Donne e Uomini della Resistenza/Ottavio Pastore

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Ottavio Pastore

Nato a La Spezia il 15 luglio 1887, deceduto a Roma il 28 giugno 1965, giornalista comunista.

Nel 1902 si era iscritto al PSI ed era diventato corrispondente di Avanguardia Socialista , organo della frazione rivoluzionaria del partito. L'anno dopo assunse la direzione di Libera parola , settimanale della Sezione di La Spezia. Eletto consigliere comunale e vice sindaco socialista della città, si trasferì a Torino dove era stato assunto alle Ferrovie dello Stato e anche nel capoluogo piemontese s'impegnò per portare su posizioni di sinistra la Sezione socialista locale, di cui divenne segretario avendo per collaboratori i più giovani Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti . Nel maggio 1915, in seguito allo sciopero generale di protesta per l'entrata dell'Italia nel Primo conflitto mondiale, Ottavio Pastore fu incarcerato per alcuni mesi. Corrispondente da Torino dell' Avanti! , dopo l'espulsione di Mussolini dal PSI propose che il giornale avesse un'edizione locale di cui Pastore divenne redattore capo. Quando questa fu soppressa, i comunisti trasformarono in quotidiano il settimanale Ordine Nuovo , che nel 1924 divenne l'Unità . Su proposta di Gramsci il nuovo giornale fu diretto proprio da Pastore, che a Trieste aveva sperimentato la violenza degli squadristi mentre dirigeva Il Lavoratore . Passato a Roma a fare il corrispondente, Pastore fu arrestato e incarcerato per 6 mesi. Nel 1926 dovette riparare in Francia perché, assolto dalla magistratura ordinaria, era stato condannato in contumacia dal Tribunale speciale a 12 anni di reclusione. A Parigi il giornalista seguì, per la Confederazione del Lavoro francese, i problemi dei lavoratori emigrati, e collaborò a Stato Operaio e a la Commune ; poi (espulso dalla Francia), passò con la moglie e i due figli in Belgio dove, sotto lo pseudonimo di Carlo Rossi, scrisse per Il Riscatto . Era il 1928 quando, alla Conferenza dei comunisti italiani a Basilea, Pastore proponeva la lotta armata contro i fascisti, mentre Togliatti gli replicava che "il partito aveva il compito di organizzare una insurrezione popolare vittoriosa, non una rivolta destinata a sicuro fallimento". Dopo di allora Pastore lavorò in Unione Sovietica in vari organismi sino a che, nel 1938, riuscito a tornare in Francia, vi diresse La voce degli italiani , lavorò per un'azienda come contabile e collaborò con la Resistenza francese. Arrestato alla frontiera nell'estate del 1943, mentre tentava di rientrare in Italia, il giornalista comunista passò 6 mesi nel carcere di Susa (TO), sino a che i partigiani non lo liberarono. Con la fine della guerra, Ottavio Pastore torna a lavorare a l'Unità come direttore dell'edizione torinese. Eletto senatore nel Collegio di Torino nel 1948 e nel 1953, il mandato gli fu riconfermato nel 1958 dagli elettori di Alcamo (PA). Alla sua scomparsa, Paolo Spriano lo ha ricordato su l'Unità con queste parole: "È stato il fratello più anziano di molte generazioni di giornalisti comunisti. Ed è stato qualcosa di più. Avverso per temperamento e per educazione culturale alla mentalità dogmatica, riuscì sempre a creare nei compagni che lavoravano con lui una atmosfera di ricerca, di discussione, un odio per la retorica, un'aderenza alle cose che fu scuola preziosa".