Obras Poéticas de Glauceste Satúrnio/Sonetos/XCIII

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XCIII

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XCIII

 
     Dolci parole, or piú non siete quelle:
Nice, a cui piacqui un giorno, or me deride;
E le pupille sue, un tempo fide,
4Or sono a danni miei barbare stelle.
 
     Piú costante, che incontro alle procelle
Scoglio, che urtano i venti, e le onde infide,
Quanto piú col rigor crudel m’uccide,
8Tanto ardo piú per le sue luci belle.
 
     Quell’ira sua, cred’io, dell’amor mio
Alimento é tal volta, e dell’imparo,
11Per strugermi a suoi rai, nov’arti anch’io.
 
     Pur non veggo ’l Destin, con mé si avaro,
Se del suo sdegno a stimol cosi rio
14Sento l’incendio, Amor, esser piú chiaro.