Idilli (Bione)/I

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Idillio I. Canto funebre d'Adone

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Bione di Smirne - Idilli (II secolo a.C.)
Traduzione dal greco di Luca Antonio Pagnini (1827)
Idillio I. Canto funebre d'Adone
Idilli (Bione) II
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CANTO FUNEBRE D’ADONE


Idillio I

 
Io piango Adone. Il vago Adone è spento.
     È spento il vago Adon. Gli Amor fann’eco.
     Non dormir più, Ciprigna, in rosei manti.
     Sorgi, tapina, in bruna vesta, il seno
     5Percoti, e grida: Il vago Adone è spento.
Io vo piangendo Adon: gli Amor fann’eco.
     Su i monti giace il vago Adon da un dente,
     Candido dente, il suo candido fianco
     Trafitto, e un respir languido movendo
     10Ange Ciprigna. Un nero sangue irriga
     Le sue carni di neve. Il guardo torpe
     Sotto le ciglia; dalle labbra fugge
     La rosa; e il bacio, onde non fia mai sazia
     Vener, con esso muore. E a lei pur piace
     15Di lui non vivo il bacio. Adone intanto
     Non sente più, com’ella morto il bacia.
Io vo piangendo Adon; gli Amor fann’eco.
     Atroce, atroce piaga Adon nel fianco,
     Piaga maggior ha Citerea nel core.
     20Al buon Garzon gli amici cani urlando,
     E sospirando van le Oreadi Ninfe.
     Vener sparsa le chiome, afflitta, incolta,
     E scalza va per le foreste errando.
     I rovi le tormentano le piante,
     25E predan l’almo sangue. Ella mettendo
     Acute strida va per lunghe valli,
     E l’assirio suo sposo, e garzon chiama.

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     Ma l’atro sangue intorno all’umbilico
     D’Adone alto s’ammassa, e giù da’ fianchi
     30Sul petto porporeggia, e son le coste,
     Che parean dianzi neve, a rosso tinte.
Ahi, ahi Ciprigna! van gli Amor piangendo.
     Ben ella il vago Sposo, e in un pordéo
     Le divine sembianze. Avea ben ella,
     35Finchè si visse Adone, un vago aspetto;
     Or è il suo bello ahi, ahi! con esso estinto.
     Ahi Adon! gridan tutti monti e querce,
     Ploran gli affanni di Ciprigna i fiumi,
     Gemon sulle montagne Adone i fonti.
     40I fior pel duol arossano e lugubre
     Per valli e per città Venere canta.
Ahi, ahi Ciprigna! il vago Adone è spento.
     Eco risponde: Il vago Adone è spento.
     Chi fia, che il crudo amor di lei non pianga?
     45Ahi, ahi! come d’Adon vide, e conobbe
     L’insanabile piaga, e come vide
     Rosso sangue spicciar dal guasto fianco,
     Con braccia aperte in lamentose note
     Proruppe: Adone, Adone, aspetta, aspetta,
     50Miser, che almen per ultimo ti stringa
     Che a te m’annodi, e mischi labbra a labbra.
     Destati un poco, e dammi il bacio estremo.
     Baci mi dà, finchè il tuo bacio è vivo.
     Finchè dall’alma tua possa il tuo spirto
     55Scender per entro alla mia bocca, e al core;
     Ed io ne sugga un amoroso incanto,
     E amor ne beva. Come Adone istesso
     Terrommi questo bacio: or che infelice
     Fuggi da me, lontano fuggi, e passi
     60In Acheronte, a quel Re truce, e crudo.
     Ed io meschina or vivo, e pur son Dea;
     Nè seguirti poss’io. Tu il mio Consorte,
     O Proserpina, accogli. Ah! di me sei

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     Più forte; e tutto il bello a te si volve.
     65Estrema è la mia sorte, e non mai sazio
     Il mio dolore. Adone estinto piango,
     E te pavento. O ben tre volte amato,
     Manchi; e l’amor per me qual sogno sparve.
     Or vedova è Ciprigna; orbati in casa
     70Restan gli Amor; disfatto è il mio bel cinto.
     Perchè a caccia sì franco, e perchè osasti
     Tu sì leggiadro ir con le fiere in giostra?
     Tal Citerea gridava, e in un gli Amori.
Ahi, ahi Ciprigna! il vago Adone è spento.
     75Ella or tanto di lagrime versando
     Va, quanto versa Adon di sangue. E tutto
     In terra divien fiore. Il sangue rose,
     E germogliar anemoni fa il pianto.
Io piango Adone. Il vago Adone è spento.
     80Non lagrimar fra i boschi or più lo Sposo.
     Un bel frondoso letto a lui, Ciprigna,
     È preparato. Il tuo medesmo letto
     Occupa il morto Adone, e benchè morto
     È pur leggiadro ancora, e par che dorma.
     85Ponlo fra i molli panni ond’ei le notti
     Faceva tuo compagno un divin sonno
     Su coltre d’oro. Amalo ancor sì gramo.
     Ponlo tra serti, e fiori. In un con lui
     Tutti i fiori appassiro. Aspergil’anco
     90E di mirti, e di balsami e d’unguenti;
     Ogni balsamo pera or che perìo
     Il tuo balsamo Adon. Ei pur si corca
     Il molle Adone su purpuree vesti.
     Sospirangli dintorno Amor piangenti
     95Col crin reciso; e l’uno i dardi, e l’altro
     Calpesta l’arco, chi il turcasso alato
     Infrange, chi i calzari gli discioglie.
     Altri in catino d’oro appresta l’acqua,
     Altri i fianchi gli lava ed altri a tergo

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     100Coll’agitar dei vanni a lui fa vento.
Sieguon gli Amori a lagrimar Ciprigna.
     Imen la face su la soglia estinse,
     E il serto nuzïal a terra sparse.
     Non più dolce si canta Imene, Imene;
     105Ma si ripete: Ahi, ahi Adone! ahi Imene!
     Piangon le Grazie il figlio di Cinira
     Fra lor dicendo, il vago Adone è spento
     E ben di te, Diona, assai più forte
     Esclamano; e le Parche Adone, Adone
     110Van co’ gemiti e canti richiamando.
     Ei lor non ode, non che udir non voglia
     Ma Proserpina a lui nega il ritorno.
     Cessa, o Ciprigna, il lamentarti, e attendi
     Oggi a’ lieti conviti. Anche un altr’anno
     115Assai di pianto, e di sconforto avrai.