Il Cristianesimo felice nelle missioni de' padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai/Parte I/Capitolo XI
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CAPITOLO XI.
Della felicità spirituale de’ Cristiani del Paraguai.
bello è, efferfi trovato talvolta'qualche Indiano,' o Indiana di sì vigorofa cofcitìtaza , che dopo aver commetto tino di quelli peccati in Segreto,, éd offervato, con qual rigore fi gaftighi : fpón-i taneamente è ito ad accularli a. i Cenfori, Supplicando con iftanza d’ottenere la medefima penitenza e pena-, giacché fe l’era meritata coll» reità dello fletto delitto, dolendoli Sómmamente dell’offefa fatta a Dio,* e del non aver feguita- to 1*efempio di tanti, che San relìftere a gl’incentivi della carne. Ed ecco nuovi efemplì della primitiva Chiefa , in cui la pubblica Penitenza era tanto (limata, e cotanto in ulo. La divozion poi, e il fervore di Spìrito di quella buona gente avrebbe da muovere noi altri ad invidia . Proccurano in primo luogo i pattimi Miffionarj colle iftruzioni , e colle pre-' diche d’infegnar loro le principali cofe e i Miller, che s’nan da credere nella Chiefa di Dio, e di metter loro in cuore le Maflime più rilevanti del vivere de’Criftiani, per non difeuftar Dio, e per piacergli. Fan loro ben conoscere , quanto dobbiamo al divino nollro SalvatoreCri- lto Gesù, e quanto s’abbia a Sperare in lui; e quanto bene provenga da i Sacramenti della Chiefa. Inlinuano loro ancora una filialdivozione verfo la Santiffìma Vergine , Siccome ancora verfo l’Angelo Cullode , e verfo i Santi, eleggendone Spezialmente uno per lor Protettore . Ma per meglio alimentar la loro Pietà , giacché fi tratta di gente alquanto grofiolana d’intendimento, e che Si muove più con gli oggetti materiali, che colle ragioni più convincenti : cura è in Secondo luogo de i Sacri MiniSlri dì SomminiSlrare anche alla lor «fantaSia tutto ciò , che può ifpirar venerazione verfo Dio , e Slima ed affetto alle, colè fante . Partioolar premura perciò bea Sempre avuto della fàbbrica de* Sacri Templiè- d» mantener quelli, colla, maggior pulizia potàbile. A tuttà prima lt fecero! comé li e tè, di foto legno , e coti Somma rozzezza . Scia avendo » Gefuiti introdotta iti quelle parti, ila fabbrica do’mattoni, delle,tegole ; e della calce, e condottò Seco qualche Fratèllo coadiutore ; pratico deL meiliere de' Muratori, nelle più delle Riduzioni li mirano oggidì fabbricate le Chìefe colie mura; Rozzàmeate fatte al certo fon tuttavia molte d’effe; ma altre, per avere ftudiato gli fléfii Gefuiti aleuti Libro d’Architettura ; tali, fonò riufcke che rendono maraviglia a chi le confiderà piantate in que’barbari paefi,. Là maggior parte non ha che tre navi, ma noti nè mancano di cinque; Al. più fi contano in effe, cinque Altari ; non eflfendoné peceffarioi maggior numero . E, 'perciocché altri Fratelli di màno in mano òr dall’ Uno , ed ora dall’ altro Mifflonariò fono flati condotti colà , che s’intendevano dì Pittura, di. Falegname ; e d’altre firaili Arti : truovanfi tutti quegli‘Altari, forniti colle Sacre Immagini, ed alcune eziandio con' intagli di legno dorato, colorine, cornici, ftatue, e baffi rilievi. Sogliono adornatfi le1 pareti con tele ben gueroite di frange , o inca- ftrate in cornici ; dove Sono rapprefentatì i Mi- fierj principali della noftra Santa Fede , per mag* giormente imprimerli nel cuore di que’Neofiti. Son quelli i Libri lodati anche da San Gregorio il Grande, dorè ftudia il povero Popolo , che non fa leggere, e certamente fon degni d’onore'. Non vi efiéndo oramai Riduzione alcuna, dove non fi Sappia fabbricar mattoni e pietre quadre, il pavimento delle Chieie ne è lailricato. Collo* caro I Del P a ragù a r. pf trato ivi- fi mirai il- Battiflércl. in una Cappella- ben capace; e ornati cori, .ifpegiàie curiobtà dando tóftó nell’.occhio a chi entra nel Tempio. 