Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 4

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N. 4 - 28 gennaio 1844

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[p. 13 modifica]— 45 — o ïgBO " -— ‘ =., ~ cLCj GAZZETTA MUSICALE c? ANNO III. - H. 4. IM 341L ANO DOMENICA 28 Gennajo 1844. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinali a comporre un volume in 4.° di cenloiinquanta pagine circa, il quale, in apposito elegante, frontespizio si intitolerà Antologia r.i.*«in mi su ai k. — l’er quei Signori Associali che amassero invece altro genere di musica si distiibniscc un Catalogo di circa N. ttiinit pezzi di musica dal (piale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati gratin all’atto che si paga l’associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Leggasi l’avvertimento pubblicato nel foglio N. 50, anno 11, 1S43. • La musique, par ries inflexions vives, accentuées. et, • pour a-insi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sinus, peint tous les tableaux, rend tous les objets. • soumet la nature entière a ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des seu• tinients propres a l’émouvoir.».7. J. Hdcsseji. 11 prezzo dell’associazinne alla Gazzetta c alla Musica è di effettive Austriache L. 12 per semestre, ed effettive Austiaclie L. li affrancata di porto tino ai contini della Monarchia Austriaca: il doppio per l’associazione animale. La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e (ranca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio L’icordi, nel modo indicalo nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in (Milano presso L Ufficio della Gazzetta in casa /Geoidi. contrada degli (linenoni N’.° t72U: all’estero presso i principali negozianti dì musica e presso gli Uffici postali. — Le lettere, i gruppi, oc. vorranno essere mandali franchi di porto. so uhi ni o. I. Musica Sacha. Il Miserere e l’.lre Maria di Dominiti. - IL Bibliooraia. Studj per pianoforte di (loiinelli. - ili. Varietà’. Armonia. - IV. I. R. Teatro alla Scala. Accademia di Jaell. - V. Notizie MUSICALI DIVERSE. - VI. NUOVE l’UBB L1CAZI0M MUSICALI. MUSICA SACRA Il Miserere e l’Are Mariti di CÌOAIZITTI PENSIERI. (I) i fu un tempo in cui i maestri compositori di musica riputagç..’vauo maggior gloria il ben riu^(Dscire in una messa,iti un salmo, fb’in un inno, che non in intiere opere teatrali;ossia che mossi fossero da vero affetto religioso; ossia che prevedessero, essere tali cohiposizioni meri soggette ai capricci della moda; e perchè la loro più dotta fattura, quasi inamissihile nella musica drammatica, e pel non ripetersi tante (1) La nostra Gazzetta Musicale con appositi articoli dettati da chiari maestri si occupò delle più importanti pubblicazioni ili Musica sacra prodotte da autori già più o meno illustri nell arte’ per esempio del Dies irae a (piatirò voci con orchestra del cav. G iorgetti della Messa funebre del maestro Perottii, delle Ultime sette parole del Redentore di Merendante, eoe., ecc. Ora ella, proseguendo nel suo ufficio, intrattiene i lettori del Miserere e dell’Ave Maria di Donizetti come a suo tempo li intrattenne dello Stabat di Bossini, e della Messa da Requiem di Bacini, ecc. Ciò valga per risposta a certi criticastri i quali recentemente, ci accusarono di non occuparci che di valtz e di pot-pourri! e questo perché abbiamo dimenticato di Jar parola... di che cosa mai? - della musica apposta agli Inni Sacri di Manzoni dal sic,. Tonassi! Il sig. Tonassi e. il suo buon amico del Figaro ci perdonino la obbliyione m cui abbiamo lasciata finora questa a. noi affatto sconosciuta produzione musicale j ma si assicurino che, adesso che. non possiamo più Jarci scusa della nostra ignoranza, ce ne occuperemo di proposito, e ne terremo opportuno discorso a nostri lettori. La R. ’.trwnnrr; volte di seguito, siccome avviene dei melodrammi. le salva dal divenire troppo comuni e triviali. In quel tempo ogni scuola italiana produsse celeberrimi maestri.! quali furono e tuli ora sono modelli a tutte le nazioni, a grande onore della patria nostra. Venne poi un altro tempo in cui la musica sacra cadde in un totale discredilo, e il titolo di maestro da Chiesa fu tenuto equi valere a scrittore inetto, senza vena, senza sapere. Bastava allora che uno avesse composto una messa perchè non si volesse più sentirlo in teatro, e viceversa si mandava alla chiesa quegli che più non sapeva piacere sulla scena. Solo veniva fatta qualche eccezione a favore di quelli i quali vestivano le sacre parole di musica tutta teatrale, o le adattavano senza alcun riguardo a qualche aria o duetto favorito di tale o tal altro dramma serio o buffo. Lode al cielo si ritorna oggimai ad apprezzare la buona musica sacra, o almeno il pubblico non censura più cosi apertamente quegli scrittori che si studiano di imprimervi quel carattere di dignità che il tempio esige, e di evitare le forme tritte e ritrilte delie cavatine, duetti, ecc. Le fughe o pezzi di stile fugato, se non destano entusiasmo, si tollerano almeno e