I Epistola di San Paolo a' Corinti (Diodati 1821)/capitolo 4

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Capitolo 4

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capitolo 3 capitolo 5
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Ministri ed economi.

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  COSÌ faccia l’uomo stima di noi, come di ministri di Cristo1, e di dispensatori de’ misteri di Dio2.

2  Ma nel resto ei si richiede ne’ dispensatori, che ciascuno sia trovato fedele.

3  Ora, quant’è a me, io tengo per cosa minima d’esser giudicato da voi, o da alcun giudicio umano; anzi, non pur mi giudico me stesso.

4  Perciocchè non mi sento nella coscienza colpevole di cosa alcuna; tuttavolta, non per questo sono giustificato; ma il Signore è quel che mi giudica3.

5  Perciò, non giudicate4 di nulla innanzi al tempo, finchè sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e manifesterà i consigli de’ cuori5; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio.

Vanagloria dei Corinti; umiltà ed autorità dell'apostolo.

6  Ora, fratelli, io ho rivolte queste cose, per una cotal maniera di parlare, in me, e in Apollo, per amor vostro, acciocchè impariate [p. 919 modifica]|Il fornicatore castigato.}} impariate in noi a non esser savi sopra ciò ch’è scritto6; affin di non gonfiarvi l’un per l’altro contro ad altrui.

7  Perciocchè, chi ti discerne? e che hai tu che tu non lo abbi ricevuto7? e se pur tu l’hai ricevuto, perchè ti glorii, come non avendolo ricevuto?

8  Già siete saziati, già siete arricchiti8, già siete divenuti re senza noi; e fosse pur così, che voi foste divenuti re, acciocchè noi ancora regnassimo con voi.

9  Perciocchè io stimo che Iddio ci ha menati in mostra, noi gli ultimi apostoli, come uomini dannati a morte; poichè noi siamo stati fatti un pubblico spettacolo al mondo, agli angeli, ed agli uomini9.

10  Noi siam pazzi per Cristo10, e voi siete savi in Cristo; noi siam deboli, e voi forti; voi siete gloriosi, e noi disonorati.

11  Infino ad ora sofferiamo fame, e sete, e nudità; e siam battuti di guanciate, e non abbiamo alcuna stanza ferma11.

12  E ci affatichiamo, lavorando con le proprie mani12; ingiuriati, benediciamo13, perseguitati, comportiamo;

13  Biasimati, supplichiamo; noi siamo divenuti come le spazzature del mondo, e come la lordura di tutti infino ad ora.

14  Io non scrivo queste cose per farvi vergogna, ma vi ammonisco come miei cari figli.

15  Perciocchè, avvegnachè voi aveste diecimila pedagoghi in Cristo, non però avreste molti padri; poichè io vi ho generati in Cristo Gesù, per l’evangelo14.

16  Io vi esorto adunque che siate miei imitatori15.

17  Per questo vi ho mandato Timoteo16, che è mio figliuol diletto, e fedele nel Signore, il qual vi rammemorerà quali son le mie vie in Cristo, come io insegno per tutto in ogni chiesa.

18  Or alcuni si son gonfiati, come se io non dovessi venire a voi.

19  Ma tosto verrò a voi17, se piace al Signore18; e conoscerò, non il parlar di coloro che si son gonfiati, ma la potenza.

20  Perciocchè il regno di Dio non consiste in parlare, ma in potenza19.

21  Che volete? verrò io a voi con la verga? ovvero con amore, e con ispirito di mansuetudine20?