Canti di Castelvecchio/Canti di Castelvecchio/La bicicletta

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La bicicletta

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Canti di Castelvecchio - Il sonnellino Canti di Castelvecchio - Il ritorno delle bestie
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LA BICICLETTA


I


Mi parve d’udir nella siepe
la sveglia d’un querulo implume.
Un attimo... Intesi lo strepere
          cupo del fiume.

Mi parve di scorgere un mare
dorato di tremule messi.
Un battito... Vidi un filare
          di neri cipressi.

Mi parve di fendere il pianto
d’un lungo corteo di dolore.
Un palpito... M’erano accanto
          le nozze e l’amore.
              dlin... dlin...

II


Ancora echeggiavano i gridi
dell’innominabile folla;

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che udivo stridire gli acrìdi
          su l’umida zolla.

Mi disse parole sue brevi
qualcuno che arava nel piano:
tu, quando risposi, tenevi
          la falce alla mano.

Io dissi un’alata parola,
fuggevole vergine, a te;
la intese una vecchia che sola
          parlava con sè.
              dlin... dlin...

III


Mia terra, mia labile strada,
sei tu che trascorri o son io?
Che importa? Ch’io venga o tu vada,
          non è un addio!

Ma bello è quest’impeto d’ala,
ma grata è l’ebbrezza del giorno.
Pur dolce è il riposo... Già cala
          la notte: io ritorno.

La piccola lampada brilla
per mezzo all’oscura città.
Più lenta la piccola squilla
          dà un palpito, e va...
               dlin... dlin...