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Er lalluvione der paesetto

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Giuseppe Gioachino Belli

1836 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Er lalluvione der paesetto Intestazione 28 febbraio 2025 75% Da definire

Er pontificabbile L'incontro de mi' mojje
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1836

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ER LALLUVIONE[1] DER PAESETTO.

     Cresscenno a ccórpo d’occhio[2] er gran fraggello
Che ttutta la campaggna era un torrente,
Li villani a cquer risico vidente,[3]
S’aggnédeno[4] a ssarvà ss’un pontiscello.

     Ma stati un quarto d’ora in mezz’a cquello,
Ècchete[5] a li du’ capi la corrente
Che tté li serra llì, ppovera ggente,
Come stàssino[6] in cima a un naviscello.

     Stretti come ssaràche[7] in ner barile,
Strillaveno; e ttratanto er zor Proposto
L’assorveva da sopra ar campanile.

     Dar campanile, sì: ccosa ridete?
Nun ze sa? In oggn’incontro er mejjo posto[8]
Sempr’è stato e ssarà cquello der prete.

6 febbraio 1836.

Note

  1. L’alluvione. [V. la nota 8 del sonetto: L’avaro (1), 13 sett. 35.]
  2. Crescendo a colpo d’occhio.
  3. Evidente.
  4. Si andarono.
  5. Eccoti.
  6. Stassero.
  7. Specie di pesci salati. [Salacche.]
  8. Il miglior posto.