Di febbre ria, ma più dal duolo oppressa

Da Wikisource.
Giuseppe Paolucci

1723 Indice:Zappi, Maratti - Rime I.pdf Sonetti letteratura Di febbre ria, ma più dal duolo oppressa Intestazione 1 aprile 2022 100% Sonetti

[p. xiv modifica]

GIUSEPPE PAOLUCCI.1


Di febbre ria, ma più dal duolo oppressa
     Langue, o Tirsi, d’Arcadia il più bel fiore:
     Ninfa, che non so dir, se porti impressa
     Beltà maggior nel volto, oppur nel cuore.
E langue sì, ch’ella non par la stessa,
     Che di tant’alme vinte ebbe l’onore:
     Tal di maligno umor nube atra e spessa
     Cuopre que’ lumi, ond’è sì dolce amore.
Ma da’ languidi rai non però cade
     Men grave il dardo, ond’il mio cuor s’accende,
     Anzi vie più pungente il fa pietade:
Chè quando da virtude il vigor prende
     D’amore il fuoco, ei per mancar beltade
     Punto non scema, o chiaro men risplende.

Note

  1. In occasione d’una grave malattia d’una Donna assai virtuosa.