si rispettano se lodate dagli intelligenti. Forse verrà giorno in cui la musica sacra, ravviata sul buon sentiero per opera di buoni e dotti maestri, riprenderà tutto 1 ascendente che essa merita, e vi si potranno cogliere dagl! scrittori onorale palme. Rendere più solenne e maestoso il culto che 1 uomo tributa a Dio; più commovente la prece che la Chiesa volge al Creatore; onde i fedeli in perfetta unione di spirilo si congiungano, non è egli forse nobilissimo scopo dell arti;, e degnissimo che i più valenti maestri vi applichino tutto 1 ingegno? Essi sono in certo modo preposti a interpreti presso gli uomini della parola di Dio, e destinati a ravvivare col1* arte loro il fuoco sacro della carità. La musica di Chiesa ritornerà in onore a misura che si andrà riaccostando al suo vero scopo, e vi si applicheranno maestri la cui fama stabilita li renda superiori ai giudizii erronei del volgo, e imponga loro ad un tempo un salutare rispetto per sè medesimi, che gli stimoli ad emulare i grandi, e ad eguagliare nel sacro stile l’altezza cui seppero giungere nel profano. L*1 esempio di questi sarà sprone e regola ai meno celebri, e le loro opere diffondendosi colle stampe, come ora si va facendo, diverranno facile norma ai giudizi! del pubblico. Questo tempo è avventurosamente incominciato; e Rossini. Mercadante, Coc- ’ eia, e non pochi altri furono astri lucentissimi che presiedettero al suo orizzonte: egli era ben dovere che accanto a questi venisse a collocarsi il fecondissimo nostro Donizetti. Ed esso senti (pianto nobile । । fosse tal gara, e seppe valorosamente riuscirne col Miserere composto per 1 Impe- I rial Corte Austriaca e giustamente encomialo dalla Gazzetta. Musicale, di Vienna, I e dal chiarissimo signor Làbarre (•). Questo salmo, fra tutti sublimissimo, con cui si chiudono le commoventi ufficiature J della settimana santa, fu da Donizetti trattato con tutta la gravità richiesta e dalla! patetica poesia, e dalla mestizia del rito; | per la qual cosa mal si apporrebbe chi I pretendesse metterlo a confronto dello Stabat di Rossini. Questo, con tutta la ricchezza dell istrumenlazione, coll’esteso sviluppo dei pezzi, colla pompa di tutti i | j mezzi, appartiene, come già fu osservato,! piuttosto al genere misto dell’oratorio, ’ | che non al vero stile di chiesa con cui è scritto il Miserere donizettiano, il (piale { non potrà mai, come lo Stabat, trasportarsi fuori del tempio. L’architettura, l’ab; baghanle luce, le ricché dorature di un teatro farebbero un contrasto troppo di- scorde con questa musica, la (piale richiede appunto la maestà di un vasto lempio resa più imponente dall incerta luce, dai denudati altari, e dal pietoso rito ricordante I i sublimi misteri della redenzione. I versetti vi sono trattati brevemente, | parte a pezzi staccati ad una, due, o più voci, e parte a corali alternativamente, nei (piali sono impiegati ora i soli bassi, ora i soli tenori, ora i contralti o i soprani o lutto l’intiero coro. L’accompagnamento è affidato a sole viole, violoncelli e bassi, per lo più con soldini. non entrando finterà orchestra se non se alle parole et e.rultabit lingua mea justifiant team, e nella fuga finale, tane imponent. super altare tuoni vitulos. Nel N. 1!) (Benigne file Domine, duetto a tenore e basso) alle viole e violoncelli sono aggiunti due clarini, due corni e due fagotti, ma in modo cosi quieto, che buffetto O deve riuscirne sommamente analogo alla circostanza. (1) Vedi Pirata 28 Novembre 18.45. 3-^ [p. 14 modifica]-14 lâS&àâ® — — — Queste armonie di viole, violoncelli e bassi, come già notammo parlando delle Sette parole di Merendante, sono di un caaVJ ratiere religiosissimo. Il signor Labarre asserisce che il celebre salmo di Allegri j non ottiene più. il maravighoso effetto ’i di altri tempi, a motivo che più non si conosce il vero modo di cantarlo, spe; cialmente dopo che mancarono i musici! castrati. Non sapremmo ben dire se ciò j sia vero o falso bensì ne duole che 1 arte del canto sia fra noi così decaduta da potersi a stento sentire una musica da Chiesa ben eseguita, massimamente per ciò che riguarda i grandiosi pezzi d’insieme. Ciò proviene non tanto da mancanza di buona scuola, quanto da un certo principio egoistico,pel quale i nostri cantanti, quanto più sono capaci ed abili, tanto più si credono i in diritto di esimersi dal cantare nei pieni*, i e se pure vi aprono la bocca, lo fanno con tanta sbadataggine o malavoglia,che il povero compositore ne va disperato. Per questi non vi sono altri pezzi meritevoli di attenzione che gli a. solo o i duetti con qualche raro pezzo concertato, e intanto quelli a pieno coro | dai (piali si possono ottenere mirabili ef1 letti, se eseguili con perfetta unione, re- [ stano per solito affidati a cantanti di assai minor conto e per abilità e per voce, dai (piali per lo scarso numero di prove 1 che cf ordinario si fanno non si può nem-! meno ricavare tutto che dar potrebbero. | E se cosi si adopera coi maestri viventi i i e dirigenti in persona 1 esecuzione dei proprii lavori, si