Il Parlamento del Regno d'Italia/Desiderato Chiaves

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Desiderato Chiaves

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Francesco Chiapusso Federico Crema
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


[p. XL modifica]Desiderato Chiaves.

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È nato in Torino il 2 ottobre del 1825. Suo padre, veterano delle armate del primo Napoleone, è attualmente ufficiale superiore in ritiro.

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Forniti i primi studî nell’antica capitale del Piemonte, il Chiaves conseguì quivi alla regia università nel 1846 la laurea in leggi ed imprese subito dopo il forense tirocinio nello studio dell’avvocato Giovan Ballista Cornero di onoranda memoria. Dotato di molta vivacità di sentire e di svegliata fantasia, gli occorse di scrivere e di divulgare varî componimenti poetici, i più ispirati da patrio amore, che si leggono con molto interesse come quelli che, facili e spontanei qual sono, riboccano di nobili pensieri e di gentilissimo affetto.

Havvi, nelle varie raccolte pubblicale dagli amici del Chiaves de’ suoi versi, non poche poesie umoristiche, le quali, dettate con la solita scorrevolezza, non mancano di quell’acuità epigrammatica che tanto ha rese celebri quelle del Giusti. Tali pubblicazioni, se valsero ad attirare sul Chiaves la benevola attenzione degli uomini d’ingegno e di cuore, gli fruttarono puro l’avversione e i sospetti della polizia di quei tempi e della fazione retriva.

Ad ogni modo si volle di già far capitale del giovine poeta, sulla fermezza del cui patriottismo si sapeva di poter contare, affidandogli, in quello intervallo di tempo che scorse fra i due disastri di Custoza e di Novara, l’ufficio di commissario straordinario nella divisione d’Ivrea.

Sotto un pseudonimo bastantemente noto — che però non tolse ch’egli assumesse sempre la responsabilità de’ propri scritti — il Chiaves pubblicò sopra un giornale umoristico di Torino, la cui fama è oggi italiana, molte satiriche poesie, che venivano gustate vivamente dal pubblico. Le cresciute cure forensi e la sua prima elezione a deputato al Parlamento, impedirono più tardi al nostro avvocato-poeta di continuare a fornire di quella sorta di componimenti ameno-frizzanti il Fischietto — il nome del foglio ci sfuggì dalla penna! —

Dimenticavamo di notare che nei primi anni della sua forense carriera il Chiaves, ch’ebbe a sostenere dinanzi ai magistrati frequentissime difese di giornali liberali e specialmente in materia politico-religiosa, pubblicò un libro pei giurati sotto il titolo di Manuale [p. 150 modifica]teorico-pratico per esercitare le funzioni di giurato, che fu riconosciuto utilissimo e venne accolto col più gran favore.

In seno al Parlamento il Chiaves non tardò a farsi notare in onorevole modo, prendendo parte fin dal 1857 alla discussione lungamente sostenuta nella Camera intorno alle modificazioni da introdursi nel codice penale.

Eletto deputato dal collegio di Sanfront nel 1858 ed annullata per difetto di forma quell’elezione, venne poco dopo rieletto dal collegio di Canale e Cornegliano. Il 25 aprile dell’anno decorso l’avvocato Chiaves ebbe l’onore di esser scelto a relatore della Commissione incaricata dell’esame della legge che attribuiva i pieni poteri al Re italiano al rompersi della guerra contro l’Austria.

Rieletto deputato al nuovo Parlamento dal collegio di Canale, Sommariva e Govone, fu incaricato fin dal bel principio della sessione di sostenere alla tribuna alcune gravi quistioni elettorali, quindi prese parte principalissima alla discussione intorno al trattato di cessione di Savoja e Nizza alla Francia, tendendo a spiegare il suo voto favorevole al governo, senza restrizioni, per ciò che riguardava la cessione della Savoja, ma con protesta di biasimo rapporto a quella di Nizza, ch’ei riteneva per ingiusta ed antinazionale. — «Do il mio voto, conchiudeva l’opinante, perchè ritengo ineluttabile necessità il darlo, ma rimprovero il ministero per ciò che riflette il suo operato riguardo a Nizza, mentre ricuso di riconoscere la legittimità del plebiscito in quella provincia italiana.»

Il Chiaves, uomo d’alta statura, d’aperta e simpatica fisonomia, è diserto oratore, e quel che più importa, ragionatore sodo e concludente. Le sue parole e il suo accento possono talvolta salire fino all’entusiasmo, ma non cadono mai nel declamatorio, nè nell’esagerato.

Aggiungeremo che l’avvocato Chiaves è stato eletto fin dal 1852 consigliere del municipio di Torino, rimanendo tuttora per ripetute rielezioni in tale officio pel quale venne assunto l’anno scorso a membro del consiglio provinciale per l’istruzione pubblica.