Er ringrazziamento cór bòtto
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ER RINGRAZZIAMENTO CÓR BÒTTO.[1]
Bbravo, sor Papa e ssor Governatore!
Bbravo, sor Cammerlengo e ssor Vicario!
Bbravo, sor Tesoriere e ssor Datario!
Bbrave, sore ggentacce de bbon core!
Mettetesce gabbelle a ttutte l’ore:
Fate de ppiù, llevatesce er zalario:
Biffatesce[2] er cammino e ’r nescessario,
E vvennetesce inzino er giustacore.
E cquanno semo tutticuanti iggnudi,
E cco’ le bbraghe nostre e le camisce
Se so’ accozzati scentomila scudi;
Siccome a Rroma sc’è ssempre chi scrocca,
Se chiama un appartista, e jje se disce:
“Cqua, ssor ladro futtuto, uprite bbocca.„[3]
Roma, 22 dicembre 1832.
Note
- ↑ [Coi fiocchi. Presa forse la metafora dai bòtti (spari), che si fanno nelle solennità.]
- ↑ [Biffateci: metteteci i sigilli]
- ↑ [“Si ebbe a venire all’odioso spediente di porre di nuovo in vigore... le imposte abolite fino dai primi giorni del nuovo regno... Di queste favorevoli congiunture non lasciavano d’approfittare gli speculatori; e i più onerosi contratti condannavano il paese ad enormi sacrifici, solo profittevoli a chi meno avea di coscienza, giacchè d’amor patrio sarebbe qui vano il parlare. Fu il tempo degli appalti, dei prestiti e dei subiti e immensi guadagni.„ Gualterio, Op. e vol. cit., pag. 132-33.]