può ben argomentare come I debbano venir travisali quelli degli anti! chi. la di cui interpretazione riesce sovente r i difficile a maestri di squisito sentire, e in quello stile versatissimi. Per tal motivo molli dei pezzi in cui è diviso il nuovo । Miserere stenteranno ad avere fra noi una | esecuzione soddisfacente, sebbene il canto cammini semplice e naturale. Quanto più una musica segue (siccome questa) passo passo la parola, esprimendola piuttosto col complesso di tutti gli elementi che non con quei motivi scoperti j tanto prediletti al pubblico, ma che da- 1 j rebbero al canto del salmo un carattere j | troppo elegante:, tanto più richiede una per-!! fetta accentuazione, e quel ben graduato | I chiaro-scuro, quel crescere e diminuire dei | [ suoni eguale m tutte le parti. per cui è tanto celebrata la Cappella Pontificia e che sono la vera vita di qualunque musica. Nè v1 ha dubbio che il chiarissimo autore cosi 1 intenda avendo egli notato per। sino i luoghi della respirazione, cosa di cui non vi è esempio nella musica antica, certamente perchè i cantanti d’allora erano । più dei moderni attenti e perspicaci. Il Miserere di Donizetli non è diretto! a blandire i sensi, ma a fare profonda impressione nell’animoal (piale scopo è sommamente acconcio lo stile largo e per lo più fugalo, condito di belle armonie che da bel principio rapiscono fanimo in un’estasi religiosa,e lo dispongono a pietosi pensieri. Noi non istaremo a farne una minuta analisi potendosi di leggeri esaminare lo- > pera intiera dagli amatori, e vedere quella che ne diede il sig. G. Prinz nella Gazzetta. /Musicale lenii a (30 settembre 1843),, articolo scritto con somma penetrazione e ’ giuste vedute. Diremo solo i pezzi che più ò ne piacquero i quali sono: Il coro N. 1, Vn il terzetto a canone per soprano, tenore, e basso N. 7, il solo del soprano N. Il, e la fuga finale tessuta con molta chiarezza ed ottimamente istrumentata. Nella seconda battuta del canto del primo numero troviamo unaccordo di 1a, 1a,8*,5*, senza 3.a, che ci sembra sarebbe stato più armonico se avesse avuto questo intervallo nel tenore. Convien dire che questo numero sia stato quasi intieramente rifatto perchè non concorda colla descrizione che ne la il suddetto signor Prinz, il quale sembra ciò nullameno lo avesse presente. La riduzione stampata dal signor Ricordi siccome fatta dall1 autore stesso è fedelissima alla partitura che abbiamo sott’occhi (5). Lo stesso Prinz nota alcuni errori di prosodia dicendo doversi questi condonare all italiano maestro. Forse Donizetli vi cadde per troppo uso di trattar versi e poco esercizio della prosa, anziché per mancanza di cognizione della lingua latina ma pur troppo una gran parte dei nostri maestri vi inciampa per quest’ultimo motivo. L’ignoranza di questa lingua che fu un tempo parlata dai nostri padri nella patria nostra, e di cui dobbiamo far uso nella musica sacra, dovrebbe oramai essere riguardata dai maestri italiani siccome vergognosa. Essa conduce a controsensi, a trasposizioni erronee, a falsa prosodia, ed è poi (piasi impossibile che le parole più significanti abbiano la loro vera espressione. e si trovino ben collocate. Chi è zelante dell1 onor nazionale si ricordi che il correggere i nostri difetti è la risposta migliore alle accuse che ci fanno; gli stranieri. A questo bel lavoro il chiarissimo maestro ne aggiunse un altro assai pregevole per dotta fattura, semplicità di stile, ed espressione. Intendiamo parlare dell’Ave; Maria di cui fa cenno l’articolo di Labarre. la quale parimenti è pubblicata dal signor Ricordi. E una musica tutta spirante divozione e confidenza affidata ad un soprano con coro, figura 1 uno del celeste nunzio, l’altro della Cattolica Chiesa | che si rivolge alla Consolatrice degli al- j flitli. L1 accompagnamento che. nella prima parte, è a sole viole, violoncelli e bassi con I sordini, sembra esprimere la quiete che I regnava nella modesta cella, e il raccogli- j mento con cui la gran Vergine orava nel । momento che fu dall’angelo salutata quale benedetta fra le donne. I violini entrano solo dopo il coro nella seconda parie. Il tutto forma una specie di ricercato in cui I nulla trovi di troppo comune o triviale, e si risente di un misto di scuola italiana e tedesca dei migliori tempi. Mentre adunque per 1 una e 1 altra di queste sacre composizioni tributiamo al celebre maestro le più sincere lodi, desideriamo che egli voglia continuare in questo genere, nel quale può riuscire a grandi | cose e adoperarsi, non a salvare (come, j dice il critico Viennese), bensì ad illustrare sempre più T onore italiano, ed a promuovere il ristabilimento della vera musica sa- । era nella patria comune. Boucheron. i (5) Forse vi ha pure qualche inesattezza nella tra- | dazione di questo articolo dal tedesco all’italiano, e, ciò per la molta fretta con cui venne fatta. BIBLIOGRAFIA. STÏI» J PER PIANOFORTE ni Gounelli Da che Clementi immaginò la prima raccolta di I Sludj (piindi divenuta celebre sotto la denominazione I di Grades ad Parnassùm e Cramer