Della architettura della pittura e della statua/Della architettura/Libro terzo – Cap. VII

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Libro terzo – Cap. VII

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Come si generino le Pietre, come le si commettino, et congiunghino insieme, et quali sieno le più gagliarde, et quali le più deboli.

cap. vii.


E
Gli importa certo grandemente, con quale commettitura, et con quale collegamento si mettino esse Pietre in opera, in cotesto, o in altro luogo: Percioche si come nel Legno, cosi nelle Pietre ancora sono et vene, et nodi, et altre parti più deboli: anzi è manifestissimo, che i Marmi si fendono, et si torcono. Sono nelle Pietre posteme, et saccate di materia putrida, la quale [p. 59 modifica]materia col tempo rigonfia (si come io penso) inzuppatasi di humidità dell’aria, che ella ha succiata, onde ne seguitano più gravi posteme, et guastamenti di colonne. Perilche, oltre a quelle cose che delle Pietre a lor luogo di sopra trattammo, è di necessità conoscere, che le Pietre sono (si come noi veggiamo) create dalla natura, stando esse bocconi, di materia, come essi affermano, liquida, et flussibile; la quale essendo a poco a poco cresciuta, et indurita, riserva essa massa le prime figure delle sue parti. Di quì è che in esse Pietre le parti di sotto sono di corpicelli più gravi, et maggiori, che quelle di sopra; et vi intracorrono vene secondo che la materia posta sopra l’altra materia, si strinse insieme. Quelle cose che dentro a le vene si truovano, o sieno esse veramente stiume della prima congelatasi materia mescolata insieme con le feccie della sopragiuntavi materia: o siano pure quale altra cosa si voglino, non havendo permesso la natura che cosi discrepanti s’unissino del tutto insieme, non è maraviglia che sieno atte al fendersi nelle Pietre. Oltra di questo, si come il fatto da per se stesso dimostra, et è manifesto per l’ingiuria de tempi (per dir cosi) accioche noi non andiamo ricercando cose più recondite, tutti i corpi composti, et ammassati si disfanno, et si risolvono: Cosi ancora nelle Pietre quelle parti che sono esposte a sofferire le tempeste, sono più atte a macerarsi, et a putrefarsi. Le quali cose essendo cosi, vogliono che nel collocare le Pietre si avertisca di porre contro le offensioni delle cose contrarie, quelle faccie delle Pietre che sono saldissime, et che non sono atte ad essere cosi presto consumate, in quelle parti massimo dello edificio, che debbono essere le più gagliarde. Non si porrà adunque la vena per ritto, accioche per i cattivi temporali le Pietre non si scorteccino. Ma metterassi a giacere distesa, accioche aggravata per il peso delle di sopra, non apra mai in luogo alcuno. Et faccia che nella cava era più ascosa, si debbe collocare in modo che resti allo scoperto: Percioche ella è più sugosa, et più forte. Ma in tutta la Pietra di cava non si troverà faccia alcuna più atta al sopportare, che quella, che si staccherà non per il filone della cava, ma che taglierà a traverso la lunghezza della giacente massa. Oltra di questo le cantonate per tutto lo edificio, percioche elle debbono essere oltra modo gagliardissime, si debbono fare di muraglia saldissima: Concio sia certamente, che se io ne giudico bene, ciascuna cantonata è la metà del tutto dello edificio. Però che il mancamento di una cantonata non può succedere senza il danno di amenduoi li lati. Et se tu consideri questo, tu troverai senza dubbio, che quasi nessuno edificio è cominciato a rovinare per altro, che per il difetto delle cantonate. Consideratamente adunque usarono gli Antichi di fare le cantonate più grosse che le mura; et di aggiugnere ad esse, alie più ferme ne portichi dove sono le colonne. La saldezza della cantonata adunque non si desidera perche ella regga la copertura (percioche quello è più tosto ufficio delle colonne, che delle cantonate): Ma principalmente perche le mura si mantenghino insieme a fare gli officii loro; et non si pieghino da alcuna delle bande dal filo del piombo. Sarà adunque questa cantonata, di Pietre lunghissime, et durissime, che si dilatino per la lunghezza delle mura a guisa di braccia, et di mani; et siano larghe queste Pietre secondo la larghezza delle mura; accioche nel mezo non vi sia bisogno di ripieno alcuno. Egli è cosa conveniente ancora, che nelle mura, et ne lati de vani, sieno ossami simili alle cantonate, et tanto più saldi, quanto che haranno a stare sotto a pesi maggiori: Et sopra tutto bisogna lasciare morse, cioè alcune Pietre di quà, et di là, che sportino in fuori da l’uno ordine si, et dall’altro no, delle Pietre; quasi che aiutamenti, et appiccamenti a sostenere il restante dello altro muro.