Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III/Libro III/I

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Cap. I

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Libro III Libro III - II
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CAPITOLO PRIMO.

Delle Religioni dell’Indostan.


O
Ltre i naturali, abitano in sì vasto Paese Persiani, Tartari, Abissini, Armeni, Giudei, Cristiani, Maomettani, ed altri, con libero esercizio di loro Religione; le più universali però sono la Maomettana, e Pagana; perche la prima è seguitata dal Mogol, l’altra è degli antichi Signori, e popoli del Paese. Or essendosi favellato ampiamente della Maomettana, nel primo volume; e seguitando questi Imperadori l’istessa setta de’ Turchi, resta solo che in questo capitolo si faccia una brieve relazione della Pagana. Credono tutti i Gentili dell’Indostan la Metampsicosi, o trasmigrazione (come i Pittagorici) col mezzo della quale hanno le anime (a lor parere) dopo morte il premio, o gastigo del lor buono, o malvagio operare, in buono, o tristo animale passando. [p. 244 modifica]Quindi è, che somma venerazione prestano alle vacche (per consiglio di Ramak, loro legislatore) come quelle, che oltre l’utile, che arrecano all’umana vita, riceveranno le anime de’ buoni. Dalla medesima opinion mossi, hanno somma cura di tutti gli altri animali; non solamente astenendosi di mangiargli, ma ingegnandosi, per tutte le vie, che altri non gli uccidano; anzi, sicome di sopra è detto, in alcune Città tengono un’ospedale, dove con grande spesa curano gli animali infermi.

Conciossiccosa che eglino tutti professino una medesima Religione, sono divisi nondimeno in 84. diverse Carter o Tribu; ciascheduna delle quali ha i suoi particolari riti, e cerimonie; e un qualche spezial mestiere, da cui i figliuoli giammai non s’allontanano, se non vogliono esser riputati infami: siccome mi riferì un Bramine, che chiamai a bello studio, per aver contezza delle loro cose.

La prima, e principal Tribu si è quella de’ Bramini (professori di lettere, e sacerdoti di loro Religione) la quale si divide in dieci differenti Sette. Le prime cinque si cibano di erbe, e legumi, non [p. 245 modifica]mangiando mai cosa vivente; e si chiamano, la prima Maratas, la seconda Telanga, la terza Canara, la quarta Drovoras, la quinta Guzaratti: le quattro prime mangiano una in casa dell’altra, ma non in casa di Guzaratti. L’altre cinque Sette, di tutti i viventi, mangiano Solamente pesce; e sono dette Gauri, Canonia, Triatori, (che sono i Bramini di Goa) Gayavali, e Pangaput, delle quali niuna mangia in casa dell’altra.

In queste dieci Sette, o ordini di Bramini, niuno può prender moglie fuori della sua Setta. Nella linea trasversale (nella quale solamente ponno aminogliarsi) la proibizione si stende sino al settimo grado di consaguinità, o affinità: però può la figlia d’un fratello maritarsi col figlio della sorella, ch’è suo cugino; non per lo contrario il maschio del fratello con la femmina della sorella, acciò non entri il medesimo sangue nella famiglia. I Guzaratti non sono sottoposti a cotal legge.

Tutte queste dieci Tribù di Bramini conversano fra di loro; però se viene uno, che non sia lavato, non può toccare alcuna persona, per non contaminarci avendo per precetto lavarsi il corpo [p. 246 modifica]la mattina, a mezzo dì, e la sera. Le loro mogli, rimase vedove, non si maritano più; e volendosi bruciare col corpo de’ mariti, vengono in gran riputazione, per l’intrepidezza; l’altre per lo contrario sono tenute infami, e timide.

La seconda Tribù è de’ Ragiaputi, o Principi, discendenti da uomini d’arme. Essi non mangiano che nelle case della propria Tribu, o in quella de’ Bramini, nella quale possono mangiar tutte le altre ancora, ogni una secondo la sua qualità. Le mogli de’ Ragiaputi necessariamente si bruciano col marito, quando non hanno figliuoli maschi; e se ricusano, si conducono per forza. Se l’altre Tribu non ponno avere più di una moglie, i Ragiaputi, come Principi liberi, ne tengono quante ne vogliono. Alcuni di questi Ragiaputi confinano col territorio di Goa; perche, oltre il Savagì, vi sono il Ciotia, vicino Daman, e’l Grafia, non lontano da Suratte; ladroni, che vivono fra montagne a guisa di bestie. Al Ciotia dà il Re di Portogallo 30. m. mamudi, che sono 5500. ducati di Napoli; e al secondo il G. Mogol fa pagare una simile somma dalle vicinanze di Suratte, acciò non rubino, ma difendano i [p. 247 modifica]viandanti da’ ladri. Il Re Penti, vicino Bassin più propriamente dovrebbe dirsi Re de’ boschi, vivendo ne’ medesimi a modo di fuoruscito. Fra i Ragiaputi v’è qualche differenza di Sette; però tutte convengono nel mangiar carne, fuori che di vacca, e di porco dimestico.