pubblicò i rinomati suoi Esercizj, opere eminentemente classiche che | ogni suonatore di pianoforte ha imparato e imparerà, 1 comparve una tale quantità di collezioni sotto diversi qW/ titoli, di proteiforme genere, di differente merito, da potersi affermare tutti i moderni pianisti-compositori averne prodotto più di una a servire di manifestazione della maniera, della diteggiatura, de’ portamenti WA proprj a ciascuno, c ciò fortunatamente per l’arte, che gli studj per pianoforte (in buon punto seguì, il ripetiamo) 1 oppongono un valido freno alla strabocchevole invasione di futili fantasie a pot-pourri. Senza gli Sludj la musica pel sovrano slromcnlo-armonieo, in sì deplorabile trascuranza delle sonate, sarebbe forse già caduta in i una obbrobriosa rovina in (pianto ad invenzione ed a | condotta. In molti sludj trovansi unite lo prerogative di un vero pezzo di musica a’I’utilità di un esercizio; le * idee poetiche emanano in mezzo a brillanti passi in cui sono sviluppate tutte le risorse meccaniche dell’istromenlo, la forza dell’espressione vi emerge assccon- ì data da caratteristici andamenti, c l’orecchio viene al- j Iettato, la mente interessata, il cuore commosso, c; ad un tempo le dita addestrate ad ogni sorta di difficoltà. In una parola gli sludj sono il meglio che vi offrano i pianisti della nostra epoca, e noi non possiamo che protestare la nostra gratitudine c sollecitare gli esecutori a dar la meritala preferenza a questi giovevoli componimenti, fulgida gloria di Moscheles, Chopin, Henselt, Berlini, Kessler, Kalkbrenner, Killer, Liszt, Czcrny, Dohler, Thalberg, ccc., ecc. I dodici sludj dal Golinelli dedicali all’egregio Hitler, sono un’opera d’ispirazione e di gusto e ad un i trailo diddalica. In essi devonsi lodare i seducenti pensieri, i quali di uno squisito animo melodico fan i piena prova; la chiarezza e temperanza del piano; l’ef- i ficacia de’dettagli; la varietà de’cbiaro-scuri; la correzione ed agevolezza de’ portamenti in ciascun nu- ■ mero tendenti ad un prefisso scopo, c relegante e i non mai ricercato travaglio. Il giovane pianista bolo- i gnese a nostro credere (cd abbiamo buone ragioni per lusingarci clic la nostra opinione possa esser parleg- i giata) offrì una raccolta la quale, oltre convalidare cd accrescere la sua riputazione, deve pure contribuire a render gli oltramontani meno verso dirmi disdegnosi in proposito delle composizioni pianistiche cd i nostri editori e musicisti più fidanti negli scrittori indigeni. j In musica tutta Europa per noi è un solo paese; il | vero bello dovunque rimane tale, e dovunque deve cs- 1 sere in pali grado rispettato; le patrie e le desinenze dei nomi non coniano, vuoisi guardar l’entità e lo spirito della cosa: non abbiamo alcuna prevenzione nè di scuola, i ne di nazione, nè. di persona, e perciò ora triboliamo. i debili encomj agli sludj del modesto Golinelli, col medesimo impulso con cui tempo fa esaltavamo il profondo Sphor, o l’acclamalo Thalberg, ere. Certamente assai ci godrebbe l’animo se più spesso ci venisse porta propizia occasione di esaltare i lavori de’ nostri istromcntisti. Affinchè i lettori possano formarsi un’idea dell’opera a cui questi cenni son diretti, passeremo in breve rivista tulli i dodici numeri che la compongono, avvedendo, che per difficoltà materiale, in pieno non va ascritta a quelle di maggior forza c complicazione. Il N. I - do - alleyro - 2/4 - principia da alcune battute a piacere, ove l’andamento del pezzo è accennalo a modo di reminiscenza: la melodia c l’armonia di questo studio, sempre insinuanti, sono omogeneamente svolte fra un’incalzante successione di animati passi ad oliavo ripetute or da ima mano ed or dal- | l’altra, per eccellenza accentuati, in ispecie laddove energicamente dalle oliavo si passa agli accorili c si prorompe in un fortissimo di un effetto irresistibile, cd a cui succede un delicato brano sottovoce che da i miglior spicco all’imponenza de’ periodi fra cui è ì posto. Il.N. II. - si bemolle-alleyro - 9/8 - non si raccomanda gran fallo per noxità; è però trattalo da mano maestra e, mantenuto sempre nella stessa figura, interessa fino al suo compimenlo. Nel N. HI. - pi minore - presto - C - in certo (jual modo si raffigura un sussurio che da prima odasi sommesso da lungi c che a poco a poco vada rendendosi più forte, e che quindi torni a decrescere e i ad affievolirsi; ci pare che l’unisono legatissimo soddisfacentemente lo caratterizzi. Alla terza facciala si involge in una misteriosa significazione alle frasi marcate dalla inano sinistra, mentre la destra prosegue il primitivo passo. ■ Il N. IV. • mi bemolle - alleyro - C - verrà prefe- j rito da’sicuri pianisti: la difficoltà n’è rilevante, le bel-! lezze sonvi di primo ordine: con intelligenza è basato dietro un brillante seguito cromatico di quartine ad: ottave (a cui è affidata la melodia) alternale con note semplici. Coloro che accuratamente lo studieranno ne ritrarranno vantaggioso compenso c non volgar di-: fello. Il N. V. si - andante mosso - C - si distingue per nobiltà delle cantilene a meraviglia coadjuvate c sostenute, da un scelio accompagnamento per decime a semicrome con quattro semiminime ogni battuta. Questo commendevolissimo studio evidentemente diinoslra la rara diligenza dal Golinelli usala nello stendere la sua raccolta. li N’. VI. - la minore - alleyro - 5/4 - il più breve ((W [p. 15 modifica]- 15 O’~ artistico, c perciò aspira ed il meno importante di lutti per lo spiccato ritmo c per la sua vivacità può tener le veci di un valtz. 