Er bene pe li Morti

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Giuseppe Gioachino Belli

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Er marito vedovo Er Medico ggiacubbìno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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ER BENE PE’ LI MORTI

     Oggi se dà ccomincio1 all’ottavario
De li poveri Morti; e ddite puro2
Che ttra ppredica, moccoli, e rrosario,
Se3 vòta er purgatorio de sicuro.

     Se sa,4 a le donne, llì mmezz’a lo scuro,
Quarche ppìzzico ar culo è nnescessario.
Quarche smaneggio tra la porta e ’r muro
Serve a li vivi pe’ un tantin de svario.

     Ecco er fine de tante bbaraonne5
De regazze che vvanno pe’ le cchiese.
Quest’è ’r carnovaletto de le donne.

     Tutte sciànno6 più o mmeno er zu’ racchietto,7
E llì, ssiconno8 er genio der paese,
Fanno l’amore senza dà ssospetto.

1 novembre 1833

Note

  1. Si dà principio.
  2. Pure.
  3. Si.
  4. Si sa.
  5. Baraonde: frotte.
  6. Ci hanno, semplicemente “hanno.„
  7. Il suo ganzo.
  8. Secondo.