La terza Tribu de’ Baniani è divisa in 20. Sette, delle quali niuna si congiunge in matrimonio coll’altra. Non mangiano cosa vivente, ma erbe, e legumi. Questi sono quasi tutti persone di negozio; e perche sono ammaestrati a tal mestiere dalla fanciullezza, superano di gran lunga in furberia gli Armeni, e’ Giudei.

Sono due le Tribu di Paravus: una detta Patara, l’altra..... Queste mangiano tutte sorti di carne, fuor che di vacca: una non mangia, nè fa matrimoni coll’altra; e le mogli, morto il marito, possono torne un’altro.

Due Tribu parimente sono nel mestiere de’ legnajuoli, o Sutar; una detta di Concanà, l’altra Guzaratti. I primi mangiano ogni carne, fuorche di vacca; i secondi pesce solamente. Non prendono moglie fuori della lor Tribu, ne mangiano l’una coll’altra, e le vedove si rimaritano.

I Canfar, o Calderaj anch’essi si [p. 248 modifica]dividono in Concanà, e Guzaratti (differenti anche in un certo modo nel mestiere) i quali mangiano ogni carne, fuorche di vacca. Non s’ammogliano però, nè mangiano l’una nell’altra; e le mogli, morto il marito, ne prendono un’altro,

I Gauli, venditori di latte, e custodi di armenti, fanno un’altra Tribu; ch’è fuori della vacca, e porco dimestico mangia di ogni altra cosa. Le vedove di essa passano a seconde nozze.

I venditori di fiori, o Malì, ne fanno un’altra, che colla stessa eccezione mangia di tutto. Le vedove si rimaritano, senza nota d’ignominia.

Gli Orefici, o Sonar, si distinguono in Concanà, e Guzaratti, ed osservano lo stesso, che i Calderaj.

Un’altra Tribu è de’ Valuori, o Ortolani; che fuori della vacca, e del porco mangiano ogni carne. Essi non mangiano, nè prendono moglie in altra Tribu; le loro vedove prendono altro marito.

I Columbini, o lavoratori di terra, fanno un’altra Tribu. Mangiano carne colla stessa eccezione; e si distinguono in Ciodris, Matares, Pateis, Routos, Naichis, [p. 249 modifica]Morias, Gorel (che vanno a cavallo quando s’ammogliano) e Doblas, grandi stregoni, abitanti ne’ boschi, dove mangiano nottole, lucertole, learti, topi, ed ogni immondizia, per puzzolente che sia. Le mogli di costoro vanno nude, coprendosi solamente il seno con una foglia. Queste, ed altre Tribu di lavoratori, non fanno matrimoni una coll’altra; però ponno mangiare insieme, e le vedove passano a seconde nozze.

I Batalà sono anche lavoratori, che portano linea (è un filo composto di tre, nel quale par che confessino l’unità di Dio in tre persone) come i Bramini. Non mangiano cosa di vivente, ma erbe; nè prendono moglie d’altra Tribu. Le vedove non passano a seconde nozze.

I Bandarini, che coltivano le palme, e ne traggono la Sura, si distinguono in Rauti, Ciodri, Sciadas, Chitas, Ciarados, ed altri, che non apparentano fra di loro; però mangiano insieme, e fuor che del porco dimestico, e vacca, si cibano di ogni altra carne. Le vedove si rimaritano.

I Doblis, o lavatori di biancherie, si dividono anch’essi in Guzaratti, e Concanà. Mangiano insieme, ma [p. 250 modifica]s’ammoglia ciascheduno nella sua Tribu; e fuori della carne di porco, e di vacca, ne mangiano d’ogni altra spezie. Le vedove passano a seconde nozze. I Pescatori si dividono in molte Caste, o Tribu: cioè Coles, Mavis, Purubias, Vaiti, e Birmassi. Mangia una in casa dell’altra; si pascono di tutte carni, colla solita eccezione; e si rimaritano le vedove.

I Sottrias fanno due differenti Tribu; una detta Salunchis, l’altra Coles. Non mangia una in casa dell’altra, nè prende moglie. Mangiano carne, come i suddetti, e le loro vedove si rimaritano. Quando muore il fratello maggiore, il minore si prende la di lui moglie; ma morendo il fratello minore, il maggior non fa l’istesso.