11 N. VII - mi minore - andante - 6/8 - felicemente concepito e condotto in sette pagine fra 1 insistenza di alcune note gettate ad ineroeicehiamenlo dalla mano sinistra, e fra un leggiero e scorrevole tratto a semituoni ognor riproducenlisi a cui son sovrapposte delle graziose frasi, da taluno venne segnalalo pel più prezioso giojello di questa collezione. Il N. Vili - la bemolle - allegro - C - pure, a note ribattute a due mani per unisono col canto ad ottava licorda alquanto Beethoven, nè noi sapremmo asserire se ciò sia piuttosto un difetto che un pregio: le creazioni del sommo alemanno tornano ognora gradite. Nel contesto dcll’ell’ettuoso pezzo a quattro tempi trovasi per ben cinque volte introdotto il 6/8, licenza appoggiala a’ conosciuti csempj. Il N. IX - do diesis minore - andante - 12/8 - di bella idealità melodica ad arpeggi di grande estensione e costituisce un delizioso notturno non inferiore agli altri già pubblicali dal Golinelli, ne’quali egli si appalesa non meno appassionalo poeta che abile musicante. Il N. X - fa - allegro maestoso - C -, Chi perverrà ad interpretarlo neUauicnte e sonoramente in modo che la grandiosità del canto emerga rimbombante e possente ed il seguirsi delle veloci volate sìa distinto e sciolto, può essere sicuro di produrre la più favorevole impressione. Il N. XI - re minore - allegretto - 6/8 - si compone di ligure che rimembrano il linaio del duo per pianoforte e violoncello di Thalherg, ma in compenso di novità di passi, oggi giorno tanto malagev ole a rinvenirsi, con quale varietà di colorilo è disposto! come affascina il pianissimo armonioso alla terza pagina! Quanta foga e splendidezza nella perorazione! 11 N. XII finalmente - mi - allegro giusto - C ridonda d’individuali qualità nell’esposizione delle cantilene, nella distribuzione e nell’uso delle, semiminime a quartine, ne.la franchezza delle modulazioni, m ila finezza delle parti accessorie e nella collegazioue degli sviluppi. Questo Squarcio emana da intimo motore intelligenli che al successo presso la pluralità. II valente suo autore nell’eseguirlo innalzasi ad una meta che da altri difficilmente potrà esser raggiunta, con un tatto speciale infondendo vita, anima in ogni nota. Gli sludj di Golinelli da tulli verranno addottali siccome quelli in cui la parie distruttiva, ov e svolgonsi in buona copia i segreti della scuola moderna di pianoforte, non toglie nulla alla vaghezza delle melodie, che pei’ qualunque italiano devoti esser il precipuo attributo di ogni componimento musicale. Is. C... VAR1ETÂ ARMONIA Dopo la laido dolce e gradita parola di melodia, una certamente non ve n’ha d’un significato più bello e più esteso di quella d’armonia. L’armonia è l’anima del ciclo e della terra; essa presiede all andamento degli altri astri e regola tutto quaggiù. 11 poeta nelle sue ridenti Unzioni ci avverte che soavi e pure melodie muovono da’ labbri rosei del cherubino a celebrare le glorie deil Elerno, come assicuraci che gli angeli fanno risuonare sulle arpe d’oro le vòlte dell’Olimpo d’una celeste armonia. In un discorso sull’armonia, eli ci mostrava di non abbastanza comprendere, Gresset, 1 autore del Méchant e di Veri-Veri, dopo parecchi musicali divagamenti, dice scherzosamente, della metafisica che questa scienza min è altro che una scienza - di ragionamenti in cui la ragione rimatisi neutrale. Altrettanto polrebbesi dire della politica. I nostri governanti corrono da lungo tempo dietro l’armonia, e pretendono averla essi trovata; i tre quarti dei governati non sono che troppo fissi in non crederne nulla, malgrado il concerto europeo. 11 neologisla ardilo fa da lungo tempo un verbo della parola armonia, e dice, che il vero legislatore deve sapere armonizzare, o meglio, armoniare i bisogni, le opinioni e le volontà del mondo politico; e che, in una buona opera, un bel quadro, un felice maneggio, tulio deve armoniarsi: io scrittore medicoloso rigetta tale espressione, e molti mariti ne mogano affatto il senso. La scienza de’ suoni sovrapposi! che fu chiamala dapprincipio contrappunto, perchè sulle note figurale da punii mellevansi altri punti, fu della il contrappunto semplice come studio preparatorio ai contrappunti, doppio, triplo, quadrupla, alla fuga, ecc. Questo contrappunto semplice, o la combinazione (logli accordi in tulli i loro rivolgimenti con le delicatezze e la sobrietà che un’arte fanno dell’accompagnamento, noi la dicemmo, in Francia, l’armonia; e per una estensione di questa parola di già sì ricca in diversi congiungimenti, abbiamo dato eziandio questo