dalla residenza del Triumvirato. li 5 Aprile 1849.

I Triumviri


[p. 288 modifica](193)

REPUBBLICA ROMANA


IN NOME DI DIO E DEL POPOLO


I TRIUMVIRI

Considerando che la guardia nazionale deve ridursi per quanto è possibile ad un sistema di semplicità e di uguaglianza;

Sopra richiesta del Generale Comandante la guardia nazionale di Roma;

Decretano:

1. L’attuale Stato maggiore generale della guardia nazionale di Roma è sciolto.

2 Il Comando Generale della guardia stessa provvederà, fino alle ulteriori risoluzioni, al servizio che si prestava dagli uffiziali di Stato maggiore generale.

3. Il Ministro dell’Interno è incaricato della esecuzione del presente decreto.

Dato dalla residenza del Triumvirato li 9 Aprile 1849.

I Triumviri