Coloro, che conducono il sale, sono detti Ciaranas, e fanno diverse Tribu. Prendono moglie in qualunque di esse vogliono: mangiano carne, colla stessa regola; e le misere vedove hanno il piacere di passare a seconde nozze. I Bangasali, o mercanti di sale, mangiano ogni vivente, fuorche la vacca, il porco dimestico, granchi, locuste, gambari, e simili crustacei. Non prendono moglie, se non nella loro Tribu; e le vedove si rimaritano. [p. 251 modifica]

La Tribu de’ Gantias (persone tutte di negozio) non mangiano altro, che pesce. Non s’ammogliano, nè cibano in casa di altra Tribu; ond’è, che non trovandosi altra persona, talvolta sarà data moglie a un pover’uomo, con 50. mila scudi di dote.

In Suratte si truovano i Babrias, Catis, e Ragiaputi, che mangiano solamente pesce, e carne silvestre. Si cibano gli uni in casa degli altri, ma non s’imparentano. Le mogli di costoro non si rimaritano, ma si bruciano, volendo.

I Farasi (Alparqueros, detti da’ Portughesi) fanno scarpe, come quelle de’ Frati Riformati. Mangiano ogni sorte di carne (benche putrefatta), s’ammogliano, e mangiano l’uno in casa dell’altro, senza alcun divieto; ma perche la loro Tribu è riputata vilissima, non possono entrare in casa d’altri Gentili, nè toccargli; e denno starsene molto lontani.

Nel paese de’ Nairi dei Capo di Comorin, sono appellati Polias; e passando per le strade (se pure non voglion esser bastonati) denno gridare Pò Pò; acciò gli altri Gentili non si facciano toccare dalla loro ombra; nel qual caso diverriano impuri, e dovriano subito lavarsi. [p. 252 modifica]

A cagion di tal costumanza, i Padri Missionarj della Compagnia menano una vita molto disagiata: perocchè avendo da imitare i costumi di quella Tribù, alla conversione della quale s’applicano, per poter meglio nell’animo de’ barbari trovar luogo; bisogna che si lavino tante volte il giorno, quante coloro hanno in uso; si cibino d’erbe crude; ed incontrandosi per istrada due Padri, uno che fa da Naire, e l’altro da Polias, s’allontanino, e si scostino; acciò non si sospetti di loro. Fanno, non v’ha dubbio molte conversioni; ma moltissimi, non accostumati a tal disagio, cadono in gravissime infermità.

Di tutte le Tribu mentovate, i soli Bramini, e Baniani sono così scrupulosi sul fatto d’uccider gli animali; sicchè anche i velenosi ponno mordergli impunitamente: però gli altri in tal caso gli uccidono.

I Gioghi sono persone di tutte le Tribu, che s’han prescritto un penosissimo genere di vita penitente. Oltre la continua nudità, alcuni di essi fan vedersi colle braccia in aria, senza muoverle mai: altri rivolte indietro, che poi col tempo divengono inette al moto: taluno si [p. 253 modifica]sospende in aria, con una corda: altri si serra la bocca, con catenaccio; onde bisogna, che altri gli porgano il cibo liquido: altri si passano un’annello di ferro, per lo prepuzio, e vi appendono un campanello; al cui suono concorrono poscia le semplici donne sterili, per vederlo, e toccarlo, persuase di divenir feconde in tal modo.

Portano tal venerazione i Gentili a questi penitenti, che si stimano fortunati coloro, che prostituiscono le figlie, sorelle, e parenti alle dissolutezze, che essi si fan lecite da per tutto: e perciò si veggono anche tante migliaja di Fachir, vagabondi per l’Indie. I Fachir incontrando co’ Beraghis (ch’è un’altra specie di penitenti, di abito differente, e con capelli, e barba rasa) vi si battono mortalmente. Non prendono mai moglie, e mangiano in casa di ogni setta, fuorche de’ Polias. Entrano essi, e prendono dalla cucina quello, che vogliono, quantunque il padrone non sia in casa. Si uniscono a guisa di porci al suono d’un tamburo, o d’un corno di cacciatore; e camminano a truppa, con stendardi, lancie, ed altre armi; che, quando prendono riposo, pongono presso al lor maestro. Vantansi di trarre [p. 254 modifica]origine da Rhevanche-Ram, che andò povero, e nudo ramingo per lo Mondo: ed essi vagabondi imitandolo sono riputati Santi, e godono in tanto d’una vita libera, con occasione di far tutto il male, che la loro brutalità appetisce.

Or ponendosi in considerazione tanta diversità di Sette, e costumi (che negli affari politici impossibile si era, potere esser concordi) non dee parere strano, che poco numero di Maomettani tanta moltitudine di Gentili abbia soggiogata; giacchè la divisione degli animi è stata sempre mai al Mondo potentissima cagione, di far cadere le più famose Repubbliche.