Geografia (Strabone) - Volume 3/Libro V/Capitolo VIII

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Capitolo VIII

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Strabone - Geografia - Volume 3 (I secolo)
Traduzione dal greco di Francesco Ambrosoli (1832)
Capitolo VIII
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CAPO VIII


Detenzione del Picentino. — Dei Vestini. — Dei Marsi.
Dei Peligni. — Dei Marucini — Dei Trentini.

Cominciando dalle nazioni situate alla radice delle Alpi, siam proceduti agli Apennini; poi, valicali que’ monti abbiamo discorsa tutta la regione che giace fra il mare Tirreno e quella parte degli Apennini che incliuasi verso il mare Adriatico fino ai Sanniti ed ai Campani. Ora, ripetendo il cammino già fatto, descriveremo le nazioni che abitano dentro que’ monti medesimi od alle loro radici, così lungo la spiaggia del mare Adriatico, come verso il paese interiore. E si vuol cominciare anche questa volta da’ Celtici confini.

Il territorio Picentino viene dopo le città dell’Umbria situate fra Arimini ed Ancona. I Picentini sono originarii dalla Sabina: e la via ne fu mostrata ai condottieri di quella colonia da un Pico; dal quale uccello (stimato da loro come sacro a Marte) essi derivarono poi il proprio nome. Costoro cominciandosi dai monti abitano la pianura che va sino al mare, regione assai più lunga che larga, buona ad ogni coltura, ma pur migliore ne’ frutti degli alberi che nelle biade. La sua larghezza dai monti al mare non e da per tutto uguale: la lunghezza dal fiume Æsis fino a Castro, radendo la spiaggia del mare, è di ottocento stadii.

La città di Ancona è di origine ellenica, e la fondarono i Siracusani che fuggivano la tirannia di [p. 72 modifica]Dionigi. Sta sopra un promontorio che volgendosi a settentrione ne forma il porto; ed è molto abbondevole di vino e di frumento. Ivi presso è Auxumo1 poco al di sopra del mare: poi Septempeda, Pneuenzia, Potenzia, Fermo-Piceno col suo porto o castello. Tien dietro il tempio di Cipra fabbricato dai Tirreni e consacrato a Giunone ch’essi chiamano Cipra: poi il fiume Truentino2 ed una città del medesimo nome: poi Castro-Novo, e il fiume Matrino3 che bagna la città degli Adriani e n’ha sull’imboccatura l’arsenale che porta lo stesso suo nome. Dentro terra stanno la città predetta di Adria, ed Asculo Piceno, luogo munitissimo cosi pel muro ond’è cinto, come per le circostanti montagne che non danno via agli eserciti.

Al di là del Picentino stanno i Vestini, i Marsi, i Peligni, i Marucini e i Frentani, sannitica schiatta. Costoro occupano la parte montuosa, e toccano qualche poco anche al mare. Queste popolazioni poi sono piccole ma valorosissime, e spesse volte mostrarono il proprio valore ai Romani, primamente combattendo contro di loro, poscia uniti insieme con essi; e per la terza volta allorchè domandarono la libertà e il diritto della cittadinanza, e non l’avendo ottenuto, si ribellarono e accesero la guerra denominata Marsica: [p. 73 modifica]perocchè stabilirono allora che Corfinio, metropoli dei Peligni, fosse in vece di Roma città comune a tutti gl’Italioti, e centro della guerra; e però le diedero il nuovo nome d’Italica. E quivi avendo raccolti i messi de’ loro partigiani, e creatisi consoli e condottieri di eserciti, durarono per ben due anni nella guerra, finchè poi ottennero quella uguaglianza per la quale combattevano. E quella guerra fu detta Marsica dal nome di coloro che si ribellarono pei primi, fra i quali fu illustre principalmente Pompedio.

Questi popoli vivono generalmente in borgate; pur hanno anche città: alcune a qualche distanza dal mare, come sono Corfinio, Sulmona, Maruvio e Teate metropoli dei Marucini: altre proprio sulla marina; e sono Aterno, confinante col Picentino, che porta lo stesso nome del fiume che attraversa il paese dei Vestini e dei Marucini; perocchè esce dal paese di Amiterno, e scorre pei Vestini lasciandosi a destra i Marucini situati al di là del territorio dei Peligni, e quivi ha un ponte che lo attraversa. La città che porta lo stesso nome del fiume appartiene ai Vestini, ma se ne valgono anche i Marucini come di stanza comune di navi. Il ponte poi è distante da Corfinio ventiquattro stadii.

Dopo Aterno è Ortona arsenale marittimo de’ Frentani, e poi Buca4 che appartiene anch’essa ai [p. 74 modifica]Frentani, il suo territorio confina con Teano Apulo. Ortona è un luogo sassoso nel territorio de’ Frentani abitato da ladroni, i quali costruiscono le loro abitazioni colle reliquie dei naufraghi, e in tutto il restante vivono bestialmente. Fra Ortona e Aterno scorre il Sagro che divide i Frentani dai Peligni: e la navigazione dal Picentino agli Apuli che gli Elleni chiamano Daunii, è di circa quattrocento cinquanta stadii.

  1. Forse dee leggersi Auximo. Certo è poi che si tratta di Osimo. (Edit. franc.).
  2. Trento.
  3. La Piomba. Adria fu poi delta Atri. — Asculo Piceno è Ascoli.
  4. Buca è una di quelle città distrutte, delle quali non può determinarsi con sicurezza la posizione. La lezione poi del testo non è qui sicura.