Dagli Epigrammi (Alfieri, 1912)/XI. Forse alcun pregio aveano

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XI. Forse alcun pregio aveano

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XI. Forse alcun pregio aveano
X. Dai Galli in rima le tragedie fersi XII. Chi fu, che fece e che mertò costui?

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XI [xlvi].1

Forse alcun pregio aveano
Le mie tragedie allora,

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Che di tua mano amabile,
4 Le ricevea l’egregio2
Vate, a cui Giovenal sua sferza dié:
Ma non cosí piaceano
Altrui poi per se stesse,
Allor che inesorabile
Il comprator sovr’esse
10 Nude di un tanto fregio
Sfogando3 andava i suoi zecchini tre.


Note

  1. «1 maggio 1790... Nel ms. 13 leggesi la seguente indicazione: In risposta a un’ode del Parini alla Marchesa Castiglioni, che comincia: «Queste che il fiero Allobrogo» ecc., mandatami dalla stessa Castiglioni. Nello stesso ms. trovasi inserita la copia dell’ode Pariniana con la seguente scritta: Alla Signora Marchesa D. Paola Castiglioni, nata Litta. Per le tragedie del Sig. Conte Alfieri da lei regalate allo autore. Ode. L’A. aggiunse di sua mano: dall’abate Parini, 1790». (Renier, op. cit., LXXX e seg.). Riferisco le due strofe del Parini, a cui arieggiano queste dell’A.:
    Queste che il fero Allobrogo
    Note piene d’affanni
    Incise col terribile
    Odiator de’ Tiranni
    Pugnale, onde Melpomene
    Lui fa gl’itali spirti unico armò:
    Come oh come a quest’animo
    Giungon soavi e belle
    Or che la stessa Grazia
    A me di sua man dielle
    Dal labbro sorridendomi
    E da le luci onde cotanto può!
  2. 3-4. Di tua mano, da riferirsi alla Marchesa Castiglioni. Al Parini l’A. aveva mandato nel 1783 le sue tragedie e ne era stato ricambiato col son. Tanta già di coturni, altero ingegno; nel luglio dello stesso anno, andando a Milano, aveva avuto occasione di frequentarlo, ma de’ suoi giudizi intorno alle tragedie testé pubblicate pare non rimanesse gran che sodisfatto (Aut., IV, 10°; in un ms. del Filippo notò però le correzioni propostegli dal Parini e le frasi che gli erano piaciute, come può vedersi in Milanesi, Op. cit., 379 e 393) né gli parve piú tardi che col Giorno avesse raggiunto la perfezione nel genere satirico, se nella stessa Aut. lo chiama «originalissimo e vero precursore della futura satira italiana».
  3. 11. Sfogando, vale sborsando.