Guida della montagna pistoiese/Popiglio

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Popiglio

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Da San Marcello a Popiglio ed a Lucchio Lucchio

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opiglio (forse da un romano Pompilio). È un paesetto che fa parte del Comune di Piteglio, ed ha circa 1300 abitanti. Ebbe già mura castellane. Nella sua Chiesa parrocchiale sono da vedere alcuni dipinti del Vini, detto Bastian Veronese, che sono: la Cena, ora assai guasta, e la Risurrezione di Gesù Cristo, pregiato lavoro del 1577. Le tre statuette marmoree all’altar maggiore, la Vergine, San Francesco e San Rocco, si credono della scuola del Civitali. La benemerita famiglia Vannini di questa Terra (d’onde fra [p. 150 modifica]

Giovanni vescovo d’Aquila del secolo XVI) vi ha una Cappella con quattro busti marmorei. Il pulpito di pietra a bassorilievi è della prima epoca della scultura. In sagrestia sono pure antichi dipinti. Nel già Conservatorio di Domenicane si fa la scuola pubblica per le fanciulle. V’è anche una scuola comunale maschile. Ed havvi una Banda musicale. Su questo poggio rimangono ancora le antiche torri, avanzo di tali arnesi di guerra del medio evo, alto sul livello del mare metri 822. (Il resto della gita è da farsi a cavallo o a piede).

Scendendo prossimamente sulla Lima, si trova l’antico famoso ponte di Popiglio, che vuolsi fattovi fabbricare da Castruccio, e dove nel 1325, il traditor di Pistoia Filippo Tedici, capitanando que’ di Castruccio, in uno scontro guerresco rimase ucciso da Martino Panciatichi. Il potente Castruccio era allora addivenuto signore di Lucca; volle esserlo pure di Pistoia; e il Tedici per tradimento glie la consegnava, e in prezzo della patria venduta ne riportava diecimila fiorini d’oro e la mano di Dialta, figlia del Lucchese conquistatore. Di qui l’odio dei Pistoiesi e la ribellione al nuovo dominio. Posero una taglia sul traditore che da Lucca co’ figli di Castruccio penetrava per questi monti a tenervi in soggezione le già dipendenti castella. Ma il pistoiese Panciatichi adunò molte schiere del suo partito per cacciarlo ed averlo in sua mano. Il Tedici intanto si era fortificato dentro il Castel di Popiglio dove a nome di Castruccio era entrato. La parte [p. 151 modifica] Panciatica però, cominciando da San Marcello, aveva in suo favore i più forti castelli. I montanari armati di falci e di zappe si unirono a cacciare i Castrucciani da Popiglio, e attesero i fuggenti al varco del detto piccolo ponte che è sulla Lima. Quivi lo scontro fu fortissimo e sanguinoso. Le schiere però del Tedici, sopraffatto dal numero, caddero in poco d’ora sbaragliate e sconfìtte. Venuti allora qui il Tedici e il Panciatichi a singolar tenzone, questi riuscì ad uccidere l’odiato avversario. Gli recise la testa dal tronco, e montato a cavallo, e chiusala pendente all’arcione, velocemente ritornò a Pistoia. Laddove giunto sulla piazza della Signoria, all’affollato popolo gittò quella testa, esclamando: «Pistoiesi! eccovi il capo del traditor della patria!» Fu allora infitta ad una picca, miserando bersaglio di plebe, e ancor sanguinolenta, appesa ad un ferro dinanzi al palazzo degli Anziani. Poscia quando quel teschio apparve spoglio della prima sembianza, ordinò il Comune si scolpisse in pietra una testa simile a quella: la quale, ad esempio pe’ traditori, fu collocata al detto palazzo e ne’ luoghi più pubblici della città, ed infra gli altri al canto de’ Rossi, dove tuttora si vede.

Passato il ponte di Popiglio si volta a destra, e per un sentiero prima pianeggiante, poi scosceso al di là d’ogni idea, si sale dopo tre chilometri e mezzo a