1 paramenti per gK divini Ufiaj fon. più tolto, vaghi, che ricchi: Il rimanente. per', gli Altari confitte più di- tutto ; oltre i Candelieriin fióri naturali-, ed erbe molto odorifere, dellèqoa»- li ancora fi formano fettoni; ché dittrìbaiti pen ler pareti, rendbno poi per tutta la Chiefa. uiv foavifihno odore. E quefto ancora nelle Fétte più» (blenni li aumenta Cori profumi; e eoll’inaf-. fiare il paviménto d’acqua di. fior d*arancio, e di rofe, e collo fpatgerVi fiori; ed erbé odorófc: giacché, di quelli per tutto il corto deH’Anho abbonda il paefe. Altrettanto anché à i fubi di facea Nepoaiano, lodato per qriéflo da S. Girolamo nel fuo Epitaffio : Bafilicas Éèelefià divtrfit forìtnu , ìyr arvèrum- conùs * vitiumque pampmis adumbrarvk Ora riri bel vedere é io quefacri Tem pli, non: già preziofi marmi, gemme , ori , ed. algenti ,- ma bensì là com polle zza, la divozione, e ilfcr- voto di que’nuovi Crilliani ; é principalmente ab» lorcbè hai:ho da àccòihrfi a i fanti Sacramenti, o afccdtano dalla bocca del Parroco la parola di Dio; Ai fi né fogni Sermone fi ufa di far tòro fare l’Atto di Contrizione ; Li vedere allora pie« hi di compunzione fcioglierfi iti lagrime ; defedare con una-fanti còllera tutti i peccati; efpe- zialmente fé la prendevano ima volta contro I* ubbriachezxa, vizio loro Innato ; ché col favore di Dio &’ è finalménte fradicato da quelle Popolazioni i Tal. purità, di cofciénza per (o più fi fcuopre tirile Coe-fcffiobi Sacramentali ; che per a frettato de i Mioiftri di Dior non vi fi truova materia d’afToluaione. Pure li vedete a'ffartoolì ininterrogar- Sovente il Confettare, fe quefto-oquello fra peccato. E quando poi fanno f o s’avveggono d’avere m qualche-maniera offefò Iddio , con sì tatto dolore e pianto Se ne accuSano,. che! cavano le lagrime - -dai Sacerdote ftefTo, pieno- allora di confolazione all’offervaiev come lo Spirito del Signore operi in quelle Anime , mentre tant’ altre della fletta Nazione- continuano a vivere Senza conofceqza alcuna di Dio , e con sì fregola» e beftiali .coftumi . Poveri fon d’ordina-, rio , pure gareggiano infieme a Soccórrere chi è- Eiù povero di loro ; ed allorché fi tratta di tab- ricar Chiefe, o- far'altro , che riguardi il culto di Dio, lafeiàno volentieri ogni altra loro» faccenda, e Spontaneamente fi affaticano, e contribuiscono ancora, acciocché fi» ben Servito il Signore nel Suo Tempio. Quella cera Spezialmente, che raccolgono da certe Pecchie appellate Opemus, la confa erano in onore di Marta San-, tàtthna, di cui fon diyotiffìmi, e. a cui non. danno-altro titolo, che di Madre , per effer quella bianchiffima, e la migliore dell’ altre. E benché» uh giorno il Miffionario, conóscendo la lor povertà, li configliàfiè di venderla per loro ufo , qnafi fe ne offefero., e rifpofero , che avendola offerta, alla lor buona Madre, ad etta. taccheria di Soccorrere a i Ibi bifogui