De gli elementi, e di molti loro notabili effetti/Dedica

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Dedica

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De gli elementi, e di molti loro notabili effetti De gli elementi


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ALL’HONORATISS. S.RE

IL S. PAOLO GIUSTINIANO,

Abbate di S. Andrea di Busco,

PAOLO MANUTIO.


P
erche potrebbe cader in pensiero a V. S. che quella servitù, la quale già presi con essolei, mercè della sua humanità, se ne andasse mancando col tempo, massimamente non essendomi lecito di visitarla, per questa mia più tosto molesta, che perigliosa indispositione de gli occhi: ho voluto, per mezzo di qualche segno dell’animo mio, confermarmi nella possessione della sua gratia, facendomi riconoscere per quell’affettionato servitore, ch’io le fui insino dal primo giorno, che la mia felice fortuna mi diede occasione di conoscerla. Nel qual tem[p. Ir modifica]po così humanamente mi accolse, che ne porterò sempre scolpita la memoria. et hora, perchè l’affetto mio interno d’alcuno estrinseco effetto si conosca, mando in luce sotto il suo honorato nome questo trattato de gli elementi: il quale doverà esser grato a qualunque il leggerà, e per la brevità, e per la chiarezza. A V. S. rendomi certo che sarà carissimo, come a quella, cui diletta oltra modo lo studio delle belle scienze, e, per impiegarvi la maggior parte del tempo, si è ritirata in luogo ameno, e solitario, e vive felice vita, accompagnata sempre da’ suoi santi pensieri, lontana dall’ambitione, e da molte altre passioni, che tormentano gli animi di chi nelle false apparenze del mondo giudica esser riposto il sommo bene. Questo libretto adunque le mando, per visitarla in quel modo, che mi è concesso, non [p. IIf modifica]potendo io venire personalmente: pregandola a non misurare l’animo mio con così picciolo effetto, ma tenere per fermo, che il desiderio, ch’io ho di honorarla, sia di gran lunga superiore alle forze. e forse un giorno miglior occasione mi si offerirà, et aprirassi più largo campo, dove io possa trascorrere per le sue lodi, e della sua nobilissima casa, onde tanti valorosi heroi sono usciti, et escono tuttavia, degni di sempiterna lode. Tra tanto accetti benignamente quel ch’io le porgo; e, quanto a’ miei meriti manca, sopplisca ella con l’humanità sua. E così essa stessa in un medesimo tempo mi obligherà, e sarà degno di servirla, aiutando la mia imperfettione con quelle parti, che in lei sono perfette.