Esempi di generosità proposti al popolo italiano/Ai lettori

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Ai lettori

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Esempi di generosità proposti al popolo italiano Divisione generosa


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AI LETTORI




Tutti i popoli civili oramai riconoscono che la storia detta sacra è parte della storia universale, confermata dalle tradizioni e dai monumenti della così detta profana, dalle indagini e dai computi della scienza; ch’essa è comentata dalla natura ne’ movimenti de’ cieli e nella giacitura delle terre, interpretata dalle lingue, sigillata dalla credenza de’ secoli, illustrata da opere immortali d’erudizione e d’eloquenza; parlante siccome ne’ massi delle montagne, così ne’ fastigi e nelle rovine d’edifizii giganti, siccome nelle poesie e nelle musiche delle nazioni, così nelle tele e ne’ bronzi e ne’ marmi; che, quand’anco la non si tenesse per fede, bisognerebbe studiarla acciocchè (tutto il passato non rimanesse coperto di tenebre; che le rimembranze delle altre storie in tanto appariscono verisimili, in quanto s’accordano a questa; che nulla esse presentano che sia più grande e di più generale importanza.

Se di queste memorie gli uomini e i popoli che da diciannove secoli più onorano l’umanità, fecero il primo loro alimento e l’ispirazione suprema; e se ancora non è dimostrato [p. vi modifica]che debbansi a queste memorie imputare i falli e i vizi e le calamità che li afflissero; basterebbe ciò per farci andare a rilento nel rigettare dall’educazione de’ nostri figliuoli questa che fu tanta parte dell’educazione de’ nostri antenati. Che s’altri opponesse, nella storia sacra esserci fatti da non si narrare per minuto all’età giovanile; io, concedendolo, domanderei se le favole pagane, in favor delle quali oggidì si combatte anco da certi preti acremente, sian cosa più innocente e più alta; domanderei se le storie degli Atridi e di Edipo, se la maternità di Rea Silvia e il ratto delle Sabine e la cagion della morte di Lucrezia sian cose narrabili nelle scuole per filo e per segno; e se, venendo a storie più avverate, le guerre di Sparta in Messenia, di Roma nel Sannio, le turpitudini imperiali d’oriente e d’occidente, gli odii fraterni delle italiane città, le crudeltà e le immondizie delle corti, e i balocchi e gli scherni della bilancia europea, siano cose tutte magnifiche ed esemplari. Che nella storia sacra si scelgano le narrazioni accomodate all’età, e alle condizioni di ciascun paese, anzi di ciascun’anima umana, potendo; e la religione e il buon senso l’insegnano; e guai se le buone consuetudini dovessero essere diffamate dalla malizia o goffaggine di chi ne abusa. Ma escludere dalle scuole e relegare nelle sagrestie la conoscenza delle origini e la meditazione dei fini supremi del genere umano, è un perpetuare, un rendere quasi legale, la guerra tra la credenza e la scienza e la vita; un infermare le facoltà dello spirito, e quindi fiaccare la forza intima delle nazioni, le quali, chiamate nel dì del cimento, opporranno ai governanti mal cauti, se non odio, inerzia e disprezzo.

Lascio che quella storia, comprendendo, in modo unico, nella semplicità della narrazione le bellezze dell’epopea e del [p. vii modifica]dramma e dell’inno; soddisfacendo all’istinto invitto del maraviglioso, e alla curiosità delle intelligenze più semplici; esercitando e la meditazione del pensatore e la contemplazione del pio, e l’osservazione dell’esperto che interroga i segreti dell’anima umana, può svolgere fecondamente nei giovani e l’idea e l’imaginazione e l’affetto, può offrire alle arti e della parola e del bello sensibile oggetti vergini tuttavia, e nella loro antichità perpetuamente innovabili col variare de’ tempi. Ma dico che esempi di virtù schietta insieme e generosa, di quel coraggio ch’è confermato da tutte le affezioni umane e divine insieme cospiranti, di quella speranza longanime ch’è madre delle opere grandi, e che corre di secolo in secolo, quasi di minuto in minuto della medesima vita, nessun libro conosciuto sin qui ne presenta tanti di tali esempi, nè maggiormente imitabili agli uomini tutti, in qualunque condizione si trovino collocati. Insino a tanto che un libro più bello della Bibbia non ci sia regalato da qualche società dotta, o da qualche commissione ad hoc, mi sia lecito prendere dalla Bibbia alcuni esempi d’intenzioni e d’opere generose, comentando per via di considerazioni appropriate all’età giovanile il racconto, senza punto alterarlo. Sugli esempi del male punito arresteranno più tardi il pensiero; ma giova per primo che l’aspetto del bene li innamori e consoli, e illumini i loro giudizii, e fecondi l’intima parola dell’anima loro.