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Canti di Castelvecchio/Canti di Castelvecchio/La vite

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La vite

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Canti di Castelvecchio - Fanciullo mendico Canti di Castelvecchio - Il sonnellino
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LA VITE



Or che il cucco forse è vicino,
mentre i peschi mettono il fiore,
     cammino, e mi pende all’uncino
     la spada dell’agricoltore.

Il pennato porto, chè odo
già la prima voce del cucco...
     cu... cu... io rispondo a suo modo:
     mi dice ch’io cucchi, e sì, cucco.

Sì, ti cucco, vite, chè sento
già nel sole stridere l’api:
     ti taglio ogni vecchio sarmento,
     ti lascio tre occhi e due capi.

O che piangi, vite gentile,
perchè al vento stai nuda nata?
     Se anch’io tra i fioretti d’aprile
     sembravo una vite tagliata!

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Piangi quello che ti si toglie?
Ma ti cucco, taglio ed accollo,
     perchè, quando cadon le foglie,
     tu abbia un tuo qualche grispollo!

O mia vite... no, o mia vita,
così torta meglio riscoppi!
     E poi... com’è buono, alle dita,
     l’odore di gemme di pioppi!

E parlare, ritto su loro,
col venuto di là dal mare,
     chiedendogli, in mezzo al lavoro,
     quant’anni si deve campare!