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Favole (La Fontaine)/Libro quarto/XVIII - Il Vecchio e i suoi Figliuoli

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Libro quarto

XVIII - Il Vecchio e i suoi Figliuoli

../XVII - Parole di Socrate ../XIX - L'Oracolo e l'Empio IncludiIntestazione 16 ottobre 2009 50% raccolte di fiabe

Jean de La Fontaine - Favole (1669)
Traduzione dal francese di Emilio De Marchi (XIX secolo)
Libro quarto

XVIII - Il Vecchio e i suoi Figliuoli
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Nell’Unïon la Forza! - A questo alto concetto,
antico quanto Esopo,
per quanto io venga dopo, non voglio un filo aggiungere.
So che Fedro non esita a rincarar sovente
per ambizion la dose;
se allargo io qualche volta, non è di vane iperboli
amor, ma per dipingere soltanto delle cose
presenti il novo spirito e i vizi della gente.

Un uom, che i piedi avea già quasi nella fossa,
fatto di dardi un fascio, disse ai ragazzi suoi:
- Vediam chi questo fascio sa rompere di voi,
e ciò che insiem lo stringe vi spiegherò di poi -.

Prova il maggior e un altro, riprova anche il più forte
con gran sforzo di muscoli,
ma invano. D’una linea i dardi non si piegano.
Allor disse il Vecchietto vicin quasi alla morte:
- Da solo, o gente debole, saprò vincer la prova -.
Risero i Figli e alcuno
pensò ch’ei fosse matto:
ma poscia più non risero, quando il fascio disfatto,
il Vecchio prese a rompere i dardi ad uno ad uno.

- Tal è della concordia, - soggiunse, - la possanza! -
E il Ciel supplica e prega
il moribondo padre che in ogni circostanza
amor li stringa, amore, ch’ancor sì ben li lega.
E molt’altre parole aggiunte, ei disse: - Addio,
io vado ove mi aspetta co’ miei parenti Iddio.
Ma spero che sarete sempre buoni fratelli... -.
E mentre piangon essi, versando un mar di lagrime
il vecchio in ciel sen va.

Sepolto il genitore, i tre figli raccolgono
la bella eredità,
bella, ma inviluppata da questioni e cause
con prossimi e vicini, e imbrogli in quantità.
Dapprima i tre fratelli, stando d’accordo, vinsero,
ma non duraro un pezzo.
Ché tosto l’avarizia, l’ambizïon, l’invidia
si misero di mezzo,
e liti e controversie scoppiaron tra di loro
a lor danno e disdoro.

Al chiasso ch’essi fanno, com’era naturale,
si svegliano i parenti e i vecchi creditori,
che ancora in tribunale
ripigliano le cause, rinnovan le procure,
trovan le cose oscure, assurde, inviluppate
o male giudicate.

I tre fratelli in lite fra lor e di contrari
pareri, il fianco aperto lasciano agli avversari,
e il senso a loro spese conobbero, ma tardi,
di questi disuniti e ben legati dardi.