Elettra (D'Annunzio)/Canti della morte e della gloria

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Canti della morte e della gloria

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Canti della morte e della gloria
La notte di Caprera Per la morte di Giovanni Segantini


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CANTI DELLA MORTE
E DELLA GLORIA.


I.

O
VERITÀ cinta di quercia, canta

la tristezza del popolo latino,
il Sol che muore dietro l’Aventino
4e la notte che abbraccia l’Arce santa.

Ahi che lungi egualmente a Roma, e in quanta
lontananza entro l’ombra del destino
compiuto, sono i Fabi e il lor divino
8Crèmera, Villagloria e i suoi settanta!

Esausto è il latte della Lupa stracca
nelle flaccide mamme, e tutto è spoglio
11dai ladruncoli il fico ruminale.

Acca Larenzia lucra da baldracca.
L’oca senz’ale abita il Campidoglio
14e la talpa senz’occhi il Quirinale.

II.

I
L pastore d’Amulio dal galèro

di pel lupigno, Fàustolo che scorse
il pico verde e quel seguendo accorse
18al loco lupercale umido e nero,

indi prese i Gemelli, uno leggero,
l’altro più grave, e nudi ambo li porse

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a Larenzia mammosa, non s’accorse
22che in un pesava il peso dell’impero.

Il peso dell’impero e del delitto
necessario facea grave il fratello
25di Remo, sacro all’augurale volo.

Ei diede al mondo l’Urbe e al cuore invitto
del Guerriero insegnò come sia bello
28con un sogno di gloria restar solo.

III.

L
A gloria fu. L’ultime vite insigni

si spengono sul suol di Dante a un tratto
come le faci in un festin protratto
32quando il cielo arde di baglior sanguigni.

Vanno lungi da noi l’Aquile e i Cigni:
quei ch’ebber pronta la virtù dell’atto
e quei ch’ebber nel cuore il sogno intatto;
36né si vede che il seme lor ralligni.

Alziamo gli Inni fùnebri, sul gregge
ignaro, alla Potenza che ci lascia,
39alla Bellezza che da noi s’esilia.

Implacabile è il Canto, e la sua legge.
E però leva su, vinci l’ambascia,
42Anima mia. Questa è la tua vigilia.