Frammenti (Saffo - Bustelli)/Vita di Saffo/I

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Saffo - Frammenti (Antichità)
Traduzione dal greco di Giuseppe Bustelli (1863)
Vita di Saffo Vita di Saffo - II

[p. 5 modifica]Parlare di Saffo è briga non piccola; e vorrebbe forse altra dovizia di recondito sapere ch’io non m’abbia. Ma d’altra parte chi desse tradotti i suoi frammenti, e si tacesse della vita, farebbe opera manchevole, nè forse dilettevole. Di lei sappiamo pochissimo; e questo abbujato dall’antichità, combattuto dai dispareri de’ dotti, guasto dalle favole e dagli scambii, contraffatto dal folleggiar de’ romanzieri e de’ poeti drammatici. Non torna [p. 6 modifica]agevole stricar bene materia intricatissima. E come della vita, così delle poesie: ce ne resta pochissimo; e sperperato, il più, in minuzzoli di frammenti, ai quali più volte fu mestieri accattare, o correggendo o divinando o aggiungendo, un significato. Laonde Saffo grandeggia più per altrui testimonianza che per nostro proprio giudizio: chè perdemmo le sue pagine, molte e celebratissime. Tuttavia le preziose reliquie non ci contendono di figurar nella mente l’immagine maestosa del grande poetico edifizio: da questi sottili e dispersi brandellini indoviniamo e misuriamo, della poetessa, la grandezza e l’infelicità.

Dotto io non mi tengo, nè voglio parere: spigolai pertanto quel che narro di Saffo da parecchi libri e dalle testimonianze antiche, raccolte per Giovan Cristiano Wolf (Sapphus Fragmenta et Elogia, Hamburgi, 1733); e recai tutto in buon ordine e il più brevemente che seppi: dacchè non volli gravare il mio testo di lunghissime dispute, nè di biografia ponderosa, ma ridotta possibilmente a certezza, e possibilmente mondata di scambiamenti e favole. M’attenni ai migliori antichi e ai moderni migliori: ma d’altri modernissimi e stranieri non potetti valermi, per non [p. 7 modifica]essere agevoli a ritrovare in Italia. Di quel che discorro nel §. VII sulle meretrici greche molto levai dalla Sappho et les Lesbiennes d’Emilio Deschanel (nella Revue des deux Monds, Iuillet, 1847). Condussi con molto amore la versione, con diligenza minuta il resto: ma curai principalmente del tradurre; e vo’ ch’ogni altra cosa abbiasi per sola giunta alla derrata; e però non si possa discretamente riprendere d’insufficienza e scarsità. Bensì, qualora l’umile mia fatica non ispiaccia al pubblico, ed io ne venga incorato ad una ristampa; metterò cura ch’ella ricompaja, quanto è da me, più compiuta ed emendata, se alcuna menda alcun dotto lettore mi svelerà. Scelsi, per volgarizzare, il testo diligentemente purgato da non poche lezioni false de’ precedenti per Cristiano Federico Neue (Sapphonis Mytilenaeae Fragmenta, specimen operis in omnibus artis Graecorum Lyricae reliquiis, excepto Pindaro, collocandae; Berolini, Ex officina G. C. Nauckii, mdcccxxvii, in 4, di pag. 106). De’ testi che mi vennero a mano questo è l’ottimo. - Quest’umile versioncella, tessuta di minutaglie, simili per picciolezza e valuta alle pietre preziose, vanta solo un priegio: l’essere, ch’io sappia, la prima intera in Italia.