Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/XXV - Non sa che cosa sia
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XXV.
Il fascino degli occhi della Mencia. Riprende e sviluppa i motivi già accennati nei sonetti precedenti.
Ballata.
Non sa che cosa sia
Gioir perfettamente, chi non mira
Com’i vostri occhi Amor, o Donna gira.
Che ’n mezzo a quell’altiera e santa luce
Piena di casto amor, e di virtute, 5
Amor ridendo spazia:
E seco un certo non so che riluce,
Che non si può narrar, ma a noi salute
Apporta ognor e grazia:
Nè mai si vede sazia 10
Umana vista, mentre in Voi si mira,
Ove s’abbassa ogn’alto orgoglio, ed ira.
Ma chi potrà giammai mirarvi fiso,
Quand’Amor regge il dolce nero, e ’l bianco
Di que’ begli occhi vostri? 15
Al discoprir del novo paradiso,
Occhio mortal convien ch’infermo e stanco,
Donna gentil, si mostri:
Perch’ivi vuol che giostri
Quanto di grazia il ciel in terra spira, 20
Ond’a sè l’alme for de’ corpi tira.
Ed io che sento il caldo de’ bei rai,
Senza il cui fuoco Amor non fora Amore,
Dico pur meco sempre:
Quest’è Colei, che gli amorosi guai, 25
E ’l saggio maneggiar, e ’l vago errore
Tempra in sì dolci tempre,
Che forza è alfin si stempre
Chi senza lei salir al ciel aspira,
O chi per altra fra mortai sospira. 30
Note
V. 2. Gioir perfettamente, piena, perfetta gioia d’amore.
V. 3. Amor, o Donna fa volgere gli occhi vostri, presiede ai vostri vaghissimi sguardi.
V. 4. Altiera e santa luce, pupilla, occhio, singolare pel plurale. C’è alterezza congiunta a candor santo e puro.
V. 6. Spazia, campeggia sovrano.
V. 11. Umana vista, uno sguardo umano che vi miri.
V. 14. Amor regge, governa, già si disse, presiede ai moti delle vostre pupille, il dolce nero e bianco, che sono intorno alla pupilla. Lo ripeterà nella Canz. CLXXXII. È del Petrarca, cfr. Canz., XXIX, v. 23, e LXXII, v. 50.
V. 17. Buon verso, contesto però di reminiscenze petrarchesche.
V. 21. Tira, trae a sè le anime, fuori dei corpi.
V, 23. Verso sonoro, ma d’un certo effetto: senz’ardore Amore non sarebbe tale.
V. 26. Maneggiar, il comportarsi; saggio, con saggia oculatezza.
V. 27. Tempra, contempera e le assennate e le dissennate azioni. Dolci tempre, cfr. Petrarca: «Chi po saver tutte l’umane tempre» Canz., CCVII, v. 57, e cioè «qualità e disposizioni» — commentano Carducci-Ferrari, ed. cit., pp. 297-98 — del temperamento umano. Raro se non unico esempio. Il Varchi, in Volgarizz. Boezio, V, 3, «lo imita»; di qui si vede che anche il Bandello segue il Petrarca.
V. 28. Si stempre, che per forza vien meno chi ami altra donna, o chi presuma di salire al cielo senza il di lei aiuto.
V. 29. Salir al ciel, cfr. son. XII, v. 14; son. XVIII, v. 8.
- Testi in cui è citato il testo Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CLXXXII - Tempo è, begli occhi, omai, che pur vi debbia
- Testi in cui è citato il testo Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)/Verdi panni, sanguigni, oscuri o persi
- Testi in cui è citato il testo Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)/Gentil mia donna, i' veggio
- Testi in cui è citato il testo Canzoniere (Rerum vulgarium fragmenta)/Ben mi credea passar mio tempo omai
- Testi in cui è citato il testo Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/XII - Non duo begli occhi, anzi due chiare stelle
- Testi in cui è citato il testo Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/XVIII - Quando la bella e saggia Donna mia
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