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Er pranzo a ssant'Alèsio

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Giuseppe Gioachino Belli

1834 Indice:Sonetti romaneschi III.djvu sonetti letteratura Er pranzo a ssant'Alèsio Intestazione 21 aprile 2025 75% Da definire

Er pesscivénnolo La nasscita de Roma
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834

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ER PRANZO A SSANT’ALÈSIO.[1]

     Ricconta l’ortolano de li Frati
De Sant’Alèsio sur Monte Ventino,
Che ll’Argògoli[2] ch’oggi[3] sce so’[4] stati
A esartà[5] Rroma co’ ppietanze e vvino,

     Cercònno[6] tutto jjeri affaccennati
Da qualunque scurtore o scarpellino
Una Lupa da espone[7] a l’invitati
Ner posto che sse[8] pianta er trionfino.[9]

     Ma ppe’ cquanto ggiràssino,[10] fratello,[11]
Sto ritratto de Roma (nescessario
Dove se maggna) nun potérno avéllo.[12]

     Però, in zu’ vesce[13] e cco’ ggnisun divario,
J’ha sservito bbenissimo er budello
De Su’ Eminenza er Cardinal-Vicario.[14]

25 aprile 1834.

Note

  1. [Cfr. il sonetto seguente, e l’altro: La Compaggnia ecc., 23 apr. 34.] Sant’Alessio, chiesa posta sul Monte Aventino, e credesi precisamente nel luogo ove sorgeva anticamente l’Armilustro. Quivi Plutarco pone il sepolcro di Tazio. (Vedi Plutarco.... [Vita di Romolo]). Ne’ fianchi di questo monte si apriva la spelonca del famoso ladrone Caco: circostanza non ispregievole ai dotti che in quelle vicinanze mangiarono.
  2. Vedi la nota 6 del sonetto... [La Compaggnia ecc., 23 apr. 34.]
  3. Il 21 aprile 1834.
  4. Ci sono.
  5. A esaltare.
  6. Cercarono. Ciò che in questo sonetto si dice è storia fedele.
  7. Esporre.
  8. [Dove] si.
  9. [Trionfo da tavola.]
  10. Girassero.
  11. [Qui vale: “amico mio, caro mio,„ e simili.]
  12. Non poterono averlo.
  13. In sua vece.
  14. Si vuole da testimoni oculari che l’Eminentissimo Zurla, promotore amplissimo de’ politici vantaggi delle consumazioni, desse a quel banchetto una impanciata degna veramente di un porporato. [Cfr. il sonetto: Er Cardinale ecc., 10 giugno 34.]