Libro settimoXVII - La Testa e la Coda del Serpente
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16 ottobre 2009
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raccolte di fiabe
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20110420223954
Favole - Libro settimo XVII - La Testa e la Coda del Serpente Jean de La FontaineEmilio De Marchi1669
Testa e Coda di serpente
son terribili alla gente,
e in quel regno, dove filano
le tre Parche il nostro stame,
hanno nome tristo e infame.
Per ragioni di decoro
scoppiò un giorno fra di loro
una lite velenosa.
Lamentavasi la Coda
che la Testa in ogni cosa
stesse in testa:
mentre a lei, non men di questa
dignitosa,
alla proterva
fosse imposto come serva
d’obbedire silenziosa.
- E non sono anch’io creata
d’egual sangue? - prese a dire. -
O ch’io sempre debba in l’erba
strisciar umile e servire
la superba?
Se facesse un giorno Iddio
ch’io potessi andare avanti,
tutti quanti
ben vedrebbero che anch’io
andar so per conto mio -.
Nella grande sua bontà
spesso il Cielo anche si giova
di chi logica non ha.
Volle adunque a lei concedere
una volta questa prova,
e la Coda cieca e stolta,
che non vede in pieno giorno
più ch’io vegga in fondo al forno,
contro i muri, andando in volta,
contro i sassi e sotto i piedi,
trasse seco alla rovina
la meschina col cervello.
Sciagurati quegli stati
che la pigliano a modello.