Compendio della dottrina cristiana/Catechismo maggiore/Parte quinta/Capo III

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Catechismo maggiore - Parte quinta - Capo III

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Capo III.
Delle Beatitudini evangeliche.


D. Quante e quali sono le Beatitudini evangeliche?

R. Le Beatitudini evangeliche sono otto:

1.ª Beati i poveri di spirito, perchè di questi è il regno de’ cieli.
2.ª Beati i mansueti, perchè questi possederanno la terra.
3.ª Beati quelli che piangono, perchè saranno consolati.
4.ª Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perchè saranno saziati.
5.ª Beati i misericordiosi, perchè troveranno misericordia.
6.ª Beati i mondi di cuore, perchè vedranno Dio.
7.ª Beati i pacifici, perchè saranno chiamati figli di Dio. [p. 273 modifica]
8.ª Beati quelli che soffrono persecuzioni per amor della giustizia, perchè di essi è il regno de ’ cieli.

D. Perchè Gesù Cristo ci ha proposto le Beatitudini?

R. Gesù Cristo ci ha proposto le Beatitudini per farci detestare le massime del mondo, e per invitarci ad amare e praticare le massime del suo Vangelo.

D. Chi sono quelli che il mondo chiama beati?

R. Il mondo chiama beati quelli che abbondano di ricchezze e di onori, che vivono allegramente, e che non hanno alcuna occasione di patire.

D. Chi sono i poveri di spirito, che Gesù Cristo chiama beati?

R. I poveri di spirito, secondo il Vangelo, sono quelli che hanno il cuore distaccato dalle ricchezze; ne fanno buon uso, se le posseggono; non le cercano con sollecitudine, se ne sono privi; ne soffrono con rassegnazione la perdita, se loro vengono tolte.

D. Chi sono i mansueti?

R. I mansueti sono quelli che trattano il prossimo con dolcezza, e ne soffrono con pazienza i difetti e i torti che da essi ricevono, senza querele, risentimenti o vendette.

D. Chi sono quelli che piangono, eppure sono detti beati?

R. Quelli che piangono, eppure sono detti beati, sono coloro che soffrono rassegnati le [p. 274 modifica]tribolazioni, e che si affliggono per i peccati commessi, pei mali e per gli scandali che si vedono nel mondo, per la lontananza dal paradiso e pel pericolo di perderlo.

D. Chi sono quelli che hanno fame e sete della giustizia?

R. Quelli che hanno fame e sete della giustizia sono coloro che desiderano ardentemente di crescere sempre più nella divina grazia e nell’esercizio delle opere buone e virtuose.

D. Chi sono i misericordiosi?

R. I misericordiosi, sono quelli che amano in Dio e per amor di Dio il loro prossimo, ne compassionano le miserie si spirituali, che corporali, e procurano di sollevarlo secondo le loro forze e il loro stato.

D. Chi sono i mondi di cuore?

R. I mondi di cuore sono quelli che non hanno veruno affetto al peccato e ne stanno lontani, e schivano sopratutto ogni sorta d’impurità.

D. Chi sono i pacifici?

R. I pacifici sono quelli che conservano la pace col prossimo e con se stessi, e procurano di mettere la pace tra quelli che sono in discordia.

D. Chi sono quelli che soffrono persecuzione per amore della giustizia?

R. Quelli che soffrono persecuzione per amore della giustizia sono coloro che sopportano con pazienza le derisioni, i rimproveri e [p. 275 modifica]le persecuzioni per causa della fede e della legge di Gesù Cristo.

D. Che cosa significano i diversi premi promessi da Gesù Cristo nelle Beatitudini?

R. I diversi premi promessi da Gesù Cristo nelle Beatitudini significano tutti, sotto diversi nomi, la gloria eterna del cielo.

D. Le Beatitudini ci procurano solo l’eterna gloria del paradiso?

R. Le Beatitudini non ci procurano solo l’eterna gloria del paradiso, ma sono anche i mezzi per condurre una vita felice, per quanto è possibile, in questo mondo.

D. Coloro che seguono le Beatitudini, ne ricevono già qualche ricompensa in questa vita?

R. Sì, certamente, coloro che seguono le Beatitudini, ne ricevono già qualche ricompensa anche in questa vita, perchè già godono un’interna pace e contentezza, che è principio, benchè imperfetto, della eterna felicità.

D. Quelli che seguono le massime del mondo potranno dirsi felici?

R. No, quelli che seguono le massime del mondo, non sono felici, perchè non hanno la vera pace dell’anima, e corrono pericolo di dannarsi.