nome d armonia ad una riunione d’istromenti a fiato, insomma alla musica militare. Avvi la piccola armonia che si compone di sei, di otto ed anche di dieci strumenti a liato, e la grande armonia, la (piale non procede che per mezzo della riunione di tutta l’armala stridente, urlante, fulminante, degpistromenti di legno c di ottone. Le persone dell’arte, o si può anche dire spesso del mestiere, conoscono queste diverse modificazioni; ma sono del mondo; queste possono difficilmente farsi una giusta idea della poca armonia che esiste fra quelli che particolarmente coltivano (piesta scienza civilizzatriec; e per non citar qui che coloro i quali s’occupano dell’armonia relativa agl’istromenti a liato, noi parleremo delle difficili relazioni che esistono fra quelli che li fabbricano, quelli che li suonano, ed i compositori che scrivono per questi slromenti. 1 compositori dcll’cpoea attuale, cortigiani del senso uditivo de’nostri stemperati uditori, si mettono alla ricerca di lolle le sonorità ch’esistono nella natura, e. che. possono apprezzarsi per mezzo della scienza degli acustici e dell’industria de’ nostri fabbricatori. Il violino è giunto da lungo tempo all’apogèo delle sue. facoltà sonore; egli è del lutto un islromenlo perfetto, ed invano si è cercalo fargli subire delle modilicazioni, de perfezionamenti che altro non furono in realtà scnomhè deviamenti non sanzionali dagli artisti. La viola c il violoncello, stromcnli della medesima famiglia del violino, sono felicemente limasti, come questo l.ellistromenlo, stazionari nella loro perfezione. Non cosi avvenne dell’antica arpa e del moderno piano, ai (piali gli al Inali fabbricatori e sopratlullo Erard, zionq, il meccanismo, la solidità, sia pel prolungamento, la rotondità, l’eguaglianza e la dolcezza dei suoni. Quel che concorre al perfezionamento dell’ultimo di questi stromcnli, si è il triplice accordo che regna tra i compositori che scrivono pel piano, i pianisti esecutori ed i fabbricatori, incessantemente animali dal desiderio di portarlo al più allo grado di perfezione. Non così riguardo agli stromcnli a fiato delti d’armonia. Coloro che li suonano, hanno, meno poche eccezioni, lo spirilo limitalo, e sono generalmente pratici; e se giungono a riputazione nella grand’arie di soffiare in un tubo qualunque, divengono altieri allora e si associano alcuni fabbricatori egualmente pratici confessi, opponendosi con tutte le loro forze, ciò che non vuol dir perii molto, ad ogni progresso, proclamando quell’assioma di tulle, le intelligenze mediocri o retrograde: Il meglio è il nemico del bene. Che un talento ardito cerchi nuove combinazioni di sonorità nel vasto campo dell’acustica, questi signori lo tratteranno da uomo senza sperienza, da novatore stravagante, come del pari dicono tultogioruo al compositore che cerchi de’ nuovi effetti senza troppo preoccuparsi del meccanismo tradizionale di que’ musici: Signore! ciò non si può fare; questo c mal scritto. Sentendo in questi giorni passali, con Meyerbeer e il nostro amico Kastner, gli stromcnli del signor Sax, sì ben suonali da lui slesso e dal signor Al ban, noi pensammo alla continua dissonanza che esiste fra l’autore del pensiero musicale, l’interprete di questo pensiero che si è fallo induslre in suoni, partecipe del fabbricante, c il fabbricante artista che cerca il meglio che è l’amico intimo del perielio. Noi abbiamo investigato il mezzo di conciliare queste vane pretese, e vi abbiamo rinunzialo, perchè esse poggiano su cose presso a poco inconciliabili, essendo l’interesse materiale dei fabbricanti in opposizione all amor proprio dei compositori e degli esecutori. Fa d’uopo dunque prendere un parlilo, e pensare definitivamente che sono appunto le opposizioni, i contrasti, eie più dure dissonanze che fanno meglio sentire e gustare le belEnrico ìì lane hard. lezzo dell’armonia. 1. R. TEATRO ALLA SCALA ACCADEMIA DI A. J111LL Alfredo Jacll, in cui lo sviluppo dell’intelligenza musicale prevenne quello della corporatura a compimento di ogni suo voto, ebbe l’onore di prodursi la sera del 22 nel maggior teatro d’Europa. Al solo vederlo, egli sì piccino, in un’aula tanto immane recava stupore che all’udirlo raddoppiavasi, sicché ad ognuno de’ cinque pezzi da lui con mirabile franchezza eseguili venne rimeritalo da ripetuti applausi. La precocità, che ora fortunatamente sembra divenir contagiosa, e per noi una cosa quasi inconcepibile quand’anche ogni giorno di essa n’abbiansi evidenti prove. Da fanciulli-prodigj potrebbe mai quanto prima attendersi una straordinaria rivoluzione nelle belle arti?... Un distintissimo mecenate degli artisti musicali, cospicuo nostro concittadino, nell’occasione di (piesta accademia generosamente donava al bilustre pianista un elegante orinolo con ricca catenella. Possan le ore successive segnar sempre un nuovo progresso pel Jaell onde egli abbia a pervenire a pienamente realizzare le illimitate speranze che fin d’ora fa concepire. Allorché si è dotato di sì felice organizzazione, il tempo, la pazienza c V assiduità