Giuveddí ssanto

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Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti caudati letteratura Giuveddí ssanto Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

La puttana abbrusciata La bbonidizzione de le case
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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GIUVEDDÌ SSANTO.

     Fa’... che ggusto!... spi... Zzitto! ecco er cannone!
Abbasta, abbasta, sù, ccaccia l’uscello.
Nu lo senti ch’edè? spara Castello:1
Seggno ch’er Papa sta ssopra ar loggione.2

     Mettémesce3 un’e ll’antro in ginocchione:
Per oggi contentàmesce,4 fratello.
Un po’ ar corpo e un po’ all’anima: bberbello:5
Pijjamo adesso la bbonidizzione.

     Quanno ch’er Zanto-padre arza la mano,
Pòi in articolo-morte6 fà li conti
A ggruggn’a ggruggno coll’inferno sano.

     E nnun guasta che nnoi semo a li Monti,7
E ’r Papa sta a Ssan Pietr’in Vaticano:
Oggi er croscione suo passa li ponti.8


Roma, 4 aprile 1833

Note

  1. La Mole Adriana, oggi Castel S. Angelo.
  2. La gran loggia nella facciata di San Pietro in Vaticano, donde il Pontefice amministra la solenne benedizione al popolo foltamente adunato sulla gran piazza.
  3. Mettiamoci.
  4. Contentiamoci.
  5. Bel bello.
  6. In articulo mortis, frase di molto spaccio in questa capitale dell’orbe cattolico.
  7. Uno dei rioni di Roma molto discosto dalla così detta Città Leonina, oggi Rione di Borgo, dove sorge il Vaticano che è di là dal Tevere.
  8. È qui opinione che alcune benedizioni papali, in certi giorni, restino efficaci solamente inter praesentes, e alcune altre si estendano a tutto il resto della città, e poi corrano pel mondo sin che non siano stanche o non trovino qualche ostacolo.