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XV.
Ritornando poi ad una precedente suggestione, concepiamo
1 sistemi — concepiamo ogni stella col suo relativo pianeta
— come un atomo Titanico esistente in uno spazio che ha
precisamente la stessa inclinazione per T Unità che caratterizzava, in principio, i veri atomi dopo la loro irradiazione
in ogni parte della sfera Universale. Siccome questi atomi
originali si precipitavano uno verso l’altro in linea generalmente retta, cosi noi possiamo comprendere come almeno
generalmente rettilinee le vie che conducono i sistemi-atomi
verso i loro rispettivi centri di aggregazione : — e con questa
diretta attrazione dei sistemi in gruppi, con quest’attrazione
consimile e simultanea dei gruppi stessi, mentre si opera
la consolidazione, noi abbiamo alfine raggiunto il grande
Ora — il terribile Presente — la Condizione Attuale del-
1’ Universo.
— f— Un’analogia razionale ci guida a formare una ipotesi, del
Futuro, sempre più spaventosa. L’equilibrio tra le forze
centripete e centrifughe di ogni sistema essendo necessariamente distrutto per il conseguimento di una certa prossimità ai nuclei dei gruppi ai quali appartiene, accadrà ad
un tratto una precipitazione caotica, o apparentemente caotica, delle lune sui pianeti, dei pianeti sui soli e dei soli
sui nuclei; ed il risultato generale di questa precipitazione
sarà la riunione delle miriadi di stelle attualmente esistenti
nel firmamento in un numero pressoché infinitamente minore di sfere quasi infinitamente più vaste. Essèndo smisuratamente minori, 1 mondi di quell’epoca saranno smisuratamente più grandi dei nostri. Allora, veramente, tra
mpenetrabili abissi, vi saranno soli inconcepibilmente smaglianti. Ma tutto ciò non sarà che una magnificenza climaterica che profetizzerà la grande Fine. La nuova genesi descritta non sarà che un parziale differimento di questa Fine.
Mentre si compie la consolidazione, i gruppi stessi con una
velocità prodigiosamente crescente si sono slanciati verso il
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loro vero centro generale — e ora con una forza elettrica mille
volte maggiore, proporzionata solo alla loro grandezza materiale ed alla violenza spirituale del loro desiderio per la
unità, i maestosi avanzi della tribù delle Stelle sfolgoreranno
alfine in un comune amplesso. La inevitabile catastrofe è
prossima.
Ma questa catastrofe — che cosa è ? Noi abbiamo visto
compirsi l'agglomerazione dei globi. D’ora innanzi non dovremo noi concepire questo globo materiale di globi come
costituente e contenente 1’ Universo ? Una simile fantasia
sarebbe completamente in lotta con ogni proposizione ed
ogni considerazione di questo discorso.
Ho già accennato a quell’assoluta reciprocità di adattamento che è l’idiosincrasia dell'Arte divina — il cesello
divino. A questo punto delle nostre riflessioni noi abbiamo
considerato 1' influenza elettrica come qualche cosa, per la
cui forza di repulsione soltanto la Materia può resistere in
quello stato di diffusione domandato per il compimento dei
suoi disegni : — fino a questo punto, in una parola, noi
abbiamo considerato l’influenza in questione come istituita
per causa della Materia, per servire agli scopi materiali.
Con una reciprocità perfettamente legittima, noi possiamo
ora considerare la Materia creata solamente per amore di
quest' influenza — solamente per servire agli scopi di quest-Etere spirituale. Per l’ajuto — per i mezzi — per l'azione
della Materia e per forza della sua eterogeneità — questo
Etere .si è cosi manifestato — lo Spirito si è individualizzato. E puramente nello sviluppo ai quest’ Etere, per mezzo
dell’eterogeneità che quelle particolari masse di Materia divengono animate — sensitive — e proporzionate alla loro
eterogeneità ; -- alcune raggiungendo un grado di sensitività che implica ciò che noi chiamiamo Pensiero e giungendo così all'altezza dell’ Intelligenza Cosciente.
Da questo punto di vista noi possiamo percepire la Materia come un Mezzo — non come un Fine. I suoi propositi sono cosi stati compresi nella loro diffusione ; e ritornando all’ Unità questi propositi cessano. Questo globo dei
globi assolutamente consolidato sarebbe senza scopo —
quindi non potrebbe continuare ad esistere neppure per un
momento. La Materia, creata per uno scopo, non può indubbiamente essere più a lungo Materia quando questo
scopo è raggiunto. Tentiamo di capire questa sua aspirazione a scomparire e l’aspirazione di Dio a rimanere tutto
in tutto.
Che ogni opera della concezione divina debba coesistere
e cospirare coi suoi particolari disegni, mi sembra veramente
ovvio; ed io non dubito pui.'to che vedendo 1’ inutilità del
finale globo dei globi, la maggioranza dei miei lettori sarà
soddisfatta di queste mie parole; « dunque non può conti-
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nuare ad esistere ». Tuttavia siccome il sorprendente pensiero della sua scomparsa istantanea è un fatto che il
più forte intelletto non può ripromettersi di capire prontamente su basi cosi decisamente astratte, permettetemi di
tentare di considerare l’idea da qualche altro e più comune
punto di vista: vediamo come è interamente e magnificamente corroborata in una considerazione a posteriori della
Materia come noi la troviamo attualmente.
Io ho detto •• ima che, l'Attrazione e la Repulsione essendo innegabilmente le sole proprietà per mezzo delle quali
la Materia si manifesta alla Mente, noi possiamo avere il
diritto di supporre che la Materia non esiste che come Attrazione e Repulsione — in altre parole, che l’Attrazione e
la Repulsione sono Materia, non essendovi nessun caso concepibile in cui non possiamo usare il termine Materia ed i
termini « Attrazione » e « Repulsione » presi contemporaneamente come equivalenti e quindi come espressioni logiche convertibili (1).
Ora, la vera definizione dell’Attrazione implica la particolarità — Resistenza delle parti, particelle od atomi; perchè noi la definiamo come la tendenza di « ogni atomo, ecc.
ad ogni altro atomo, ecc. » secondo una certa legge. Naturalmente dove non vi sono parti — dove non vi è che
l’assoluta Unità — dove la tendenza all’unità è soddisfatta
— non vi può essere Attrazione — ciò è stato pienamente
dimostrato e tutta la filosofia lo ammette. Quando si compieranno i suoi disegni, allora la Materia ritornerà nella sua
condizione originale di Unità — una condizione che presuppone l’espulsione dell’etere separativo, la cui attribuzione
e la cui capacità è limitata a tenere gli atomi separati finché quel gran giorno in cui, non essendo più a lungo necessario quest’etere, la schiacciante pressione dell’Attrazione
finale e collettiva predominerà alfine e l’espellerà appunto
quanto è necessario : — quando, io dico, la Materia espellendo finalmente 1’ Etere ritornerà nell’ Unità assoluta — e
sarà allora (parlando per il momento in una maniera paradossale) sara allora Materia senza Attrazione e senza Repulsione — in altri termini Materia senza Materia — in
altri termini ancora, l'assenza della Materia. Sprofondando
nell’ Unità, sprofonderà contemporaneamente in quel Nulla
che per ogni Percezione Finita deve essere identico all’Unità
— in quel Nulla Materiale da cui solo noi possiamo concepire che sia stato evocato — che sia stato creato per la
/olontà di Dio.
Dunque, io ripeto, tentiamo di comprendere che il finale
globo dei globi sparirà istantaneamente e che Dio rimarrà
tutto in tutto.
(1) Pag. 31.