Er zucchetto der Decàn de Rota

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Giuseppe Gioachino Belli

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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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ER ZUCCHETTO DER DECÀN DE ROTA1

     Vienuto appena a Mmonziggnor Decane
Er zucchetto, a Ssan Pietro,2 in piena Rota,3
L’antri Uditori, tutta ggente ssciota,4
Je se sò mmessi a sbatteje le mane.

     Chi zzompava ar zonà de le campane:
Chi strillava: “Per oggi nun ze vota„:
Chi ddimannava: “Se sa ggnente in nota
Chi cce sia pe’ la ssedia c’arimane?.„

     Poi tutti: “Evviva er nostro Minentissimo!.„
E cquello arisponneva: “Indeggno, indeggno.„
E cquell’antri:5 “Dignissimo dignissimo.„

     Poi Su’ Eminenza, co’ cquell’antri dietro,
È sscento6 pe’ le scale, è entrato in leggno,
E ha vvortato le natiche a Ssan Pietro.

6 aprile 1835

Note

  1. Il decanato del tribunale della Rota apre la via immediata alla porpora.
  2. Il tribunale risiede in Vaticano.
  3. Il Concistoro per la creazione de’ Cardinali si tiene il lunedì mattina. Contemporaneamente è adunato nelle sue sale anche il tribunale della Rota, il quale giudica in tutti i lunedì e i venerdì, meno i lunghi tempi feriali. Accaduta la elezione cardinalizia, in cui sia nominato il Decano rotale, gli è portato il zucchetto rosso nel tribunale, e il suo arrivo sospende per quel giorno la giudicatura.
  4. Semplice, in senso ironico.
  5. Altri.
  6. Disceso.