non ponno mancare di guidare ad una gloriosissima meta. NOTIZIE MUSICALI RIVERSE Milano. Piatti Alfredo, il più forte concertista di violoncello di cui possa onorarsi l I. IL Conservatorio di musica di Milano e I’ Italia, nella scorsa settimana parti per Parigi onde ivi, dando prova della rara sua bravura, ottenere la degna conferma degli applausi già rqiortati fra noi, a Vienna, in Ungheria ed ultimamente a Monaco ove venne rimunerato da non volgari suffragi in un’accademia di Liszt (l’imperante fra i pianisti per grandezza d’ingegno c di cuore) che al viaggio di Parigi coi più obbliganti modi ebbe a sollecitarlo. Siamo troppo convinti del valore del Pialli e della intelligenza del pubblico parigino per esser fin d’ora sicuri che il primo verrà apprezzato nella singoiar guisa che merita e l’altro esaltando l islromenlista italiano, come nel passato anno operò col Sfiori, accrescerà il novero delle celebrità esecutive. Chi poche ore prima della partenza ebbe ad udire il Piatti eseguire una sua Fantasia in la minore sopra motivi originali, dovette rimaner meravigliato dei progressi da lui fatti: questo dillieilissimo eppure sempre toccante pezzo incalcolabile onore gli procaccerà. — Il sig. Ilonnorè, carco degli allori ottenuti a Genova, giunse fra noi. — Thieste. il concerto dato dal Kohn riuscì tanto felice d’avvantaggiare di molto la riputazione del valente violinista; e ciò valga di compenso allo scarso utile pecuniario che ne ritrasse. — Genova. / Lombardi alla prima Crociala furono (pii più fortunali che a Venezia ed a Torino, ad onta di non lievi pecche nell’esecuzione. Vi emerse però la signora A agostina Bocca bada ti. — Abbiamo da più giorni fra noi I’ egregio pianista Ilonnorè, il (piale jeri sera diede un concerto nelle sale dell’illustrissima signora marchesa Costa ove ottenne grandi plausi per la sua eleganza, pel bellissimo suo trillo e per la granita sua agilità. (/>a lettera del 19) — Nel N. 7 deH’/Npero leggasi una dettagliala relazione di un’accademia coordinata e diretta dallo zelante maestro Novella, il (piale vi espose il suo allievo Federico Lobbia (he ancor non tocca gli otto anni e già si mostra sì franco e spedilo esecutore sul pianoforte. — La fabbricazione istromentale si è arricchita d’una invenzione interessante ed utile. Il piano-organo è uno strumento che riunisce, come lo indica il suo nome, le qualità dell’organo e del piano. Per mezzo di un’ingegnosa combinazione e d’una facile applicazione, si può suonare i due istromenti allo stesso tempo, o separarli completamente, o armonizzarli insieme in certe parti solamente. In questa guisa si canta sull’organo solo o col piano per mezzo della mano destra, mentre si accompagna col piano solo o coll’organo solo per mezzo della sinistra. Nulla vita di più piacevole, di più attraente (pianto la combinazione de’suoni della corda e dell’organo; soprattutto negli andante ed adagio che richieggono una grande espressione; i’istromento di cui parliamo può essere così definito; il piano spogliato della sua freddezza, ed innalzalo al rango degli stromcnli cantanti. 11 signor Leroux, inventore del piano-organo, ha consacralo a questo lavoro un gran numero d’anni; si direbbe pertanto, che non v’era nulla di più facile a trovarsi, sì grande è la semplicità del meccanismo. F. M. — Se Domzclli scrive Jeanne la Folle per l’Accademia reale di musica di Parigi, egli non iscriverà altre opere pei teatri stranieri. Coloro che vociferano ch’egli lavora per Vienna, sono in errore. Noi aflermiamo che il celebre maestro non avrà ad occuparsi in quest’anno che della scena francese. — Lo.wha. Madama Eugenia Garcia ha rappresentalo per la prima volta ai Princess Théâtre, nella Lucrezia Borgia di Donizctti, tradotta in inglese, la bella parte di Lucrezia. Questa creazione le ha procurato un immenso successo. 1 giornali inglesi la pongono al medesimo rango della Grisi come attrice e come cantante. Il posto di madama Garcia rimane ognora vuoto a Parigi. Alien (Gennaro) e Bordini nella parte del Duca, hanno meritato vivi applausi, — Il Siècle annunzia che il sig. Meyerbeer siasi impegnato co! re di Prussia a scrivere un’oliera per l’apertura del teatro, e ch’ei darà probabilmente d suo Profeta al teatro di Berlino. Non v’ha di vero che la prima (tarte di questa notizia, perchè il Profeta è destinato all’Accademia reale di musica, la quale rappresenterà quest’opera appena le circostanze lo permetteranno. G. J7. [p. 16 modifica]fflZER PER PIANOFORTI VALZER PER PIANOFORTE DI D I 9 75 15422 Op. 176 2 1 4850 2 185 17.981 50 2 II <■> (1) 2 4 „... Éascito «li Lanner, Valzer postumi. Fase. I. VALZER, D 1 VINGT VALSES POLII PIANO SEUL toutes inédite» et originales DE 1 14856 VALZER; PER GLA.RJN.KTTQ Fes Éclairs, 6 Galops pour Piano. Fr. 15621 STRAUSS LANNER t’dhlcr 15701 Op. 50 50 15706 15709 15622 50 I "20i> 15504 Petite Valse favorite pour Piano. Fr. 1 50. 15705 Op. 4 50 15420 Idem a 4 mani. 15657 Valzer per Pianoforte. Fr. 1 50. Fr. 1 50. chaque liens. — O (1) (i) 2 2 180 182 1 1 15794 14854 maestro «Il ballo

