El libro dell'amore/Oratione VI/Capitolo XIV

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Oratione VI - Capitolo XIV

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Onde viene l’amore inverso e maschi e l’amore inverso le femine.

Così è pregno el corpo degli huomini, come vuole Platone, così è pregno l’animo, e amenduni per gli incitamenti d’amore stimolati sono ad partorire, ma alcuni o per natura o per uso sono più apti al parto dell’animo che del corpo, alcuni (e questi sono e più) sono più apti al parto del corpo che dell’animo. E primi seguitano el celeste amore, e secondi seguitano el volgare. E primi amano e maschi più tosto che le femine e adoloscenti più tosto che puerili, perché in essi molto più vigoreggia l’acume dello intellecto el quale è subiecto aptissimo, per la sua excellente bellezza, ad ricevere la disciplina, la quale coloro per natura generare appetiscono. E secondi pe ’l contrario, mossi dalla voluptà dell’acto venereo all’effecto della generatione corporale, e per cagione che la potenza che è nell’anima di generare manca di cognitione, e però non fa differentia tra sesso e sesso, e nientedimeno per sua natura tante volte c’invita a generare quante volte veggiamo uno bello obiecto, spesse volte adviene che quegli che conversano co’ maschi, per volere rimuovere gli stimoli della parte generativa, si mescolano con loro. Non era però conveniente così fare, ma era da considerare che gli incitamenti della parte generativa non richiedevano naturalmente questo giptare di seme invano, ma l’uficio di seminare per nascere, e però bisognava l’uso di decta parte da’ maschi alle femine convertire. Per questo errore stimiamo essere nata quella nepharia sceleratezza, la quale Platone nelle sue Leggi come spetie d’omicidio agramente bestemmia. Certamente non è meno omicidiale colui che interrompe l’uomo che debba nascere che colui che lieva di terra el nato; più aldace è colui che uccide la vita presente, ma colui è più crudele, che porta invidia ancora a chi ha a nascere, e uccide e sua proprii figliuoli prima che naschino.