Vita cittadina e campestre.. 1 fantastici

Valzer «li Fatona

192 195 50 50 50 50 197 198 200 202 205 205 50 50 75 50 14855 15456 15429 15450 15451 15452 14851 50 50 50 25 50 50 50 50 50 50 75 2 2 2 2 2 2 2 GIOVAVA! RICORDI EBITOBE-PROPBHÌMBIO. 2 2 2 2 2 2 o 2 15707 15708 25 50 Op. 145. Valzer di Fatona. Fr. «145. Rimembranze di Mino ’i n 146. I passeggiatori n 75 50 75 50 75 Op. 47. Deuxième grande Valse, pour Piano. Fr. 4. 128 129 152 154 155 156 159 15426 15427 15-428 1 4588 14597 15057 15710 15597 25 25 Op. 116 H 118.. 120.. 125.. 127 145 146 147 149 150 152 Valzer per Pianoforte solo sopra motivi della sua Opera Don Pasquale. Fr. 200. I Sehonbrunner. Fr. I 202. Costalgia. Laudici- Stiriensi ni 205. Il ballo delle streghe al 15601 al 20. — Fr. 10. NI). Vendonsi anche separali a Fr. 1 ciascuno. Op. 85. Duoro-Valzer, per Pianoforte.. Fr. 0]i. 92. Rimembranze di Malnate, per Pianoforte n a — Idem, per Pianoforti* a 4 mani. n a 94.£Catharlnen-Valzer, per Pianoforte «a — Idem, per Pianoforte a 4 mani... w a 95. Rronislava-Valzer, per Pianoforte»> h 97. Riquiegui, Galop per Pianoforte..» 17. Souvenir de Vice, Agur*-~# - 46 NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DELL’I. R. STABILIMENTO NAZIONALE PRIVILEGIATO DI GIOVANNI RICORDI Valzer, Galops e Contraddanze per il Carnovale 1844 simili smijss emsippi linher 15455 14852 15454 15455 14855 15991 14045 14429 14852 14841 15458 15047 15598 15782 I/ilarltà Viennese Fr. I Mirti n Cecilia ” Scintille elettriche h Il diletto Alemanno, ovvero Melodie del Danubio, senza parole •> Apollo ” Adeiaiden-Walzer ” I debuttanti «Fgerla» (ij Rimemhi’anze «Il Mino < (1) I passeggiatori < (1) Brindisi al Walhalla

(1)1 demoni > ( 1 ) Valzer per la festa «la ballo degli Artisti (1) Bj» danza capricciosa i Valzer si vendono ridotti anche nelle seguenti maniere, cioè: per Pianoforte (1) NI). Questi per Violino e Pianoforte, per Flauto e Pianoforte, per tre Violini MJoljier, flurgimìller, Starnotti, ÌUoltf, ^erj, eie. elle Suite de Valses pour Piano. Fr. 15701-02 Une s«»irée d’été à la Villetta «li Siegro, Deux Quadrilles de Contredanses pour Piano. N. 1. Originales. N. 2. Sur des motifs itaI Talismani 7 Fé danze «Bella festa «la hallo airi. I: («mera

Ïjc stelle «iella sera

II fior«ì «lei Valzer

<4li stravaganti

Eies a«Hie«ax

I/ali «Bell’estro

l«leali. Valzer per la festa da ballo degli Artisti (1) Danza in giro

(1)1 sobhorghesi

I trovatori

ILe «lanze «Selle ninfe B SeliünbruBEtner.. Costalgia. Laudici’ Stiriensi Il hallo «Ielle streghe Almacks-Taenze.. «4 mani, per Pianoforte nello stile e toni facili e Basso, per Flauto, per Chitarra e per Orchestra. NB. Si unisce a questo foglio la continuazione del Catalogo, per la scelta dei pezzi promessi gratis ai signori Associati. Dall’I. R. Stabilimento Razionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di GIOVATIVI RICORDI Contrada degli Omcnoni N. 720, con deposito per la vendila in dettaglio nei diversi locali terreni situati sotto il nuovo portico di fianco dell I. R. 7eatro alla Scala. 2 50 9 4 9 4 50 25 50 50 50